Fino al 1 ottobre basta una semplice prenotazione per visitare, in maniera gratuita, “Il Grande Teatro delle Civiltà” l’esposizione di Arnaldo Pomodoro considerato come uno dei più importanti scultori della nostra epoca. In programma al Palazzo della Civiltà Italiana di Roma, anche conosciuto come “Colosseo Quadrato”, la mostra, a cura di Lorenzo Respi e Andrea Viliani, è nata dalla collaborazione tra la Fondazione Arnaldo Pomodoro e la maison italiana Fendi al fine di sostenere e diffondere i linguaggi artistici contemporanei, con un occhio sempre rivolto al concetto di sostenibilità e innovazione.
Il bello della visita comincia già dalla possibilità di entrare in una struttura che è un simbolo iconico del quartiere Eur definito anche Colosseo quadrato per le sue arcatelle che lo fanno somigliare all’antico Anfiteatro. Dal 2005 questo grosso parallelepipedo con le quattro facciate uguali, è diventato la sede romana di Fendi ospitando grandi occasione di arte così come è nella politica della famosa casa di moda. Questa volta è possibile ammirare una selezione di opere di Pomodoro che procedono dalla fine degli anni cinquanta a oggi per un’esplorazione della pervasiva interdipendenza nella pratica dell’artista fra le arti visive e quelle sceniche e drammaturgiche, così come fra la realizzazione dell’opera finale e la dimensione della sua concezione progettuale.
I quattro angoli esterni dell’edificio del Palazzo della Civiltà Italiana sono resi più suggestivi dalle quattro Forme del mito realizzate da Pomodoro nel 1983. Così è possibile ammirare le sculture “Il Potere (Agamennone)”, “L’ambizione (Clitennestra)”, “La macchina (Egisto)”, “La profezia (Cassandra)”, che furono originariamente realizzate come macchine sceniche per il ciclo teatrale dell’artista Emilio Isgrò ispirato all’Orestea del drammaturgo greco Eschilo. La mostra vera e propria comincia nel vestibolo di ingresso con l’esposizione del Costume di Didone realizzato per “La tragedia di Didone, regina di Cartagine” di Christopher Marlowe, e il Costume di Creonte scolpito per “Oedipus Rex”. I grandi spazi dei due ambienti principali della struttura hanno consentito di allestire simmetricamente due opere ambientali di grandi dimensioni come “Le Battaglie del1995” realizzata completamente in nero e l’altra in bianco intitolata “Movimento in piena aria e nel profondo” del 1996 -1997.
In mostra anche la “Grande tavola della memoria” e il “Cubo” che coincide con l’avvio di una ricerca da parte dell’artista sul tema geometrico dei solidi, insidiati però dal continuo frazionamento imposto dai segni che li percorrono. Allestita in esterno ma visibile attraverso le vetrate del Palazzo della Civiltà Italiana, la “Rotativa di Babilonia” del 1991 vuole suggerire la possibilità di un percorso che può andare avanti e indietro nel tempo e nello spazio, fungendo anche da raccordo fra le due sale principali rendendole quasi intercambiabili.
Rosario Schibeci
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