I Nuovi Umani Negli Scatti Di Lucrezia Testa Iannilli

I Nuovi Umani Negli Scatti Di Lucrezia Testa Iannilli

Lucrezia Testa Iannilli, classe 1977, romana, dal 1995 lavora nel settore del teatro equestre, delle arti dello spettacolo e della fotografia tra Europa, Canada e Brasile.

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Lucrezia Testa Iannilli, classe 1977, romana, dal 1995 lavora nel settore del teatro equestre, delle arti dello spettacolo e della fotografia tra Europa, Canada e Brasile.

Nei suoi scatti affronta il concetto di post-umano, specializzata in set d'azione e interessata a riportare storie non convenzionali, instaura un rapporto intenso con i suoi modelli per esplorare stili di vita non convenzionali. Lavora con fotocamere digitali compatte per espandere diverse visioni e stati d'animo. A rendere inconfondibile la sua espressione artistica sono le performance site-specific e le ricerche concettuali.

Ho incontrato Lucrezia Testa Iannilli durante la scorsa Roma Art Week, alla fine di ottobre, in una location d’eccezione, al Drink Kong, cocktail bar, inserito nella lista 2020 di The World’s 50 Best Bars, uno dei miei locali preferiti a Roma.

Una vera e propria indagine sui “Nuovi Umani”, in uno scenario meta-filmico e surreale ripartito in un dittico tematico: umano/androide.

Ho volute farle alcune domande in quella sede.

Partiamo dall’inizio come nasce la fotografa Lucrezia Testa Iannilli?

Nasco nel mondo equestre e poi grazie a varie evoluzioni divento fotografa. Una vera e propria metamorfosi. Il circuito cavalli/spettacolo è stato quel primo motore che ha dato il via a grandi e continui spostamenti. Lo dico anche ai più giovani, bisogna avere una fede, una febbre, una motivazione che spinge per uscire, un vero e proprio obiettivo. Non nel senso arrivista del termine ovviamente, piuttosto un fuoco interno, sacro, che motiva ad andare e a fare. Lo dico sempre: il talento è la voglia!

Quello era il mio senso di essere libera e cavallerizza, ed è stato in quel primo contesto negli anni novanta che la motivazione si è evoluta sempre più.

Allora, neanche maggiorenne, oltre a sperimentare eventi e circostanze non convenzionali ero costantemente alle prese con gente dalle personalità forti, persone creative a loro modo, che si occupavano di me e di tutto il resto, da quello che roteava nel mondo dei loro cavalli, fino al più piccolo dettaglio degli abiti di scena.

Lasciato successivamente quel contesto mi sono avvicinata sempre più al mondo dell’arte contemporanea, affinando altre peculiarità. Se agli esordi utilizzavo lo sforzo fisico con il duro lavoro dei cavalli, col tempo affinavo una forza visiva costante, ed il primo strumento usato è stato il mio corpo, attraverso la danza e la musica per poi divenire performance. Sempre circondata da nuove persone, incredibilmente stimolanti e creative le quali nutrivano e ispiravano la mia vita, fino a trovarmi pian piano completamente immersa nel linguaggio fotografico, e questo dal 2012 circa.

Venivo dal lavoro di art director, per cui avere già in testa una certa visione delle cose diventava facilmente “scatto”.

Questa è la seconda edizione di Roma Art Week a cui prendo parte, l’anno scorso non ho potuto partecipare perché impegnata in una complessa installazione in contemporanea al Museo MACRO di Roma.

Mentre la mia prima edizione del festival nel 2018 si è svolta alla Luiss sempre in performance e fotografia con cavalli, rapaci e levrieri durante una sessione di tre giorni nel campus di Villa Blanc.

Nuovi Umani perché?

New Humans è ispirato dall’ideale di umano che comincia a percepire sè stesso in un’epoca che sta cambiando, intuendo una prima mutazione sia nel tempo che nella persona. Un umano che riflette di conseguenza sul concetto di non umano, ovvero androide, e di ciò che è stata l’evoluzione della specie. Il luogo scelto per l’open studio rispecchia molto il tema degli scatti, con degli immaginari filmici non a caso ispirati a Blade Runner, così come allo scrittore P.Dick, e il Drink Kong ne riflette a pieno la filosofia creando anche una drink list e un menù ad hoc.

Ho unito il mio pensiero al mood del cocktail bar ed è nata questa splendida sinergia.

Che cosa vuoi trasmettere con questi scatti? Con la loro manipolazione

In questi scatti non c’è post produzione. Le immagini sono il frutto del “lavoro a due”, tra me e i modelli che devono saper trascendere la posa e lavorare con l’immateriale. Quando questo non avviene, allora si può anche rimanere nella posa che viene però distorta, creando quel grano di follia che porta almeno l’idea d’immateriale. Un codificato vocabolario di atteggiamenti, frasi e percezioni quasi di scoperta e auspicabile “riconoscimento” identitario fra artista e soggetto.

Perché parafrasando D. Campany, “Le fotografie non possono esprimere significati in modo limpido. Da sola una fotografia non può dar conto dell’immagine che descrive e neppure di sé stessa. Come il Bartleby di H.Melville, una fotografia è una presenza insistente, ma enigmatica. In ognuna c’è una specie di follia e rinascita”.

Per le ulteriori info su questa straordinaria fotografa:

https://www.lucreziatestaiannilli.com/

Intervista di Stefania Vaghi

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