Luciano Sacchini

Luciano Sacchini

Io credo che lo scatto fotografico giusto abbia già in sè una storia che racconta agli occhi di chi lo sta guardando. Non sempre le parole sono sufficienti per descrivere una situazione o uno stato d'animo come invece riesce a fare una fotografia che cattura l'esatto momento e tutta l'emozione.

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Luciano Sacchini, fotografo sportivo professionista, di calcio nello specifico, le giovanili in particolare; un mondo di cui sentiamo spesso parlare ma a cui ci dedichiamo poco, forse per lo scarso risalto che i media dedicano a queste categorie che, seppur vitali per mantenere alto il prestigio di questo sport a livello nazionale, non riescono a richiamare la giusta attenzione. Luciano, romano e romanista si racconta ad UnfoldingRoma in questa intervista a  tutto campo: lavoro, passione, politica, attento e sensibile, una personalità profonda e non banale, un "artista" perchè come sanno fare solo gli artisti riescono a focalizzare ed estrapolare in un "attimo" l'anima  di ogni cosa ed il lato intimo e nascosto delle persone.

Luciano Sacchini per UnfoldingRoma.

Luciano Sacchini, quando è cominciata la sua passione per la fotografia?

Ho sempre avuto la passione per la fotografia, fin da quando ero ragazzo con i miei amici ci divertivamo a immortalare istanti che poi sviluppavamo da noi in immprovvisate camere oscure.Da allora posso dire di aver sempre coltivato questa passione che negli anni si è trasformata da semplice passatempo a qualcosa che oggi porto avanti con costanza ogni weekend sui campi da calcio.Mi sono avvicinato alla fotografia sportiva in modo un po' inaspettato. Un sabato pomeriggio seduto sugli spalti mentre guardavo una partita della Roma Primavera, tirai fuori la mia macchina fotografica che casualmente avevo con me quel giorno e scattati dall'alto qualche fotografia del mach. Tornato a casa le pubblicai sulla mia pagina Facebook e da allora non ho più smesso, con la differenza che adesso accompagno i giocatori fin sul campo verde e collaborando con diversi siti online racconto ogni momento decisivo degli incontri.

Più giornalista o più fotografo? E' possibile coniugare in modo intelligente le due cose senza che l'una sovrasti l'altra?

Io credo che lo scatto fotografico giusto abbia già in sè una storia che racconta agli occhi di chi lo sta guardando. Non sempre le parole sono sufficienti per descrivere una situazione o uno stato d'animo come invece riesce a fare una fotografia che cattura l'esatto momento e tutta l'emozione che si nasconde al suo interno. Non posso considerarmi un giornalista esperto di parole, preferisco raccontare attraverso il fermoimmagine di momenti che potranno essere rivissuti attraverso la loro osservazione.

Per essere un fotografo sportivo, quali sono le peculiarità che un professionista dovrebbe avere?

Cogliere l'attimo, avere sempre la macchina fotografica pronta a scattare perchè l'azione decisiva è sempre dietro il corner. Bisogna avere molta tenacia e pazienza, non mollare mai come in ogni obiettivo che si vuole raggiungere nella vita. Ritengo che sia fondamentale anche avere una passione per ciò che si sta fotografando affinchè questo impegno non si trasformi mai in un obbligo ma resti sempre un piacere nel conseguire lo scatto vincente.

Qual è lo scatto al quale è più affezionato?

E' stato difficile scegliere un solo scatto che racchiuda tutto quello che è il mio lavoro e la passione che ci metto nel farlo. Dato anche il momento attuale ho scelto, una fotografia scattata durante il derby della categoria Giovanissimi Nazionali dello scorso campionato. A fine gara ho immortalato il momento in cui due giocatori della Roma abbracciavano consolando un loro amico della squadra avversaria uscita perdente dall'incontro. Sono solo dei giovani ragazzi ma che rappresentano il nostro futuro e sono felice di aver visto una tale immagine che mi lascia ben sperare per quello che saranno le sorti del calcio, o almeno questo è ciò che spero.

Lei è un gran tifoso romanista, l'arrivo di Spalletti ha dato una sferzata di ottimismo, crede che il Mister riuscirà nell'impresa di agguantare il 2° posto?

La mentalità e il lavoro di Mister Spalletti si sono visti fin da subito sul campo. Per come si stavano mettendo le cose a metà stagione, il terzo posto potrebbe essere un buon risultato, anche perchè il Napoli ha un buon vantaggio in termini di punti e forse anche di calendario. Il secondo posto resta comunque come un traguardo a cui mirare, per non smettere mai di crederci fino alla fine, perchè la Roma è una grande squadra e ha le capacità e lo spirito ritrovato per raggiungere il risultato sperato.

Si fa un gran parlare del mercato in casa Roma e, di conseguenza, del pareggio di bilancio. lei chi sacrificherebbe e chi blinderebbe tra i giocatori presenti nell'attuale rosa?

Spero che non ci siano rivoluzioni nel mercato estivo della Roma, anche se senza la certezza degli introiti della Champions League almeno una cessione sembra inevitabile. Dal mio punto di vista Manolas deve essere trattenuto a tutti i costi. Non è mai facile rimpiazzare un difensore centrale forte come il greco, ci siamo riusciti una volta dopo la partenza di Benatia e non rischierei una seconda volta. Nainngolan e Pjanic sono entrambi campioni, sperando che solo uno abbandoni la Roma, lascerei la scelta a Spalletti, solo lui sa chi meglio può essere rimpiazzato nella sua squadra.

Personalmente ho un debole per due giovani pupilli di Sabatini: Sanabria e Paredes che un po' a Roma la scorsa stagione, un po' altrove, stanno ottenendo ottimi risultati. Si presume che siano tra i sacrificabili per fare cassa. Lei, punterebbe su una Roma decisamente più giovane o continuerebbe ad investie su campioni di sicuro rendimento?

Sabatini si è sempre dimostrato molto abile nello scovare talenti, credo che la sua partenza rappresenti un punto di svolta per il mercato della Roma che punterà più su giocatori funzionali alle scelte del Mister. Io personalmente sarei felice di una squadra ricca di giovani, ma credo che in un team di vertice l'esperienza sia fondamentale. Ogni weekend seguo i giovani della Roma e sono convinto che nella rosa siano presenti alcuni elementi molto validi e che potranno fare bene in futuro, come testimonia il crescente numero delle convocazioni nelle varie Nazionali Under.

Le Giovanili ed in particolare la Primavera della Roma, costituiscono un buon vivaio o possono aiutare la società per gli scambi e le plusvalenze?

Questo è un argomento abbastanza delicato. Abbiamo tanti giovani con un futuro luminoso che stanno facendo bene, chi in primavera come Nura e Sadiq, chi in altre squadre come quelli da lei prima citati. Purtroppo con i giovani ci vuole pazienza e non tutti riescono a soddisfare fino in fondo le attese. Il vivaio della Roma si è sempre dimostrato un'eccellenza nel panorama italiano e in ogni caso è una risorsa importante da custodire e ampliare attraverso l'ottimo lavoro che Bruno Conti e tutti i suoi collaboatori svolgono quotidianamente.

Totti non Totti, Mito o Leggenda, Rinnovo o Chiusura di Carriera. L'equilibrio di solito sta nel mezzo, in questo caso una mezza misura sarebbe impossibile da sostenere, per Lei dov'è la verità?

Spero che Totti rimanga, credo che si sia guadagnato nel tempo la possibilità di decidere il suo futuro a Roma. Come ha detto Mister Spalletti, Totti ha l'esperienza e le capacità per far tutto a Trigoria. Tuttavia, agganciandomi alla domanda precedente, spero decida di terminare la sua carriera da giocatore a fine stagione per mettersi poi al servizio dei tanti giovani presenti a Roma. Con lui al fianco hanno solo da imparare e tutto l'ambiente ne gioverà.

Il Derby. Per noi romani mai una partita come le altre. Cosa vuol dire per un Romano il Derby?

Come ha già detto lei nella domanda, questa partita non è come tutte le altre e anche raccontarla a parole non è semplice, si perderebbe il carico di emozioni e di agitazione che si porta dietro. Ho visto un centinaio di derby e tutti sono stati vissuti con lo stesso pathos di una finale di Champions. Le sorti di un intero campionato possono essere ribaltate dal risultato di questa stracittadina. Riponiamo tutte le aspettative e la volontà di fare bene e fare un grande risultato per il nostro orgoglio di romani. Dovremmo imparare a far prevalere lo spirito sportivo e sperare di vedere una bella partita in termini di prestazioni e di correttezza sul campo e fuori.

In questi mesi si stanno dando battaglia diversi candidati alla poltrona di Sindaco di Roma: Bertolaso, Meloni, Marchini, Raggi, solo per citarne alcuni. Secondo lei, chi tra tutti potrebbe risollevare la Capitale portandola agli antichi splendori?

La situazione attuale di Roma è molto complicata. Non è una città facile da gestire e governare e purtroppo le politiche degli ultimi anni l'hanno resa ancora più oscura. Non so chi possa effettivamente risollevare la Capitale, so che però questo è un lavoro necessario che va fatto ad ogni costo, indipendentemente dal colore del proprio partito o movimento politico. E' la Capitale d'Italia famosa e sognata nel mondo intero e non merita cittadini che non la apprezzano ma anzi ne deturpano quotidianamente il decoro. Dovremmo essere noi romani i primi a prendercene cura rispettandone il patrimonio e le regole di civiltà.


Sepchild Adoption, Unioni Civili, cosa ne pensa? E' possibile far convivere una Nazione apparentemente molto legata alle tradizioni con questa nuova realtà?

Ritengo che l'Italia debba apprezzare e valorizare quella che è stata la sua grande storia e imparare da quella, ma sarebbe anacronistico non guardare avanti. Il mondo continua a muoversi e non credo sia accettabile che le persone siano considerate diversamente rispetto a questioni di diritti e doveri. Abbiamo imparato molto tempo fà che siamo tutti uguali e con gli stessi diritti e allora è giunto il momento per riconoscere davvero a tutti gli stessi diritti. Considero la famiglia un valore importante fondato sul rispetto e il sostegno reciproco, un diritto di cui ogni persona dovrebbe godere.
Gli attentati di Bruxelles hanno nuovamente scosso il Mondo intero, morte e distruzione, in Spagna il pullman che si ribalta provocando una strage di studentesse, altissima l'attenzione dei Media e grande risalto su tutte le testate giornalistiche; poi l'attentato in Pakistan, dove le vittime sono perlopiù donne e bambini, ma l'attenzione dedicata a questo ennesimo scempio non è stata la stessa. Esistono davvero morti di serie A e morti di serie B?

Non credo si tratti di morti di serie A o serie B quanto di percezione del pericolo. Siamo portati a pensare che in posti che sentiamo culturalmente e socialmente lontani, guerre e stragi come le ultime avvenute siano una sorta di normalità. Pensiamo che sia qualcosa che non ci riguardi nè che ci tocchi personalmente e dalla nostra realtà siamo pronti a dare giudizi senza prestare la giusta attenzione. Dovremmo imparare a guardare il mondo con occhi nuovi.

Grazie Luciano, UnfoldingRoma le augura una carriera ancora più luminosa e piacevole. e...Buon Derby...

    Laura Tarani



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