C’è tempo ancora fino al 29 di giugno per lasciarsi suggestionare dall’evento “Ring and Roll” (l’arte è una lotta) in programma alla Galleria Horti Lamiani Bettivò che, in via Giolitti 163, presenta sempre opere di arte contemporanea di un certo livello frutto del lavoro di interpreti che fanno dell’originalità la loro arma vincente. Proprio come Paolo Bielli e Gudrun De Chirico che hanno inaugurato la mostra curata da Francesca Perti con la particolare performance dal titolo “Rapimenti” che nell’idea, nel movimento e nel ritmo ha dato origine a un’opera che sapeva prima di tutto come vibrare. In fondo i due artisti hanno una certa esperienza nell’uso del proprio corpo riuscendo a fare percepire in ogni singolo gesto un piccolo messaggio che lascia il pubblico libero di interpretare andando al di là di preconcetti e schemi definiti.
Bielli è più per la gestualità che già ha espresso in gallerie e musei oltre che alla 54° Biennale di Venezia nel Padiglione Italia con l’Opera “Ring”. De Chirico, invece, è la danza oltre a rivestire il ruolo di artista visiva, performer, curatrice, critica d’arte e giornalista. Con “Rapimenti” hanno voluto rivelare quello che spesso non si immagina, il rapimento di un’idea, di un’opera d’arte o di un concetto esibendosi in uno spazio che poteva rappresentare un ring ideale o immaginario. Una libertà di movimento a tratti compromessa da vari ostacoli ma che, comunque, è riuscita ad esprimersi grazie ad un’armonia comune che spesso rendeva due entità come un unico corpo che sorvolava sopra qualsiasi apparenza per una sostanza essenzialmente artistica.
Alle pareti della Galleria Horti Lamiani Bettivò, circa 40 quadri di piccole dimensioni e 10 di grandi dimensioni che rivelano il cammino di artista di Paolo Bielli che ha voluto esporre alcuni dei lavori più sentiti che ha realizzato dagli anni 80 fino ad oggi. Un po' un riassunto di una carriera che ha saputo evolversi pur puntando su determinati concetti considerati quasi una fonte inesauribile capace di rivelare sempre nuove emozioni. Come il tema del Pugile che lotta incessantemente che viene raffigurato a volte con suggestivi collage, altre con la potenza del colore in un gioco di sfumature che dalla realtà porta a una raffinata dimensione onirica. E poi c’è quella rappresentazione di una bellezza diversa che non vuole a nessun costo uniformarsi alle immagini imposte dalla pubblicità. Le foto delle riviste con il tocco dell’artista diventano, allora, qualcosa di più vero e sincero pur deturpando modelli messi a lucido con sprazzi di vernice o con altri elementi come segno di ribellione a un’immagine legata solo al più bieco consumismo.
Rosario Schibeci
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