Raoul Dufy L'artista Che Porta Gioia Nella Sua Arte Contagia Roma A Palazzo Cipolla

Raoul Dufy L'artista Che Porta Gioia Nella Sua Arte Contagia Roma A Palazzo Cipolla

Il colore della luce nelle opere di Raoul Dufy, una sperimentazione cromatica che attraversa le correnti e le avanguardie artistiche del '900

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A pochi passi dal Palazzo Bonaparte, dalla prestigiosa mostra di Van Gogh, sempre in collaborazione con Arthemisia un'altra grande esibizione artistica a Palazzo Cipolla. È l'impressionismo che collega i due grandi eventi e riporta Roma ad essere la capitale delle grandi mostre.

Promossa dalla Fondazione Terzo Pilastro- Internazionale realizzata da Poema con Comediarting e Arthemisia, ideata dal Musèe d'Art Moderne de la Ville de Paris, Paris Musèes, a cura di Sophie Krebs e Nadia Chalbi, responsabile delle mostre e delle collezioni del Musèe d'Art Modern de Paris, "Raoul Dufy. Il pittore della gioia", è stata fortemente voluta dal Presidente del Terzo Pilastro il Prof. Avv. Emmanuele F.M. Emanuele. Inaugurata il 14 ottobre rimarrà in mostra fino al 26 febbraio 2023.

Tra le 160 opere esposte con disegni, ceramiche, tessuti, provenienti dalle più importanti collezioni pubbliche e private, si respira gioia, colore, disciplina e grande libertà compositiva. Nelle grandi sale del Palazzo. un racconto completo e delicato del pittore, nel suo viaggio temporale, artistico, emotivo, sperimentale che lo riporta a Roma dopo 40 anni.

L'importante rassegna ci regala un Raoul Dufy alla continua ricerca del colore, come creatore di luce e specchio dell'anima. La passione per la musica, ereditata dal padre, è presente nelle sue tele. Nelle opere esposte si ritrova l'essenza della realtà, della vita, della gioia, spesso confusa da mondanità e superficialità, epiteti che lo resero non compreso fino in fondo.

Dufy si accosta, all'arte impressionista, proprio da quegli anni e da quel movimento artistico inizia la mostra "Raoul Dufy Il poeta della gioia", che si divide in 13 sezioni attraverso i decenni del '900.

Prende il meglio da Manet, Pissarro, Matisse, Braque, le pennellate direzionali di Cezanne, i campi di grano di Van Gogh, ma è la luce l'unica cosa che interessa il pittore, sono i colori non della natura, ma della "pittura" gli unici creatori di luce.

In questa sua continua ricerca Dufy è libero, di sperimentale, di semplificare il tratto fino ad anteporlo al contenuto, abolire lo stretto vicolo della prospettiva e del chiaroscuro, usando talvolta colori puri, spremuti direttamente dal tubetto. Il significato dell'opera è la sua immediata illusione, solo il colore è l'attore protagonista con l'unico scopo di portare piacere.

Negli ippodromi ritrova il suo atelier perfetto, fatto di modelle eleganti e fantini colorati, cavalli e movimento.

Accecato dalla luce del mediterraneo, dopo un viaggio in Italia, dipinge l'azzurro denso e costante, sfondo a tante sue opere, dalle modelle alle barche, ispirati sia alla modernità che al classicismo. Saranno queste scene che negli anni '20/'30 lo renderanno famoso. 

Raoul Dufy personalità eclettica, si dedica alla xilografia, alla pittura, alla grafica, alla ceramica, alle illustrazioni, alla scenografia e ai tessuti.

Alla fine del 1910 con lo stilista Paul Poirat crea un laboratorio artigianale per la stampa su tessuto.

Studia tutte le fasi di produzioni per la moda e l'arredo. Nasce una produzione industriale con motivi a lui cari come fiori, rose, fantasie animalier, esotiche, il mare, i soggetti mitologici, la vita di Parigi, lo sport, le decorazioni astratte e geometriche. In mostra a Palazzo Cipolla grandi teche con queste stoffe, appaiono ai nostri occhi attuali e assolutamente moderne.

Il pittore definito della gioia vanta anche un importante primato, il progetto e la realizzazione del più grande quadro al mondo "La Fèe Electricitè".

Sono 6m di lunghezza e 10 d'altezza, composti da 250 pannelli e commissionato per la Compagnie Parisienne de Distribution d'Eletricitè, realizzata e concepita in soli 11 mesi per il Padiglione Francese dell'Esposizione Universale del 1937. 

La sua dedizione e il suo approccio indagatore, lo porta ad affiancare scienziati, filosofi e storici, per la realizzazione di un'opera monumentale, che esaltasse la scienza e le invenzioni elettriche. Usa colori ad olio emulsionati in acqua gommata, per avere una resa lucida e trasparente come l'acquarello, ma durevole e resistente come la tempera. Realizza così un poema sinfonico, senza prospettiva, in cui l'importanza dei personaggi determina la dimensione.  Nella grande sala a Palazzo Cipolla vi è la fedele copia scala 1/10. 

Durante l'inaugurazione 4 concertiste suonavano i valzer, davanti a questa imponente opera, risuonava nella sala la musica di Dufy, della sua elegante gioia di un'epoca di contraddizioni e sperimentazioni.
Chiara Sticca



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