GRANDE FESTA DI ROMA 2020

Roma resuscita con la festa del primo dell’anno proponendo sul tema della Terra e della Natura spettacoli unici con artisti internazionali che hanno affascinato migliaia di romani e turisti

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Se il primo giorno del 2019 fu festeggiato con una festa fantastica possiamo affermare che Roma il primo gennaio 2020 si è semplicemente superata offrendo a migliaia di romani e turisti anche internazionali un evento davvero unico che ha visto tantissimi artisti impegnati ad offrire tutto il meglio delle loro capacità. E questa volta possiamo essere d’accordo con il sindaco Virginia Raggi che in un twitter ha definito il Capodanno della Capitale come il più elettrizzante.

Dopo la luna dello scorso anno, questa volta il tema è stato la Terra con la sua bellezza ma anche con i suoi tanti problemi ponendo al centro dell’attenzione il rapporto fra l’uomo e la Natura. Attraverso Piazza dell’Emporio, Ponte Fabricio, Giardino degli Aranci e Piazza Bocca delle Verità si è viaggiato fra i vari ecosistemi terrestri con le loro biodiversità per diversi palcoscenici dove si sono sapientemente armonizzati l’abilità e la forza umana con incredibili acrobazie, il valore dell’intelletto con un’inventiva a dir poco innovativa e le nuove tecnologie capaci di proiettare la storia di Roma in un ambiente futuristico.

La Festa di Roma 2020 si è avvalsa della regia e del coordinamento artistico di Fabrizio Arcuri, Claudia Sorace e Francesca Macrì con scenari che oltre a meravigliare hanno indotto anche a riflettere. A cominciare dall’enorme ragnatela su cui si sono mossi ragni luminosi giganteschi per ricordare l’agitazione dei sottoboschi come parte preziosa dell’ambiente boschivo all’ombra degli alberi ad alto fusto. E per ricreare l’atmosfera afosa dei deserti, la compagnia belga Showflamme ha creato "Sparkling Vibes", ovvero un’installazione di fuoco su tutta la passeggiata che unisce via di Santa Maria in Cosmedin al Giardino degli Aranci per un percorso illuminato in modo anomalo e incantato.

Proprio il Giardino degli Aranci ha donato una visione fuori dal tempo mostrandosi in una bellezza ancora più particolare. Non a caso, grazie all’installazione “Polar everyday life” sculture di ghiaccio raffiguranti famiglie di orsi polari si sono aggirate fra gli alberi mostrandosi nelle loro attività più quotidiane. A dir poco suggestive le minuscole sculture raffiguranti uomini e donne di 20 centimetri e realizzate in ghiaccio dall’ artista brasiliana Néle Azevedo che, sistemate in ogni angolo del giardino e sui bordi dell’affaccio sul panorama, hanno simboleggiato la scomparsa dell’individualità e della perdita di personalità all’interno della massa.

Alla Festa di Roma anche l’artista francese Olivier Grossetête con “Ephemeral theatre”, un’opera site specific mai realizzata prima d’ora che ha previsto una costruzione di 15 metri per 15 con la riproduzione del Teatro di Marcello con il solo utilizzo di cartoni, nastro adesivo e la partecipazione di una vasta fetta di cittadinanza.

Fra i momenti più coinvolgenti della festa sicuramente le parate a cominciare da quella Tiberina che ha attraversato il cuore della città per rendere omaggio alla natura attraverso un rituale dedicato all’acqua e in particolare al fiume Tevere. “Il suono della terra” ha proposto canti e ai balli popolari con una vera e propria festa campestre itinerante dell’Italia centro-meridionale. Bellissima la parata “Envol” che ha invitato a dare uno sguardo nuovo alle nostre strade attraverso una corte di uccelli che, con la loro danza aerea e la loro vitalità, hanno catapultato i cittadini in un’opera pop-rock. Non da meno la parata “Abysses”, completamente dedicata al Mondo del mare, con tanto di pesci e eteree meduse che hanno fatto immergere con l’immaginazione nelle acque oceaniche creando un dialogo con gli incredibili esseri viventi che vi abitano.

Tante ancora le attrazioni tutte ugualmente meritevoli anche se il simbolo della Festa di Roma 2020 rimarrà “Tentacles”, l’opera di Filthy Luker & Pedro Estrellas che ha fatto uscire dalle finestre e dalla sommità del Palazzo dell’Anagrafe di via Petroselli lunghissimi tentacoli che hanno ondeggiato sulle teste del pubblico

                                                                                     Rosario Schibeci 

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