Trame E Segni Di Guido Strazza All’Accademia Di San Luca

Trame E Segni Di Guido Strazza All’Accademia Di San Luca

Tutta la mia vita ho dipinto, per lasciare testimonianze del mio modo di vedere il mondo, il quale mi si ripropone in una maniera molto complessa, un segnetto per noi ha un significato, per un cinese un altro, quello del significato intrinseco ed universale di tutti e per tutti i tempi

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Nel nuovo spazio espositivo di Palazzo Carpegna l’Accademia Nazionale di San Luca rende omaggio per i suoi cento anni a Guido Strazza, pittore  Accademico Nazionale di San Luca dal 1997 e Presidente nel biennio 2011-2012, con una serie di iniziative, con una selezione di dipinti lasciati in donazione nel 2018.  Guido nasce a Santa Fiora (Grosseto) dove trascorre tutta l'infanzia e la giovinezza, appassionato di ingegneria si iscrive all'Università, ma già dall'età di vent'anni nel 1942 entra nel circolo dei Futuristi italiani ed espone lo stesso anno in diverse mostre di aeropittura con l'artista suo amico Filippo Tommaso Marinetti  (Biennale di Venezia 1942). Dopo aver conseguito la laurea in Ingegneria a Roma, nel 1948 abbandona la professione per dedicarsi completamente alla pittura.  Poliedrico artista in particolare dal 2011 al 2014 ha avviato in Accademia i progetti Primo Segnare e Segno/Colore con i quali ha riaperto le porte di San Luca alla didattica artistica per i giovani, in omaggio all’originaria vocazione pedagogica dell’istituzione.  La sua arte spazia dalla pittura al disegno, dalla grafica  all’incisione. Tela, carta, vetro sono i materiali scelti per ogni sua ricostruzione dinamica dell’universo. Tanti gesti di polso altrettanti segni, senza risparmio d’invenzione, come il vetro, che come materiale  pone di per sé due forti posizioni in quanto separa lo spazio fisico in un fuori e un dentro, un al di qua e un aldilà in uno spazio spirituale metafisico.  Le opere scelte sono parte delle ricerche svolte da Strazza durante gli anni 1970 intorno al tema della trama e del segno, una riflessione fatta dall’artista già precedentemente che lo aveva indotto ad indagare e realizzare nuove forme geometriche di intervento nello spazio, uno spazio relativo, uno spazio costruito ad hoc da Guido per poter accogliere il proprio mondo, il proprio immaginifico con le sue “trame ed i suoi segni”.  Ogni parete presenta una serie, o parte di una serie, di lavori dove si coglie il carattere sperimentale della sua ricerca, in cui trame e segni vengono analizzati nelle diverse potenzialità, secondo progressioni scandite da un ritmo rigoroso. Poche le parole che basterebbero per chiudere in una frase il ritratto di Guido Strazza “Non il gesto ma il segno di un gesto”. In occasione della presentazione della mostra è stato proiettato il DOCUFILM, un documentario che narra la storia dell’artista, dove parla in prima persona. C’è poi un piccolo coro composto dalle voci e dai volti di tre donne speciali per lui e per tutti quelli che non possono fare a meno dell’arte e delle sue storie. Appartengono a Ille Strazza, moglie di Guido, a Maria Lai artista, a Giuliana Lai artista a sua volta.  L’esposizione, aperta al pubblico dal 15 giugno al 29 luglio 2023 Stefania Petrelli

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