Melania Mieli

L’orgasmo, soprattutto quello femminile, arriva quando si apre una connessione perfetta tra il corpo e la mente.

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Melania Mieli è lo pseudonimo di una scrittrice italiana nata nel 1983. Nel 2015/2016 ha raccontato attraverso un blog le vicende dei dipendenti della Firm ne Il Piano dei Conti. Il Tredicesimo Periodo, uscito per Lettere Animate è la sua opera d'esordio.

Estelle non conosce il piacere supremo dell’orgasmo. Eppure è una donna, è una moglie; ed è una prostituta. Quando ritorna a Roma, lo fa accompagnata unicamente dal senso di vuoto. Si sente messa a nudo, oppressa da una separazione tra la testa e il cuore, spaventata da quando ha perso il suo status di moglie, di giovane, di amica. Da cosa ripartire? L’anima è fragile e la mente confusa, sceglie dunque il corpo come strumento di esplorazione. Riconosce in Roma il luogo perfetto per la sua avventura, ora che la capitale ha risvegliato la sua sensualità dopo decenni di torpore…

Non aggiungiamo altro della trama ma lasciamo che sia l’autrice a parlarci del libro e di sé.

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Melania, perché la scelta di uno pseudonimo?

Non è un vezzo. Lavoro nel settore finanziario, ambiente rigido e poco incline ad accettare le passioni creative dei propri dipendenti. Sono perfettamente consapevole che subirei dei pregiudizi a causa dei miei romanzi, per tale ragione ho scelto di salvaguardare la mia libertà con uno pseudonimo. È uno strumento che mi consente di esprimermi senza filtri o preoccupazioni, mi rende più sincera.

Vuoi raccontarci un po’ di te?

Fino a maggio del 2015 ero piuttosto convinta di confinare la passione per la scrittura a mero uso privato. Poi c’è stato un avvenimento importante nella mia vita: un malore che ha rimesso in discussione molte mie convinzioni. Ho scelto di dare dignità ed importanza ad ogni parte di me. Ho preso coraggio e proposto il mio romanzo a una lista ristretta di case editrici non a pagamento, ho aperto un blog e da quella esperienza è nato un nuovo romanzo intitolato “Il Piano dei Conti” la cui pubblicazione è in fase di trattativa. Sono in un momento della mia vita molto creativo, sento l’urgenza di imprimere su carta le storie e i personaggi che invento.

Come nasce Il Tredicesimo Periodo?

Il Tredicesimo Periodo è un progetto che tra alti e bassi fa parte della mia vita dal 2003. La visione del film di Bertolucci, The Dreamers, e soprattutto l’interpretazione di Eva Green ha acceso qualcosa in me e ha profondamente suggerito i tratti distintivi del carattere di Estelle. Ho preparato e affinato una scheda personaggio che è rimasta chiusa in un cassetto virtuale per anni, più di cinque. La trama è maturata tempo dopo, grazie a numerose influenze: il romanzo fantasy di Jacqueline Carey, Il Dardo e la Rosa, mi ha fatto capire che “inventariare” le modalità con cui rappresentare il desiderio, seppur semplicistico, segna un sentiero agevole dal quale partire per trovare la propria strada; una puntata di Annozero, il programma di approfondimento presentato dal giornalista Santoro, mi ha fatto conoscere gli effetti fiscali positivi della legalizzazione della prostituzione; i numerosi workshops sul tema della sessualità che ho frequentato mi hanno permesso di conoscere l’ambiente BDSM della mia città e i meccanismi che vi si celano dietro. Nel 2010 ho iniziato la prima stesura il romanzo, a fine 2015 ho scritto la parola “fine”.

Immagino che i personaggi di un libro diventino parte dell’autore, tutti. Ma ti chiedo se ce n’è uno al quale ti senti più legata e perché..

Per i motivi che ho detto sopra, sento di avere un legame emotivo forte con il personaggio di Estelle, seppur non è una mia proiezione ma una figura di donna curiosa che ammiro. Mi sento inoltre particolarmente legata al personaggio di Michelangelo. Lui rappresenta l’amico vero di un rapporto non equilibrato, colui che si sente sempre in dovere di fare la roccia, sostenere e ascoltare. Estelle irrompe nella sua vita con poca delicatezza, portando il caos e le sue pretese lì dove l’uomo aveva costruito a fatica pace e serenità. Con lucidità argina il fiume in piena e disegna un perimetro trasparente ma protettivo nel quale Estelle può agire. La sua figura è quella di un vero dominatore, maturo ed empatico.

Alcune descrizioni del tuo libro le ho associate, seppur vagamente, al successo editoriale di E. L. James, mi riferisco ovviamente alle sue Cinquanta sfumature. Ti sei (in)volontariamente ispirata?

Assolutamente no. Cinquanta sfumature è un romanzo per cui non nutro stima. L’opera (sono arrivata a metà del secondo libro, superati i 30 anni mi sono accordata il diritto di interrompere la lettura di testi che mi annoiano!) mi ha lasciata interdetta per la presenza quasi costante di messaggi negativi che con nonchalance vengono seminati. Illusa dall’aspettativa di leggere un romanzo erotico, mi sono piuttosto ritrovata in mano la solita retorica della crocerossina che si incaponisce di salvare il povero uomo tormentato e indurito dai brutti e cattivi avvenimenti della vita. Ma chi ci crede ancora?? Le azioni che compie Mister Grey sono riprovevoli, solo per citarne alcune in ordine sparso: in modo assolutamente immotivato si mostra geloso ed isola la ragazza dai suoi amici, si permette di buttarle la macchina in quanto da lui ritenuta non sicura, ribadisce in modo estenuante –persino per iscritto!- il concetto che lei è “sua”, impone la sua ginecologa di fiducia e il metodo anticoncezionale della coppia, la frusta con una cintura perché ha alzato gli occhi al cielo sminuendo completamente lo stuzzicante gioco della disobbedienza. La protagonista femminile sembra impermeabile alle esperienze sessuali che vive, come se stare al ruolo della slave non le procurasse alcuna crescita. È un personaggio che non ha una evoluzione, resta uguale a se stessa dalla prima all’ultima riga.

Passando al personaggio maschile, mi dispiace molto veder associato il ruolo del dominatore sessuale a quello del miliardario. La ricchezza materiale non aggiunge nulla al sottile e profondo legame che si crea in una dominazione. Inoltre… dubito seriamente che un uomo, che possiede un palazzo/elicottero con il suo nome impresso sopra a caratteri cubitali, possa avere un pene di dimensioni significative. Per finire, non credo nella figura del “maestro unico” che viene proposta. La conoscenza di sé, soprattutto da giovani, passa anche attraverso gli altri: vedere come cambiamo a seconda degli occhi di chi ci osserva aiuta a trovare il proprio centro. Per questo trovo costruttivo un percorso di scoperta sessuale che passi attraverso più amanti. Lasciarsi “plasmare” da un solo uomo rischia di farci diventare la sua “creatura”, di avvicinarci al suo ideale di amante, che non è affatto detto sia il nostro. Da lettrice ho apprezzato molto di più il romanzo di Melissa P., 100 colpi di spazzola prima di andare a dormire, che propone la figura di una ragazza pronta a crescere a costo di compromettersi.

Il libro si apre con una dedica a tua madre. La figura materna è qualcosa di estremamente importante per ognuno di noi, a prescindere se si abbia un rapporto più o meno conflittuale. Che rapporto hai con la tua?

È un rapporto di tenerezza estrema. Lei è una donna bellissima e dolce, una madre giovane e piena di energia che ha costruito la mia autostima. È quel tipo di madre che, nonostante il vestitino bianco, lascia giocare al parco la propria figlia tra erba e terra, che la sera lava e stira l’abito senza smorfie e che lo sistema con cura nell’armadio, pronto per essere sporcato anche il giorno successivo. La cosa che apprezzo di più è la sua capacità di essere discreta nella preoccupazione; comprendo solo ora, da adulta, quanto possa essere stato duro per una donna di appena quaranta anni accettare il trasferimento della propria figlia in una grande città per studiare all’università, i viaggi all’estero dai 16 anni, le prime esperienze con i ragazzi che non mi sono risparmiata di raccontarle. Lei non mi ha mai giudicata, è come se mi dicesse: “vai, fai, sperimenta… qualunque cosa accada io sono qui”.

Il Tredicesimo Periodo è edito da Lettere Animate. Per una esordiente è difficile trovare un editore pronto a scommettere sul tuo lavoro?

Sì, è molto difficile trovare una casa editrice che investa su una esordiente. La cultura in generale nel nostro paese non ha ancora un ruolo trainante nell’economia e le risorse delle case editrici sono limitate. Il proliferare delle case editrici a pagamento è l’esempio tangibile di quanto la situazione sia drammatica. È un fenomeno diffuso anche in forme più sottili e difficili da smascherare - vedi ad esempio la richiesta di acquisto di un determinato numero di copie o del servizio di editing. Sul futuro sono cautamente fiduciosa. Ho incontrato in questi mesi tanti segnali positivi nel settore, come operatori culturali che stanno cercando di ridare credibilità all’ambiente con operazioni e iniziative coraggiose.


Nell’introduzione fai riferimento alla riapertura delle case chiuse. Credi si concretizzi realmente?

Lo spero. Mi rendo conto che la regolamentazione della prostituzione così come l’ho descritta e immaginata è molto ambiziosa. Nella mia Roma futuribile l’area di esercizio è la prestigiosa via Veneto; ho scelto una via nel centro storico per annullare il rischio degrado che potrebbe sorgere nella periferia. Ho Immaginato un ambiente sano e pulito, l’obbligo dell’uso del preservativo, i controlli sanitari e il pagamento delle tasse. Non avevo intenzione di essere realista quanto piuttosto di mostrare come potrebbe essere se…

Ritieni sia più un modo per “ripulire” le strade o un modo per “tutelare” chi è costretta a prostituirsi?

Ritengo sia il modo più civile per gestire un fenomeno che fa parte della quotidianità nei rapporti umani dai secoli dei secoli. A oggi la prostituzione è gestita da organizzazioni criminali, lo Stato subisce passivamente le conseguenze negative: paga le cure mediche in caso di malattie o sussidi in caso di indigenza a fine “carriera”, giusto per fare qualche esempio. Una gestione attiva consentirebbe invece di limitare il degrado e la violenza che spesso è associata a tale pratica, cancellare il denaro in nero che circola, offrire garanzie sia ai soggetti (uomini e donne) che intendono volontariamente prostituirsi sia ai clienti vogliono rapportarsi con loro. Non mi metto in un’ottica giudicante, è un fenomeno che esiste e come tale deve essere trattato dalla politica.

Sorrido al pensiero che la destinazione che ho raggiunto è identica alla partenza che ho scelto: il mio corpo, io, Domus Venere”. Ti faccio due domande: la prima è che rapporto hai con il tuo corpo, quanto l’estetica conti più dell’essenza. La seconda: qual è la tua destinazione, se anche per te è rappresentata dal punto di partenza.

Ho un rapporto sereno col mio corpo, nonostante sia lontano dai canoni estetici in voga. E’ successo che, per una serie di fortunati eventi, per tutta l’infanzia e buona parte dell’adolescenza la famiglia e gli amici hanno inconsapevolmente costruito una sorta di tettoia riparatrice dalle convenzioni sociali. Ho iniziato a rapportarmi col giudizio esterno e con i modelli proposti dai media in tarda adolescenza, quando ormai la mia autostima era salda. Penso, e spero di averlo espresso nel mio romanzo, che l’estetica, intesa come armonia della forma, non è un elemento che entra in competizione con l’essenza, anzi, sono un tutt’uno. Quando la nostra personalità è centrata, è inevitabile sviluppare una morbidezza che attrae il prossimo. Il sesso è un esempio calzante di ciò che voglio dire: l’orgasmo, soprattutto quello femminile, arriva quando si apre una connessione perfetta tra il corpo e la mente. Poco c’entra il muscolo tonico o la maglia griffata del nostro partner, la vera magia nasce quando sentiamo fiducia e affiatamento, solo così ci sentiamo davvero invitate a lasciarci andare.

Per quanto riguarda la seconda domanda, le mie radici sono ben salde ma non mi ancorano al punto di partenza, anzi, mi danno la stabilità per poter andare lontano.

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Nel libro affronti il tema dell’amore in tutte le sue sfaccettature: sei favorevole alle unioni civili?

Sì, penso che le unioni civili siano un atto dovuto dl rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Il matrimonio, tralasciando l’aspetto religioso, è un contratto; trovo inconcepibile che vengano escluse delle persone dalla sua sottoscrizione volontaria, a prescindere dai loro gusti sessuali. Mi contraria molto constatare come i diritti delle persone omosessuali e transessuali vengono costantemente negati nel nostro paese, trovo giusto combattere una certa omofobia purtroppo dilagante e sdoganata spesso da esponenti politici.

La protagonista, Estelle, ha vissuto in Francia per un periodo della sua vita. Mi è d’obbligo chiederti una riflessione su quanto è accaduto lì…

Sono piuttosto sensibile sulle questioni legate alla politica internazionale, ho la triste sensazione che la storia stia avendo un’accelerata e non in senso positivo. Alle porte della Francia, e dell’Europa in genere, è arrivata una briciola di guerra. Sono più di settanta anni che non abbiamo guerre in casa, per la mia generazione è impensabile immaginare la distruzione e la disperazione che porta e fa davvero male vedere certe immagini raccapriccianti. Mi impressiona leggere, soprattutto in rete, le reazioni di una parte di “popolo” che dopo anni di menefreghismo e lassismo, incita al razzismo e alla violenza, che spiega una situazione così complessa con pressapochismo e grave disinformazione. Mi spaventa la completa incapacità di comprendere che siamo tutti vittime di una guerra tra élite. Mi sento usata e ho paura di chi, pur vivendo nella nostra medesima condizione di sudditanza, si presta a questo gioco al massacro.

Guardiamo al futuro ma non troppo lontano. Tra cinque anni dove ti immagini?

Non pongo limiti alla mia collocazione geografica, sono disponibile a trasferirmi dove avrò la possibilità di esercitare il mio mestiere in modo gratificante. Ho l’ossatura di un romanzo da riempire di carne e una trama nuova che si sta insinuando nella mia mente, desidero che nel futuro prossimo entrambi questi embrioni di romanzo siano nati. Per quanto riguarda le esperienze di vita, tra cinque anni ho il desiderio di aver realizzato almeno tre dei viaggi che sogno (Alaska, Rajasthan e Patagonia).

Sara Grillo 

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