La danza contemporanea nazionale e internazionale, si è riunita a Roma per celebrare l’arte attraverso il linguaggio espressivo del corpo. Una réunion che ha dato vita a suggestive rappresentazioni sceniche, mimesi trasposizionali e coreici spunti di riflessione sulla letteratura, sulla storia, la psicanalisi, la società e l’intimismo relazionale.
Nella capitale dal 7 al 25 febbraio 2023, si sono susseguiti 11 grandi eventi, per 15 coreografi, 4 prime italiane, 1 prima mondiale, 2 spettacoli per famiglie e una Notte a Teatro per i bambini, oltre a proiezioni e incontri, che hanno preso forma presso l’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone, spostandosi poi tra il Teatro Argentina e il Teatro Palladium.
Una prestigiosa serie di nomi internazionali ha caratterizzato il festival, a cui la Gauthier Dance ha dato il via con il primo evento, mettendo in scena i 7 peccati capitali, sotto l’egida di 7 coreografi europei, per lo spettacolo “The Seven Sin”: si è iniziato dalla Pigrizia affidata alla canadese Aszure Barton, per poi passare all’Avidità, indagata invece da Sidi Larbi Cherkaoui, attraversando l’invidia esplorata da Sharon Eyal, la Golosità espressa da Goecke e l’Orgoglio da Marcos Morau, fino alla Lussuria esplosa nella rappresentazione di Hofesh Shechter, per arrivare alla prorompenza dell’Ira, affidata a Sasha Waltz.
La manifestazione è proseguita con la compagnia del coreografo italiano Virgilio Sieni, che ha messo in scena per due sere di fila, rispettivamente, gli spettacoli “Le tue labbra” e “Satiri”, una fusion di spazi e riflessi, giochi di vespro e tenebre, tra movimenti orbitanti e la densità musicale del violoncello di Naomi Berrill.
L’esotismo e il melodramma sono stati celebrati in chiave fortemente rielaborata, dalla compagnia Nuovo Balletto di Toscana in “Bayadére - Il regno delle ombre”, una versione contemporanea lontana dall’archetipo ottocentesco, che Michele di Stefano, ha ideato concentrandosi sull'atemporalità del ‘classico’ nel III atto di Bayadère, dove le anime impalpabili apparse in sogno al guerriero Solor dopo aver fumato il narghilè scendono in arabesque penchées le pendici dell’Himalaya.
Successivamente, si sono susseguite quattro serate per la versione rinnovata di “Ink” di Dimitris Papaioannou, già premio Ubu 2020-21 come migliore spettacolo presentato in Italia. La trama di un incontro/scontro tra due protagonisti concettualmente distanti, abbracciata dall’energia dell’acqua, in una fascinosa cornice scenografica e coreografica.
Anche in questa edizione è stato riproposto il laboratorio per bambini “Notte a Teatro”, un workshop di movimento abbinato a esperimenti di tecnica teatrale: un’esperienza immersiva di danza, condivisa tra danzatori, bambini e genitori.
La filosofia è stata trasposta in scena secondo la sensibilità artistica di Angelin Preljiocaj, che ha analizzato la trascendenza dei corpi, accompagnando l’esibizione con delle registrazioni audio su Spinoza, insieme alla potenza musicale delle note di Jimi Hendrix.
Olivier Dubois, per l’occasione, ha presentato in prima teatrale italiana, “Tragedie”, un poema coreografico per 18 danzatori, riallestito a dieci anni di distanza dalla sua creazione originale: una danza ipnotica, incessante e ossessiva, in cui figure completamente nude e immerse nell’ un’oscurità, si muovono su una sequenza di dodici passi, passi che dal buio della notte, possono condurre verso una possibile luce, al risveglio della coscienza.
Il Ballet de l’Opéra de Lyon ha segnato la fine di Equilibrio 2023, portando in scena in prima italiana, la nuova versione della coreografia folcloristica di “Folk-s”, firmata dal Leone d’Oro Alessandro Sciarroni, la cui voce, insieme a quella degli interpreti, ha tracciato, nel docufilm appositamente dedicato, il percorso e le riflessioni sui fenomeni delle antiche danze popolari sopravvissute nel tempo.
Salomè Da Silva
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