In Terra Iberica, Ennesimo Restauro Deturpa Un’opera D’arte

In Terra Iberica, Ennesimo Restauro Deturpa Un’opera D’arte

Nella città di Palencia, in Spagna, è stata deturpata in maniera terrificante una delle statue sulla facciata dell’edificio numero 9 a Calle Major

stampa articolo Scarica pdf


Nella città di Palencia, in Spagna, è stata deturpata in maniera terrificante una delle statue sulla facciata dell’edificio numero 9 a Calle Major: uno dei più iconici nel centro della città e attualmente sede della filiale della banca Unicaja. I tratti delicati del volto della pastorella sono stati trasformati in una maschera cubista appena sbozzata. Un intervento a dir poco mostruoso impossibile da non notare. I restauratori iberici sdegnati sono insorti sul social al grido #NoEsRestauraciòn, rilanciato anche dall’Associazione dei restauratori spagnoli.

Il primo ad accorgersi di questo empietà è stato il pittore spagnolo Antonio Capel che ha diffuso, indignato, la notizia sui social “questa testa fa parte di uno degli edifici emblematici di Palencia. Palencia, culla degli artisti. Sembra un personaggio dei cartoni animati”. Il post dell’artista locale è corredato dalle fotografie dell’opera per mettere in evidenza il primo e il dopo della statua martoriata. Antonio Capel inoltre scrive “A Palencia qualcuno ha realizzato questo capolavoro, il nuovo Cristo di Borja”. Evidente il riferimento al restauro dell’Ecce Homo (realizzato nel 1910 dall’artista Elìas Garcìa Martìnez) avvenuto nel 2012 per mano di una un’anziana parrocchiana. Anche in questo caso il risultato fu pessimo. Nonostante le intenzioni della restauratrice inesperta erano indubbiamente buone ha distrutto un affresco secolare di Cristo nella chiesa spagnola di Borja e da quel momento il dipinto è stato ironicamente soprannominato Ecce Mono (Ecco la Scimmia). Quell’oltraggio alla storia dell’arte ha fatto aumentare il flusso turistico per il piccolo villaggio di Borja.

Il mondo dell’arte è sconvolto da questi sacrilegi che continuano a ripetersi nella terra iberica. Come è possibile una cosa del genere? La risposta è molto semplice anche se sbalorditiva ovvero in Spagna non esiste una legge che obbliga i proprietari delle opere d’arte a rivolgersi a professionisti formati nel settore del restauro. Marìa Borja, coordinatrice dell’Associazione Professionale di Conservatori e Restauri di Spagna spiega ai media “la causa è la mancanza di una regolamentazione della professione. Casi simili sono disgraziatamente molto più frequenti di quanto si pensi. Conosciamo solo i casi denunciati attraverso la stampa o i social network, ma ci sono molte situazioni dove sulle opere sono intervenute persone prive di formazione. Le opere subiscono questi interventi non professionali che possono provocare modifiche irreversibili”. In Spagna non ci sono obblighi di legge che impongano ai proprietari di rivolgersi a professionisti formati nel settore per restaurare le opere. Questa carenza legislativa porta a interventi disastrosi di cui veniamo di tanto in tanto a conoscenza, e questo fa scattare un serio allarme quando si tratta di sculture romaniche o immagini rinascimentali di grande valore”.

Le opere che sono state vittime di restauri catastrofici sono moltissime, ricordiamo: la scultura in legno di San Giorgio del XVI secolo nella Chiesa di San Michele nella città di Estella; l’Immacolata Concezione dipinta dall’artista barocco Bartolomè Esteban Murillo completamente sfigurata nonostante due tentativi di recupero; il Castello medievale di Matrera (Càdiz) restaurato con l’intento di consolidare la struttura esistente ma i non addetti ai lavori hanno cambiato completamente l’aspetto della struttura; la scultura del XVII secolo dell’Arcangelo Michele nella Chiesa di Peñaranda de Bracamonte; il Cristo romanico di Navarra; il gruppo ligneo del Santuario di El Rañadoiro; in Canada la statua novecentesca della Madonna con il Bambino conservata nella chiesa di Sainte-Anne-des-Pins ha subito un restauro vandalico in quanto la testa del bambino è stata staccata e un’artista locale realizzò in terracotta una nuova testa mostruosa e la corona ricorda la chioma di Maggie Simpson per questo l’opera è stata ribattezzata come la Madonna di Maggie Simpson; in Egitto la barba della testa di Tutankhamon durante la pulitura si era staccata ed è stata riattaccata con della colla industriale a presa rapida ma non solo per rimuovere le gocce di colla sul mento le hanno raschiate finendo col graffiare l’opera stessa.

Le opere devono essere rispettate non deturpate!

Articolo di Federica Fabrizi

© Riproduzione riservata