Come ti avvicini ad un match importantissimo?
Con circospezione, con l'ansia di dover recuperare terreno e provare a ripartire.
Fonseca sente la pressione, il quinto posto scotta e la paura di precipitare ancora più giù piuttosto fondata. La Roma cambia tutto, il modulo scelto da Fonseca vorrebbe smitizzare la prevedibilità delle ultime prestazioni, e così via ad un 4-1-4-1 dove a fare da metronomo è Mancini che si trova in più di un'occasione a diventare l'uomo decisivo nel togliere la palla dalla linea di porta, un ruolo troppo labile, sebbene sulla trequarti si possa contare sul rientro di Pellegrini e Perotti che chiudono la linea insieme a Mkhitaryan e Kluivert necessari rifinitori per un Dzeko sempre più solo.
In difesa delude Fazio, scelta ormai obbligata ma dolorosa, mentre riprende verve Smalling che torna ad essere decisivo fuori misura, sulla fascia destra Bruno Peres, una ri-scoperta...finché dura.
A corrente alternata Spinazzola, gran primo tempo a fronte di un secondo in cui sparisce e dove non riesce a riprodurre le performance sviluppate contro la Juventus, un ruolo il suo che mal calza con quello di Perotti, ormai sempre più solo e sempre più accerchiato.
Convince il 3-4-1-2 di Gasperini: Toloi, ex Roma in forma strepitosa copre la difesa con Palomino e Djimsiti, un trio componibile che riesce persino a muoversi bene in attacco, forte il centrocampo con Hateboer, De Roon, Freuler, Gosen, lo schieramento centrale che da il la a Gomez,Ilicic e Zapata.
I giallorossi mettono il piede sull'acceleratore e spingono in avanti sfruttando le verticalizzazioni degli esterni. Al quarto minuto è Smalling che libera Pellegrini, filtrante per Kluivert che entra in area e viene atterrato davanti alla porta da Djimsiti, fallo innocente per l'arbitro, qualcosa di dubbio per gli spettatori, ma l'azione riparte con la rimessa del portiere e la Roma, che aveva dominato nei primi minuti, comincia a soffrire la pressione del bergamaschi, con un Papu Gomez lanciatissimo.
All'8' parte Zapata in velocità, si accentra e confeziona un traversone per Gomez in avvicinamento sulla sinistra, la difesa è lontana e l'incontro a tu per tu con il portiere avversario viene vinto da Pau Lopez che scherma di piede il tentativo di risoluzione dell'attaccante mandandola lontana.
La Roma tiene alto il baricentro, giocando su triangolazioni corte ma efficaci, l'Atalanta cerca il gioco a tutto campo, sfruttando i lanci lunghi e la copertura sul possessore di palla pur venendo sempre costretta ad arretrare e ricominciare tutto da capo.
A fare il lavoro più grosso stavolta pare sia il giovane Kluivert, sfruttando le aperture di Bruno Peres e superando in velocità Gosen e Freuler per mandare in profondità Dzeko e Pellegrini. Poi la Roma si assesta un attimo ed i bergamaschi provano a sfondare, ma trovano un buon muro in Smalling e Mancini che si immola spesso, andando a recuperare palle anche nei pressi della porta.
La partita subisce una brutta flessione ed i padroni di casa ne approfittano in contropiede, parte Djimsiti per Zapata che trova Ilicic in buona posizione tiro di potenza che si infrange al lato della porta, una caratteristica distintiva della squadra di Gasperini, questa imprevedibilità che spiazza gli avversari e che sempre più spesso diventa decisiva, ci prova anche Toloj in rovesciata, sfruttando l'occasione della punizione concessa all'Atalanta e battuta da Ilicic ed è fortunata la Roma che il tiro risulti troppo angolato. La necessità di andare in vantaggio costringe i giallorossi ad osare troppo nella fase offensiva, portando spesso i difensori in avanti e per questo a gestire la fase difensiva dalla metà campo avversaria, l'Atalanta vanta giocatori del calibro di Zapata, Ilicic e Gomez capaci di accelerazioni importanti che costringono a vere prove di forza nel rientrare.
Pellegrini rientra in gran forma cercando di coprire il campo per pulire lo specchio della porta dagli avversarsi,gran lavoro di Perotti che oltre a saltare l'uomo – anche se ormai viene marcato da almeno due difensori-, si conferma un uomo assist eccellente, peccato il tempismo dei compagni di squadra non sia sempre coordinato e peccato che Palomino e Toloj riescano sempre a disinnescare le sue iniziative.
Anche alla Roma però, a volte gira bene.
Palomino perde palla Dzeko in solitaria scarta il giocatore e si porta da solo a distanza dalla porta, tiro ad effetto e Gollini non può nulla, diretto e preciso tanto da venir ribattuto in campo dalla potenza stessa uno 0-1 liberatorio per il giocatore e per la squadra tutta.
Un tono diverso, un approccio molto più concreto gestito con una sicurezza ed una consapevolezza all'apparenza ritrovata, anche se l'Atalanta ha dominato per lunghi tratti. La Roma di questo primo tempo gestisce bene il pallone senza perdere la testa, benché la linea creata da Toloi, Freuler e Gosen, ben miscelati, schermi bene e lasci campo a Gomez di gestire palla nell'avvicinamento, coadiuvato da Ilicic e Zapata nella rifinitura.
Comincia la ripresa, Gosen serve un pallone lungo la linea per Gomez, ma è Smalling a murare, poi è Hateboer che va in accelerazione per servire Zapata che non ci arriva, ma l'Atalanta c'è e da corner di Gomez, Djimsiti sfiora di testa regalando un assist per Palomino che sottoporta la insacca alle spalle di Pau Lopez . 1-1 e tutto da rifare.
Palomino recupera all'errore sul gol di Dzeko e complice una manovra impeccabile dei suoi compagni rimette in parità la partita.
La Roma subisce e l'Atalanta aumenta la pressione sfiorando in 8 minuti per ben altre due volte la porta, i bergamaschi continuano ad essere devastanti ed il cambio Zapata/Pasalic conferma l'ottimo momento, entra, disimpegno di Freuler e con un tiro a giro sotto l'incrocio dei pali realizza il gol del 2-1.
Fonseca rischia, esce Kluivert ed entra Carlos Perez, punizione per la Roma da buona posizione, la difesa ribatte il tiro di Pellegrini, il pallone resta in gioco e ne approfitta Smalling che prova il tiro trovando solo l'esterno della rete.
Troppo e grande il nervosismo in campo e si cominciano ad inanellare errori,su errori Spinazzola, protagonista di un buon primo tempo scompare in mezzo al campo e Fazio sembra non aver trovato la sua dimensione, a coprire le sue mancanze è Mancini che nel momento in cui comincia a dare segni di stanchezza dopo essersi speso in lungo ed in largo per tutto il campo, viene sostituito; al suo posto entra Veretout nel tentativo di rialzare il baricentro e aumentare la pressione sull'avversario. Gosen sbaglia, Mkhitaryan non riesce a servire Pellegrini e ritorna lo schema macchinoso delle ultime partite, dove il giropalla risulta difficoltoso e sterile lasciando all'avversario l'opportunità di anticipare i passaggi. Toloi scatenato innesca Ilicic, ma il lancio è lungo e l'attaccante non arriva. Gli uomini di Fonseca non riescono a trattenere palla e anche Dzeko trova difficoltà a costruire l'azione. Ancora i bergamaschi con Pasalic che prova a servire Gomez, palla in diagonale davanti alla linea di porta che sfila sul fondo. L'azione si sposta nella metà campo giallorossa e Fonseca effettua l'ultimo cambio sostituendo Perotti con Villar. L'ingresso dei due neo acquisti non sortisce l'effetto sperato, le azioni sulla fascia destra senza Kluivert perdono d'intensità nonostante sia Bruno Peres a trascinarsi fino sotto la linea di porta. Per l'Atalanta esce Gomez ed entra Muriel
Gli ultimi minuti mostrano una Roma rassegnata, portata in area avversaria dalla forza d'inerzia più che dall'orgoglio e dalla voglia di rivalsa. Il nuovo schema creato da Fonseca dura appena 45 minuti, prima di essere asfaltato dal dinamismo atalantino e dalla classe dei suoi giocatori.
Giovedì la Coppa, con un'aurea scura e troppo negativa. Una grandissima Atalanta che ha dominato per tutto il secondo tempo, sfruttando uomini a tutto campo, non basta il forcing finale dei giallorossi che peraltro non riescono a gestire, di rilievo la reazione degli uomini di Gasperini che incassato il primo gol non hanno mai abbassato la guardia.
Un campionato segnato e gettato alle ortiche in un mese e mezzo, un lavoro completamente raso al suolo, risultati che non arrivano, un gioco che non da i suoi frutti e l'incapacità di un gruppo di rendersi pericoloso. Un duro cammino attende questa Roma.
Laura Tarani
fonte immagine emanuele gambino
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