UnfoldingRoma incontra Salvatore Cammilleri, artista poliedrico, vice presidente dell’associazione culturale Eureka! sita in Caltanissetta. Si dedica a progetti d’arte contemporanea e d’avanguardia credendo molto nella collaborazione tra artisti, nell’arte come elemento fondamentale nella vita dell’uomo e come strumento di crescita culturale. In questa breve intervista ci racconta l’arte dal suo punto di vista senza dimenticare qualche breve considerazione su chi e come si fa arte connesso anche alle nuove tecnologie. Ne emerge una posizione netta permeata da molta critica per il mondo e la società nonché una personalissima visione della vita.
Buongiorno Salvatore, mi parli di Lei, del Suo mondo e di come arriva a dedicarsi all’arte ?
Credo di essere una persona abbastanza semplice, di pochi e saldi valori tra i quali l’arte che è il mio mondo. Per quanto io ricordi credo di aver sempre dedicato la mia vita all’arte. Il mio è sempre stato un processo di continua ricerca; fin da bambino immaginavo, disegnavo, modellavo … costruivo; tra i miei desideri c’era quello di realizzare un cartoon che poi, in età adulta, ho creato. Credo di non essere arrivato all’arte, ma di averla sempre “sentita” dedicandomi ad essa.
Restare a Caltanissetta anziché partire alla volta di una grande città che faccia da trampolino di lancio, perché?
In realtà ho vissuto per alcuni periodi a Bologna e a Bolzano dove mi sono confrontato crescendo. La vita mi ha riportato a casa, ho fatto di necessità virtù per poi riuscire, paradossalmente, ad emergere come artista proprio a partire dalla mia città. Oggi penso che la passione, la tenacia e le capacità riescano a sopperire alle resistenze di un territorio poco avvezzo alla cultura dell’arte contemporanea. Credo che proprio il mio lavoro, insieme a quello di altri artisti, stia innescando un processo di crescita.
Le ali ed il volare ricorrono spesso nelle sue opere: se improvvisamente potesse volare dove andrebbe?
Nelle mie opere sono presenti le ali, ma il concetto non è quello del volo quanto piuttosto quello del “non volo”, di un apparente stato di libertà d’azione; il tutto gravita attorno all’illusione del poter essere … ma non si è mai. Tornando alla domanda, se improvvisamente iniziassi a volare credo che non mi fermerei, andrei dappertutto.
La forza catartica dell’arte ha il potere di risolvere ogni dolore?
Per quanto catartica sia l’arte, credo che non possa risolvere ogni dolore. Ad alcuni dolori l’uomo non trova soluzioni. Posso personalmente affermare che l’arte mi ha salvato la vita, tirandomi fuori da diversi periodi bui.
Cosa è “Il Merdoledì”?
Il Merdoledì è un libro scritto con la poetessa Annarita Borrelli con cui, tra l’altro, ho diverse collaborazioni aperte. Tutto nasce per gioco da discussioni e battute sul fatto che “tutti siamo una merda”. Abbiamo scritto degli aforismi affiancando successivamente una struttura narrativa; abbiamo accompagnato il testo con poesie, opere d’arte e una serie di performance mirate al confronto reale con le persone. Tutto questo rende “Il Merdoledì” un libro dalla struttura complessa. Stiamo ultimandolo, speriamo che al più presto veda la luce.
In base alle osservazione fatte per redigere un libro così particolare cosa o chi è più “merda” oggi?
Il libro va ad analizzare i vari topos sociali sostenendo che ciascuno di essi sia una merda; per rendere l’idea una frase del libro dice “Nessun carnefice, nessun esente” ; per citare un aforisma del libro: Dal Libro della Merda: Intervallo Poeti, scrittori, letterati, Intellettuali, disegnatori, pittori, scultori, fotografi, impiegati, operai, dirigenti, liberi professionisti, giornalisti, commercianti, dottori, politici, volontari, preti, casalinghe, disoccupati etc. etc. ... ! Ci andiamo tutti a cagare! Quindi non c’è una classifica.
Tonino Guerra diceva che l'ottimismo è il profumo della vita, è così anche per Lei?
No, io sono per "il pessimismo è la puzza della morte".
Quanto spazio hanno i giovani che oggi vogliono fare arte?
Credo che lo spazio sia sempre meno in quanto inversamente proporzionale alla numerosità dei giovani artisti. Oggi viviamo un’era in cui è tutto semplificato come avviene anche per i processi creativi, dando l’illusione a tanti di poter fare arte, quando in realtà il processo è al centro tra l’idea e l’opera finita. Quindi le domande che mi pongo sono – quanti hanno un’idea valida? – quanti realizzano eccellenti opere finite?… quanti sono i veri artisti?
La collaborazione tra la Biennale di Venezia e Google Cultural Institute mette a disposizione degli utenti uno strumento potentissimo di fruizione dell’arte con gallerie virtuali anche personalizzabili secondo le proprie preferenze, nonché cosa più interessante, la possibilità di comparare due diverse opere, esaminandole fianco a fianco. A questo proposito, Il web potrà secondo Lei, sostituire il critico d’arte ed addirittura il curatore?
Credo che il web possa fare la propria parte, come i critici e i curatori. Sostengo che si debba puntare alla qualità piuttosto che alla quantità.
L’arte fuori dai canonici spazi espositivi, come la street art che trasforma le strade in gallerie o i festival itineranti che si aprono alla popolazione, sono un valore aggiunto oppure privano l’arte di quel tono elitario che contribuisce a renderla tanto affascinante?
Ho da poco terminato l’organizzazione di un festival che nasce proprio da queste prerogative; nella fase di realizzazione ci siamo impegnati nel proporre un’arte comunicativa, di tipo progettuale ed emozionale. Credo di aver fatto un buon lavoro, come tanti riescono oggi a farlo … mentre tanti altri si limitano a buttar per strada l’arte come decoro.
Oggi si può vivere di arte?
Ancora si, speriamo che l’offerta non superi la domanda.
Come vede il Suo futuro?
Bella domanda!
Grazie è stato veramente esauriente nelle sue risposte ben argomentate. In bocca al lupo per i suoi progetti.
Francesca Uroni
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