Diego Perrone Al Museo Macro Di Roma Con: Pendio Piovoso Frusta La Lingua

Diego Perrone Al Museo Macro Di Roma Con: Pendio Piovoso Frusta La Lingua

Una produzione artistica lunga vent'anni, in cui la rurale matrice si mescola al mondo moderno

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Attesa come una delle più interessanti mostre autunnali romane, Diego Perrone e il suo "Pendio Piovoso Frusta la Lingua" al Macro di Roma, non ha certo deluso. Inaugurata giovedì 30 settembre 2022 nella grande sala del museo nella sezione Solo/Muti, è una babele di contaminazioni, dal futurismo al minimalismo, dalla land art all'arte scultorea, al visual, alla pittura e alla fotografia, vent'anni del percorso di Diego Perrone, fatto di calibrati esperimenti e poetiche intuizioni. La grande sala, contenitore di nuovi approcci artistici, nello spazio, nel suono, nelle pareti, nelle opere, è tutto destinato a dare un colpo di frusta alla nostra tranquilla idea di arte.

Accompagna la visita inaugurare lo stesso direttore Luca Lo Pinto, abituato a maneggiare arte non convenzionale, dallo stampo nordeuropeo, incline a rompere gli schemi proponendo il nuovo, talvolta troppo azzardato, per una dormiente città non più centro della vita artistica mondiale. Grande assente era l'artista, ma la sua presenza era ovunque, lui era l'arte esposta.

Si parte da una proiezione di un vecchio filmato, un ragazzo incontrato casualmente tra i monti piemontesi, quest'ultimo brandisce non una spada, ma una frusta, con la stessa potenza scenica. Sarà il rumore di questa frusta a dettare il ritmo della mostra e a presentarsi come un fil rouge per tutte le opere esposte.

Il gesto esasperato lo si ritrova nelle opere "Assurdi lucenti e schiume". Sono foto di orologi in cui l'artista spruzza schiuma, che creano bolle, piccole particelle di sapone. Immortala l'attimo in cui queste bolle appaiono lucenti come diamanti, immagini rarefatte di sogni, di luci di imprevedibilità. Perrone studia la luce per disegnare il buio, fotografa pieni scavando vuoti, come le opere dal titolo "Pensatori di buchi". Lavoro realizzato in due anni in cui trivella il terreno alla ricerca, forse, di luoghi nascosti, ma non nella realtà, bensì nella psiche umana, al di là delle viscere della terra nel profondo dell'anima. Rappresentare anziché fare, dando forma alle situazioni. Introduce creature immaginarie che vivono in simbiosi con le buche.

La parete che li ospita è opera anch'essa, concepita come se il bianco della pittura parietale scivolasse al suolo, lasciando in alto il vuoto, il nero, l'assenza. Si cambiano le geometrie degli spazi, sia nelle percezioni che nei volumi.

Come una frusta, fluttuante nell'aria, appare l'opera che vinse nel 2020 l'avviso pubblico PAC, Piano per l'arte Contemporanea, promossa dalla Direzione Generale di Creatività Contemporanea, del Ministero delle Culture, con "Snarkeller Tube", realizzata con la stampante 3D, separa il grande ambiente e funge da supporto alle sculture in vetro e resina. Moltitudine di motivi che si concretizzano, opere dove squame e pesci vengono rappresentati in forme attraenti, colorate e trasparenti come evanescente è la vita.

È uno scavare per dissotterrare emozioni, che ritornano a galla nella "zona rossa ananas Acapulco". Anche in questo angolo estremo risuona l'eco della frusta, movimento ritmico come costante è il disegnare con la bic rossa. La trasparenza dell'inchiostro diventa intreccio e poi superficie. Accosta il segno con il filo, che rappresenta il frutto tropicale, rimanda all'ananas. L'unico filo teso, rosso come il tratto, va avanti e indietro come la mano dell'artista, non si stacca, non si arresta e non tentenna.

Tutte queste idee prendono forma e le forme mantengono la vulnerabilità dinamica delle idee, una salda formazione e una appartenenza alla cultura contadina, pragmatica e concreta sono il segno identificativo di Perrone, nato ad Asti nel 1970, proprio in quelle terre elabora un altro toccante, malinconico video. Il soggetto è l'animazione, più veritiera e naturale possibile dell'ultimo respiro di un cane morente. Questo non fa notizia ma per la semplicità, per la malinconica continuazione fine della vita, ci fa rimanere incollati a quel semplice video, semplice per il dolore, forte per le emozioni.

In questa esposizione vi è la materia dei sogni e il titolo Pendio Piovoso Frusta la Lingua è la preziosa chiave di lettura per entrare nella realtà artistica di Diego Perrone, un piccolo strumento per guardare il suo mondo.

Chiara Sticca

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