“L’attesa” Nuovo Progetto Artistico Presso “Fotografia Km0” A Torino

“L’attesa” Nuovo Progetto Artistico Presso “Fotografia Km0” A Torino

Fino al 12 gennaio 2021 a Torino, presso lo spazio espositivo Fotografia Km0, laboratorio diretto dal fotografo Michele D’Ottavio , sarà visibile “L’attesa” il progetto artistico di Pablo Mesa Capella, curato da Togaci Gaudiano.

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Fino al 12 gennaio 2021 a Torino, presso lo spazio espositivo Fotografia Km0, laboratorio diretto dal fotografo Michele D’Ottavio , sarà visibile “L’attesa” il progetto artistico di Pablo Mesa Capella, curato da Togaci Gaudiano.

L’opera artistica si compone di 48 elementi, di cui 12 d’origine alimentare, presentati tramite due istantanee polaroid che raccontano la quotidianità dello storico mercato multietnico di Porta Palazzo a Torino, uno dei luoghi di scambio economico-culturale più importanti d’Europa. L’installazione si compone anche di un barattolo di vetro che racchiude simbolicamente l’oggetto di scambio, conservato sotto spirito.

Così Togaci Gaudiano illustra il tema trattato e ci da una panoramica sull’importanza del cibo come fonte di vita ma anche di ispirazione artistica: “ Che il cibo sia per l’arte una fonte inesauribile di ispirazioni è cosa nota. Meno nota, forse, è la diversità di significati che questo ha via via assunto nella storia dell’Arte in generale, e nei percorsi dei singoli artisti in particolare. Alla base ovviamente c'è il bisogno primario della nutrizione da soddisfare, ma nondimeno emergono anche le necessità estetica e spirituale. Se è infatti innegabile la spinta al sostentamento, è altrettanto vero che in noi esseri umani è presente anche l'impulso a soddisfare necessità meno fisiche per quanto ugualmente urgenti, come il desiderio di bellezza. E lo facciamo trasformando un semplice piatto di minestra in qualcosa di gradevole alla vista oltre che al palato. Con l’atto del 'far da mangiare' nutriamo corpo e spirito trasformando materie prime tramite la lavorazione e la cottura degli alimenti, caratteristica questa peculiare della razza umana. Vediamo il cibo non solo come bisogno primario, ma anche come materia plasmabile, da ammirare, da offrire, da percepire con tutti i sensi. Cibo per godere dei piaceri della vita, sovente accostato alla sensualità e alla sessualità. Tutto ciò che riguarda l’alimentazione diventa preziosa fonte di ispirazione per chi voglia esprimersi nelle arti visive. Possiamo scoprire nel linguaggio del cibo una valenza istituzionale, una sacra, una simbolica, antropologica, sociale, culturale, e così via, e tutto attraverso l’arte”.

L’artista spagnolo interpreta e mette in scena la semplicità e al tempo stesso l’importanza dello scambio dando agli oggetti di consumo un valore diverso, fatto di interazione e senso di appartenenza: “Pablo Mesa Capella ne traccia una mappa e crea un percorso di acquisto e di conservazione che si dilata attraversando la sfera temporale e creando una memoria. Il lavoro di Pablo Mesa Capella nasce dalla frequentazione dello storico mercato di Porta Palazzo, che da sempre nella tradizione torinese rappresenta una sorta di porto nel quale approda chi sceglie Torino come posto in cui abitare pur non essendone originario. La culla del più grande mercato multietnico d’Europa, dove i contadini delle campagne e delle valli piemontesi vendono le proprie merci fianco a fianco con coltivatori cinesi e donne marocchine le cui borse sono ricolme di pane e msemmen appena sfornato, dove i banchi dei macellai egiziani si alternano a quelli dei casari romeni, dei pescatori siciliani e baresi, il tutto coesistente in un reticolo unico di sapori e profumi. Pablo racconta che Porta Palazzo ha progressivamente smesso di essere soltanto un mercato per diventare spazio nel quale si costruiscono rapporti, si tracciano dei canali di dialogo, si instaurano degli scambi fatti di piccoli gesti che si tramutano in tessere di un mosaico di appartenenza. L'artista, originario di Malaga, ha voluto mettere in scena la straordinaria semplicità di questi scambi. Gli elementi acquistati, intesi come oggetti di consumo comune e soggetti a decadimento, sono sul bancone così come il venditore ha deciso di disporli, prima di essere immessi nell'atto dello scambio e venire immortalati per diventare - al pari di reliquie - immuni allo scorrere del tempo. Gli oggetti vengono chiusi in barattoli sotto spirito in un procedimento che è quasi un rituale dal sapore mistico, e così facendo conservano la dialettica di scelta, di passaggio e - nello scatto fotografico della Polaroid che sottrae l’oggetto al suo organico deperimento - della loro memoria”. Info Fotografia Km0 , Piazza della Repubblica 20 – Torino; orari mercato da martedì a sabato dalle 10:00 alle 18:00 info@fotografiakmo.it .

Articolo di Giorgio Vulcano

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