A Sperlonga Stati Transitori Dell'essere - Mostra Fotografica

A Sperlonga Stati Transitori Dell'essere - Mostra Fotografica

Autori vari invitati a descrivere il loro viaggio intimo tra il passato e il futuro

stampa articolo Scarica pdf



Si è appena conclusa la mostra dal titolo "Stati Transitori dell'essere" allestita in un luogo silenzioso, nella ex chiesa Sanctae Mariae, che si interpone al rumore vacanziero e spensierato del vociare di turisti in ciabatte e visitatori occasionali, tra le viuzze di una magica Sperlonga, in un'estate rovente. La mostra invita a lasciarci tutto alle spalle, frivolezze e superficialità, fuori dal luogo che un tempo fu di culto, ci invita a immergerci in una riflessione profonda, su chi siamo e chi diventeremo. Un pensiero filosofico tanto caro ai Greci basato sul concetto di Unità, matematica e metafisica, tra il dimostrabile e l'empirico. Un gioco armonico tra contrasti laddove non esiste il male senza il bene e l'amore senza l'odio, dove tutto permane e tutto scorre.

Voluta dal Circolo fotografico - culturale "L'altro sguardo" di Formia e promossa dal comune di Sperlonga, presenta il lavoro dei soci autori. Una dimensione collettiva dell'arte, che nasce come atto reazionario alla negatività ed alle precarietà del presente. Al centro la loro immagine visiva: momenti, stati d'animo, ricordi, con un linguaggio universale dello spirito condiviso e compreso da tutti, in ascolto o in cammino verso altri mondi. I lavori evocano il tema del rapporto tra Essere e il Divenire, cercando di far vivere un sentimento del tempo, inteso come ricerca di un assoluto spirituale. L'Essere, dal greco Einai, ha come significato ciò che è e non può non essere, rigida concezione razionalistica di una verità inconfutabile.

Dentro le cornici nere, usate da tutti gli autori per contenere pensieri e suggestioni, ogni autore ha il suo spazio, il suo tempo, il suo modo per raccontare la sua storia fatta di presente e futuro. Alberto Vozzolo, fotografo socio del circolo, presenta "Nascosto", con le fotografie in bianco e nero di luoghi che possono sembrare gabbie, ma sono nidi. Libertà e prigionia, tenaglie che stritolano e paralizzano, mentre le luci sprigionano la vita e la speranza. luoghi magici austeri e inviolabili, o domestici ma spaventosi, per nulla rassicuranti. L'enigma della vita e il suo inesorabile altalenante essere e divenire, in questo dubbio l'autore si paralizza nell'eterna inadeguatezza dei desideri e delle paure.

Una grande parete accoglie i lavori di Bruno Tomao, nove fotografie che legano tre generazioni accumunate da malattie che hanno lasciato segni evidenti sul corpo. Inesorabili ferite che talvolta vengono nascoste e che affiorano come le onde che si ritirano dal mare lasciando la spiaggia bagnata e vulnerabile, un moto naturale, ciclico, inarrestabile. Bruno Tomao ci presenta un tempo che non lascia impressionare o commuovere ma passa senza curarsi di ciò che resta. Volti, cicatrici e mani che si tendono verso un futuro, carico di speranza, sapendo che sarà il passato, l'amore tra padri e figli, l'Essere che tesse le trame del divenire e tra questi solchi di piaghe dolori si intreccia la speranza.

Belle le riflessioni proposte dagli scatti di Sabrina Mazzeo nel "Il tempo della memoria", tutto scorre, gli oggetti sono testimoni silenziosi di un'epoca passato, capace di conservare e fermare memorie antiche. L'istante della memoria è dentro di noi, chiudendo gli occhi, ogni oggetto prende la giusta forma dello spazio e del tempo. "Spiritual Evolution" lo propone Ivan D'Abrosca, vi è immaginazione, ispirazione, intuizione tra le fotografie incorniciate di nero. Luoghi silenziosi, primitivi, in cui la natura avvolge di misteri e pace l'essenza delle cose. Cosa siamo e cosa saremo, se non sappiamo accogliere, se quello che seminiamo e morte e disperazione? L'amara riflessione dei "Migrantes" di Mauro Abate. Toccanti fotografie di veli e drappi, che con sacralità portano pace e giustizia.

Vi è colore nelle splendide immagini di Lucia Simeone e Lucia Soscia. La prima con "Elementa" , ferma il tempo e lo spazio, tutto si trasforma e la materia prende forma. Nuovi volti, corpi che vibrano e braccia che si tendono. Una danza dove non esiste né passato, ne presente. Tutto muta e tutto si fonde, la pietra diventa seta, la luce diventa scia. Lucia Soscia da un senso al suo cercare, tra giochi d'ombra e trasparenze, uno sguardo sull'infinito, meta del "Senso" del suo cercare. Lucia scrive: ..."che tesoro rincorro? Quello che già mi appartiene"...

Forse è qui la vera essenza del nostro Essere, una realtà fatta di passato e di futuro già scritto. Si esce da questa mostra incantati e frastornati, tutto si è capovolto ma ha trovato la sua perfetta armonia e equilibrio tra ciò che è stato e ciò che sarà, ributtandoci nelle viuzze di una Sperlonga che non ha tempo per pensare ma che con i suoi mille colori vive il suo presente gioioso, pittoresco e vacanziero.

Chiara Sticca

© Riproduzione riservata