Lisa Ponti Nel Il Disegno Di Una Mostra Al Macro Di Roma

Lisa Ponti Nel Il Disegno Di Una Mostra Al Macro Di Roma

Il mondo della figlia di Giò Ponti, attraverso disegni raffinati, linee minimaliste che raccontano storie e incontri

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Al Macro, Museo di Arte Contemporanea di Roma, tra i grandi spazi espositivi collegati da scalinate, ascensori, ballatoi, terrazzi, in un contenitore urbano di archeologia industriale, in cui un tempo si produceva la birra Peroni, al secondo piano, rigorosa, elegante e semplice vi è la mostra di Lisa Licitra Ponti "Il disegno di una mostra".

È una rassegna di disegni leggeri, esposti uno accanto all'altro per un racconto senza respiro.Per capire meglio l'importanza dell'esposizione, bisogna fare un passo indietro nella vita dell'autrice. Lisa nasce a Milano nel 1922, ha come padre il leggendario Giò Ponti, tra i più importanti architetti e designer del dopoguerra. Con lui mantiene un rapporto di fiducia e affetto, sarà lui a spingerla nel disegno, capendo per primo le doti di immediatezza e poesia.

Il suo motto è "basta non fare quasi niente" perché sono gli incontri che ti cambiano la vita e lei, nella grande casa paterna conosce i più importanti artisti del '900 come Martini, De Chirico, Merz, Boetti, Turcato. Da loro, attinge il sapore del nuovo, dell'azzardo e della rivoluzione artistica. Con il padre Giò, lavora come redattrice nelle riviste Stile e Domus, creando un modo nuovo di divulgare arte direttamente dalla penna e dai disegni dei loro autori, si tagliano i testi per dare spazio alle immagini, per rendere la rivista, comprensibile e immediata anche all'estero.

Per Lisa il segno, il tratto, il disegno, era parte integrante della sua vita, nell'infanzia realizzava favole per i suoi fratelli, per distrarli dagli orrori della guerra e questi semplici fogli, testimoni di un passato domestico, per tanto tempo sono rimasti privati.

Solo a 70 anni dopo una vita di soddisfazioni lavorative e affettive, cede alle lusinghe dell'amico gallerista, rispolvera i disegni e accetta di esporli.Sono disegni semplici, su fogli A4, se fosse possibile racchiuderli in un vocabolo si userebbe "essenzialità", un imperativo che la distingue, una vita rappresentata attraverso un filtro dolce e ironico.

Il Macro riprende quei quadretti e li ripropone nella sezione chiamata "Aritmiche", in cui figure irregolari e storie atipiche di un passato più o meno recente acquistano visibilità all'interno di un palinsesto più corposo che è il Museo dell'immaginazione voluto dall'attuale direttore Luca Lo Pinto, in cui nel grande palcoscenico che è il museo, si produce arte rivoluzionaria, mettendo in luce personalità che hanno travalicato i confini tra disciplina e movimenti.

E in questo fermento, di diverse situazioni, si ricorda Lisa Ponti, esponendo la sua vita attraverso i delicati disegni.Tutto racconta la personalità gentile e modesta dell'autrice, gioco, divertimento, meditazione leggera e profonda al tempo stesso.

Alcuni realizzati tramite il collage come il "Cono d'ombra", una pallina di gelato seduta su un cono con piccoli occhi e bocca. Disegni dal tratto deciso, dal tocco leggero e infantile, accompagnati da parole come fossero filastrocche. Racconti di viaggi, di angeli e di eventi atmosferici che diventano ironici e buffi personaggi.Scenette minimaliste, luoghi dell'anima intimi e profondi, disegni come preghiere.In una stanza, il Macro ha saputo ridarci Lisa Ponti con il suo gentile sospiro, con la sua mente arguta e con la fantasia di un bambino, perché "l'infanzia è l'unica età che tende all'infinito".

Chiara Sticca

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