Si Dubita Sempre Delle Cose Più Belle. Parole D’amore E Di Letteratura

Si Dubita Sempre Delle Cose Più Belle. Parole D’amore E Di Letteratura

E non voglio neppure chiamarti anima. La recensione di Unfolding Roma

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Due personalità, due anime vicine seppur lontane, che si completano. L’amore irrora e congiunge, si è anima. La parte interna destinata a una persona la quale viene riconosciuta quando la si incontra. Un carattere buio si risveglia mediante la scrittura svelandosi attraverso lunghe lettere.

Percepire un’anima bella è l’incontro di quella parte fascinosa e suadente che riempie l’un l’altro. Quasi come il gioco degli alambicchi, dove tutto si alterna e si ricambia, così un quadro sentimentale scaturisce in perfetta armonia secondo la ricostruzione di un rapporto epistolare molto passionale e denso di desiderio.

Federico De Roberto incontra Ernesta Valle Ribera, per la prima volta, a Milano, nel salotto della contessa Virginia Borromeo. Era il 29 maggio 1987 e se ne invaghisce immediatamente. Grazie alle lettere d’amore, conservate alla Biblioteca Universitaria di Catania e custodite dalla nipote di De Roberto, Nenella, considerata come una figlia, si è potuti risalire alla loro storia d’amore, ricostruendola passo per passo.

Dobbiamo la ricostruzione dello straordinario carteggio d’amore e di letteratura al lungo lavoro svolto da Sarah Zappulla Muscarà (Università di Catania) e Enzo Zappulla (presidente dell’Istituto di Storia dello Spettacolo Siciliano), curatori del monumentale volume Si dubita sempre delle cose più belle. Parole d’amore e di letteratura, edito da Bompiani (circa 2.150 pagine, 800 lettere, 86 immagini).

Presentato il 29 maggio al Teatro Argentina di Roma nella Sala Squarzina , in occasione dell’anniversario del primo incontro tra Federico De Roberto e Ernesta Valle Ribera. Svela ciò che è stato l’amore tra l’autore del romanzo I Vicerè (1894 – Pirandello: “uno dei più solidi romanzi della letteratura italiana”), catanese e scrittore affermato dell’ ‘800, e Ernesta Valle Ribera, colta e raffinata gentildonna milanese.

Dopo il saluto di Marino Sinibaldi, presidente del Teatro di Roma e di Mario Andreose, direttore letterario del gruppo RCS Libri, i giornalisti Paolo Fallai, responsabile delle pagine romane del Corriere della Sera, e Filippo Arriva, capo ufficio stampa del Teatro dell’Opera di Roma, hanno ripercorso le tappe fondamentali di una storia d’amore dal forte tasso erotico per tanti aspetti d’eccezione.

Si dubita sempre delle cose più belle. Parole d’amore e di letteratura è un viaggio tra luoghi, date e storia. Nomi, sapori, lettere, segreti, personalità, viaggi, persone e distanze sono la cornice. Secondo il punto di vista di Mario Andreose è un epistolario passionale dove si leggono gli stati d’animo degli scriventi attraverso la storia d’amore appassionata e passionale, includendo lo sguardo analitico e minuzioso incentrato sulla letteratura siciliana.

Paolo Fallai e Filippo Arriva, in contrapposizione, ne fanno un’analisi di passione totale, di lontananza, di mancanza e di dolore in un contesto storico culturale, sociale e mondano di Milano e Catania, in cui il rapporto d’amore si svolge. Paolo Fallai si sofferma sul senso di sfiga totale che caratterizzò la vita dello scrittore, dalla morte del padre quando era giovane e la dispotica presenza della madre-padrona donna Marianna degli Asmundo.

Filippo Arriva, incentra la sua visione nella quale più ci si scrive meno ci si incontra, è quasi come fare sesso non contemplando fisicità. Le lettere, secondo Arriva, sono un gioco di falsità letteraria, quasi a nascondere il desiderio di pubblicarle, come ogni scrittore vorrebbe. Reputa, inoltre, che il volume sia un’attività editoriale di pregio necessaria per far conoscere la cultura di cui vive la Sicilia. Evidenzia

Tra il 1897 e il 1903 Federico De Roberto, sotto il rigido controllo di una madre despota, e Ernesta Valle Ribera, sposata, vivono quel sentimento alto nonostante le condizioni avverse. La luminosità di Renata, così Ernesta Valle Ribera viene ribattezzata da Federico De Roberto, perché rinata all’amore, viene evidenziata dallo stesso Arriva. Amore spentosi in quanto De Roberto non si trasferì a Milano per proseguire la collaborazione con Il Corriere della Sera.

La lontana viscerale passione entra in un erotico descrittivo e delicato che sottolinea la voglia inarrestabile di volere fortemente l’amata vicina e non da sognare e immaginare. Così Giuseppe Palmieri e Lia Tanzi ci fanno arrivare quei sentimenti declamando alcune lettere mediante la loro inconfondibile recitazione.

Un contatto. Due vite respirate attraverso parole che esprimono anche piccoli malesseri e tanta tenerezza. La vita di ogni giorno, incontri, frustrazioni, gioie e dolori, nei quali la verità non necessita di candore. Essendo sé stessi e non ipocriti, ci si permette di entrare in intimità e di parlare con l’altro in libertà.

Il nascosto e il privato sono racchiusi come dentro uno scrigno, sebbene il pudore di quella realtà, e ai lettori la possibilità di aprirlo vivendo due caratteri e due circostanze. L’amore. Due anime che si completano, irrorando l’altro, perché soli si è incompleti. Un senso di appartenenza che induce a desideri, persuasioni e sogni, la parte intima che sorprende sempre.

Un ricco vaso di Pandora colmo di notizie, le più varie, che costituisce, come sottolineato, un’immersione totale nell’officina segreta dello scrittore, nella sua biblioteca, ma pure uno spaccato del mondo giornalistico, letterario, editoriale, teatrale, finanziario, politico, sociale, mondano che investe l’intellighentia del tempo, italiana e non solo.

Annalisa Civitelli

La Redazione di Unfoldingroma si scusa per il ritardo della pubblicazione per motivi tecnici

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