Fino al 27 aprile lo spazio Moby Dick, Biblioteca e Hub culturale nel quartiere della Garbatella di Roma ospita la doppia personale di Rossella Canuti, illustratrice e Marina Gigli, ceramista, che ha origine dalla lettura del celebre testo “Le città invisibili di Italo Calvino”, in cui Marco Polo visita e racconta all’imperatore Kublai Khan le città del suo impero mettendo in luce il principio implicito della rifrangenza. Il testo narra di città inesistenti per ciascuna delle quali l’autore ha scelto un nome femminile.
Ci si perde, come nelle città descritte da Calvino nelle città di carta e di argilla di Rossella Canuti e di Marina Gigli.
In questa esposizione il lavoro parallelo delle artiste – come sottolinea Rossella Canuti – mette in luce proprio il principio implicito della rifrangenza. «Io parlo parlo, – dice Marco – ma chi m’ascolta ritiene solo le parole che aspetta... Chi comanda al racconto non è la voce: è l’orecchio».
Come dichiara la curatrice Elena Paloscia: "In ogni racconto, in ogni città, anche in quelle che si somigliano, le questioni appaiono speculari, ribaltate, in sospeso, perché Calvino, come Polo al Gran Khan, offre al lettore una via di fuga, una sottile speranza «saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, farlo durare, e dargli spazio.
È questa l’abilità dell’artista che, pur immergendosi in quell’inferno, sa cogliere cosa ha valore, non teme l’inganno, l’emozione che disorienta, ma da quell’emozione trae spunti preziosi, immagini uniche che a loro volta generano rifrangenze.
Per Marina Gigli l’attualità dell’opera di Calvino risiede nel saper suggerire, tra le diverse strade indicate, soluzioni che consentono di ricominciare, di reinventarsi lasciandoci alle spalle, talvolta senza neanche tentare di sbrogliarli, i grovigli di cui noi stessi siamo la causa.
Enigmatico è poi il ruolo della scacchiera nelle conversazioni tra Kublai e Marco Polo: per Kublai, infatti, il gioco costituisce una chiave di accesso alla conoscenza del suo impero.
Mentre Canuti nel disegno con scacchiera e ventaglio presenta simultaneamente i due oggetti, scegliendo il ventaglio come uno solo dei tanti dei tesori riportati da Marco Polo, nell’opera della Gigli la scacchiera si fa ondulata e in una dimensione quasi onirica accoglie tra le sue pieghe oggetti trovati.
Sembrerebbe che le artiste siano riuscite a entrare in punta di piedi nei lucidi sogni di Marco e del Kublai Khan per carpirne i frammenti più intensi costruendo a loro volta visioni altrettanto immaginifiche."
Continua ancora la curatrice: “L’idea del testo che, come un raggio di luce proiettato oltre la direzione originaria, si scompone ricomponendosi poi in un nuovo ordine è alla base della doppia personale Rifrangenze - Immagini in carta e argilla da Le città invisibili di Italo Calvino opere di Rossella Canuti e di Marina Gigli. Dalla mutevolezza che anima l’opera calviniana si attiva un processo di ricomposizione che ridefinisce di volta in volta l’esito delle storie con nuovi codici visivi, cogliendone un indizio, un segno, un contesto.”
All’inaugurazione sono intervenute la curatrice, le artiste, Maya Vetri, Assessore alla Cultura del Municipio VIII che ha patrocinato l’evento, nel corso della serata i partecipanti hanno potuto assistere alla lettura di brani del testo calviniano appositamente selezionati per poter ascoltare e vedere le città immaginate dall’autore e interpretate dalle due artiste. Letture di Rossella Canuti, Marina Lombardi e Francesca Paloscia, accompagnate dalla musica di Stefano Bonifazi.
La mostra sarà visitabile fino al 7 aprile, nella serata del finissage, alle 19.00 letture dal testo di Calvino con Rossella Canuti, Enrica Leo, Marlene Socal.
Stefania Vaghi
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