In mostra alla Strati d'Arte Gallery, via Sicilia 133, fino al 30 Marzo “Walking on Signs“ a cura di Sveva Manfredi Zavaglia, dell’artista calabrese Francesca De Bartolo, in arte Mistral.
Docente di Discipline pittoriche e Storia dell’arte, Mistral ha una formazione completa di Pittura e Scultura presso l’Accademia ABA.
Le opere in mostra alla Strati, oltre ad un potere di magneticità, con il suo tracciato pittorico, rivelano una certa plasticità della figura, nel ritrarre visi e corpi femminili in una tridimensionalità vorticosa.
L’uso di una tavolozza sui temi del rosa, fucsia, viola, rosso, oltre alle terre, denotano una propensione all’azione, al movimento che Francesca ci porge con stile, in uno studio del doppio, una duplicità dei volti ripetuta in molte delle sue opere.
Come se esistesse una maschera in ciascuno di noi, Francesca ci offre uno spunto di riflessione oltre a creare un escamotage perfetto per rendere un effetto dinamico.
Il richiamo al Futurismo di Balla è presente nella scelta dei colori, nel ductus e anche nella dinamicità della composizione.
Non ultimo, in questi lavori ad olio su tela, l’intervento di scritte, segni con gessetti, geroglifici che impreziosiscono di un linguaggio cifrato, personale, la narrazione poetica al femminile di questa artista, la quale fa della pittura una ricerca personale, quasi ancestrale, come si vede nella serie dei selfie.
Uno “You can “moderno si rivela in “Babel Turris”, dove la protagonista ci addita, chiamandoci in causa, forse per chiamarci a testimoniare la molteplicità di linguaggi della torre di Babele ed invitarci a scegliere, invece di essere scelti, in una miriade di lingue semitiche, dove la donna è protagonista.
In “Credo” un momento di riflessione su sè stessa rappresentato dal duplice aspetto del pensiero e della concentrazione .
In “Cript “e “Vestige” una donna sicura, che guarda la propria ombra senza paura, è contornata da segni linguistici che l’osservatore potrebbe vedere come un orologio, uno scandire del tempo al quale lei, Mistral, si affaccia.
Ancora, oltre al dinamismo, una sorta di misticismo estatico in “Santissimo Padre”, e in “Time Line”.
Ogni donna dovrebbe sentirsi rappresentata dalle figure femminili di Mistral, la quale, oltre a proporre un modello vincente e positivo, vede anche una narrazione interiore di ogni donna, una storia che ognuna si porta dietro, tra sacro e profano, tra estasi e meditazione, fino ad arrivare all’azione, al dinamico perseguire di un obiettivo .
La ricerca formale, oltre che linguistica ed informale, crea un interessante connubio di figura ed astrazione, tra turbinii di colore e studio dele mani in primo piano che valorizzano il lavoro di Mistral, come a voler sottolineare dettagli non indifferenti e non secondari.
Tra gessetti, scritte e spatole, Mistral crea il suo universo, la sua storia cifrata da studiare, ammirare ed interpretare al di là della prima impressione.
Mistral ci dà il ritorno di una dimensione femminile onirica, creativa ed allo stesso tempo di spazio interiore con una forza espressiva non comune.
Monica Pecchinotti
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