Alla Galleria d’Arte Moderna di Roma fino all’11 febbraio 2018 una mostra dedicata all’essenziale verità delle cose resa ad arte da un artista fonte di ispirazione per molti pittori grazie alle sue tele delicate, fortemente attivo nel dibattito artistico nazionale: Francesco Trombadori. L’essenziale verità delle cose. Francesco Trombadori (Siracusa 1886 – Roma 1961) porta alla luce sessanta tele dipinte tra il 1915 ed il 1961, provenienti da importanti collezioni pubbliche, venticinque tra libri, disegni, cataloghi di mostre e giornali dall’archivio storico dell’artista presso il suo studio a Villa Strohl-Fern.
Due i filoni che hanno contribuito al racconto di un artista che amò la Capitale sino a sceglierla quale patria elettiva: il corpus delle opere di proprietà della Galleria d’Arte Moderna di Roma acquisite in tempi storici, tra gli anni Trenta e gli anni Sessanta, e poi il corpus del materiale documentario, di tutte le opere e della biblioteca, conservato a Villa Strohl-Fern. Una mostra che propone diverse tematiche della produzione artistica di Trombadori che scorrono armoniosamente come un racconto lungo le sale della Galleria: le donne ritratte nella loro intimità e i paesaggi tra Roma e la Sicilia sua patria natale.
Tanti soggetti che popolano le tele dell’artista, personaggi di rilevanza nella città eterna che scelgono il pittore per fermare la propria immagine nei secoli imprimendola sulla tela; un ritrattista noto negli anni Trenta dalla pittura meditata, lenta fatta di venature che si prestava bene alla realizzazione di ritratti che ne amplificarono la fama. Ritrattista richiesto ebbe il pregio di raffigurare Italo Balbo, la principessa Pamphili, Tonina Rocchi Astengo, donna Emanuela Balbo e numerose sinuose fanciulle.
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Un racconto per immagini anche del rapporto tra Trombadori e Roma; una mostra per livelli, con una sosta dapprima nella Capitale a cui la Galleria dedica un intero piano; numerose le vedute romane che ornano le sale a cui si aggiunge una piccola dedica alla Sicilia. In mostra anche interessanti nature morte.
Un artista meticoloso, dal pensiero e dall’arte molto sedimentata; un artista che esordisce a contatto con le maggiori personalità del mondo della pittura; inizia il suo approccio all’arte andando a scuola con Broglio, Oppo; il suo maestro sarà Giuseppe Ciollini, una figura che non sposerà sempre nel corso della sua carriera, ma che gli conferirà il suo personale approccio all’attività pittorica. Un artista che assiste al sorgere del movimento plastico pur non aderendovi; un pittore appartato che attua una lunga riflessione sull’arte e sui suoi filoni, sulla pittura, occupandosi anche in modo continuativo di critica d’arte con numerosi scritti. Contribuisce a creare quella che poi sarà la Scuola Romana con la sua linea purista, artefice del realismo magico, corrente letteraria di Bontempelli.
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Atmosfere domestiche che si rispecchiano nei suoi ritratti, nei nudi, nelle nature morte, come la Natura morta con asparagi (1928 ca.) o la Natura morta con i cavoli rossi (1937 ca.). Donne morbide, sinuose, espressive che si fanno guardare nella loro nudità incantando per la delicatezza dei tratti, per la leggerezza delle pennellate (Fanciulla nuda che legge, 1929); paesaggi che ritraggono scorci di una Roma silenziosa, deserta, quasi lunare, ben lontana dalla quotidiana attualità (Piazza del Popolo, 1959). Luoghi e volti in cui perdersi immaginando gli attimi che hanno sancito la creazione di capolavori in grado di ammaliare lo spettatore con la loro soavità.
Ilenia Maria Melis
L’essenziale verità delle cose.
Francesco Trombadori (Siracusa 1886 – Roma 1961)
Galleria d’Arte Moderna di Roma
Via Francesco Crispi, 24 – Roma
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