L'incredibile storia de l'Isola delle Rose è un bellissimo film di Sydney Sibilia e Francesca Manieri, diretto da Sydney Sibilia (Smetto quando voglio) che porta alla luce un fatto storico che si è preferito far dimenticare.
Il film, del 2020 e uscito a dicembre su Netflix, racconta la vicenda de l’Isola delle Rose, la piattaforma artificiale creata dall’ingegnere Giorgio Rosa, autoproclamata Stato indipendente il 1°maggio del 1968 e demolita dal Governo italiano nel successivo febbraio del 1969.
Insofferente alle regole e alle convenzioni della società, stufo della burocrazia italiana, Giorgio Rosa comincia a lavorare all’idea, apparentemente folle, di creare un luogo autonomo e indipendente al di fuori di ogni controllo, in cui tutti potessero essere accolti e vivere liberamente.
Utopia? Forse, eppure quell’uomo geniale riuscì nel suo progetto trasformandolo in realtà: il 1°maggio del 1968 venne proclamata l’indipendenza de L’Isola delle Rose, una piattaforma marittima a 6 miglia dalla costa di Rimini, fuori dalle acque territoriali italiane e in acque internazionali.
Il film, attraverso alcuni lunghi flashback, ripercorre l’impegno di Giorgio Rosa e di quelli che gli furono compagni in quegli anni; le sue stravaganti idee; il suo modo di pensare fuori contesto, ai limiti del surreale.
Restituisce l’impianto visionario della vita dell’Ing. Rosa, il suo entusiasmo, la passione per le proprie idee.
Dopo un lungo lavoro e una lenta preparazione, l’Isola viene inaugurata nel 1968, rischiando di diventare un simbolo di quegli anni di contestazione.
Gli avvenimenti politici di quegli anni, però, vengono solamente evocati divenendo substrato alla vicenda, ma non centrali.
Quello che viene ampiamente rappresentato è l’ideale libertario e utopico che sottende tutta la vita e il lavoro di Giorgio Rasi.
Di converso, se si volessero ravvisare argomenti politici nel film, lo si può fare attraverso una rappresentazione della classe dirigente di allora, degli interessi e di ciò che si era disposti a fare pur di “mantenere l’ordine” e impedire una libera espressione.
Il progetto utopico di Rosa divenne così reale da ottenere la firma da parte delle Nazioni Unite e da portare, viste le resistenze dello Stato italiano, il caso davanti al Consiglio D’Europa di Strasburgo.
La reazione del Governo italiano fu immediata: dopo aver tentato di corrompere Rosa affinché rinunciasse alla propria Isola, il Governo fece saltare in aria la piattaforma.
L’evento è passato alla storia, sebbene poi dimenticato in fretta, come l’unica guerra di invasione della Repubblica italiana.
L’incredibile storia de l’Isola delle Rose è un film molto bello, non identificabile in un genere definito: si ispira a un fatto storico senza essere un film storico; racconta una storia drammatica, senza risultare mai cupo, anzi, aggiungendo qua e là intarsi di leggerezza e umorismo molto sottile e intelligente.
Pur essendo una pellicola che si rifà ad un fatto di cronaca, il film non è un documentario, ma rispetta le tecniche narrative cinematografiche.
La sceneggiatura è brillante: romanza abbondantemente, sintetizza e semplifica eventi, mantenendo sempre una sua leggerezza, attraverso un umorismo nei dialoghi calibrato e molto intelligente.
Ad affascinare è il sogno idealista e libertario convogliato in un progetto positivo, di costruzione di un nuovo mondo; è l’interpretazione spontanea degli attori che rappresentano il vissuto dei propri personaggi con veridicità ad affascinarci.
Elio Germano inanella un altro prezioso ruolo a cui conferisce un atteggiamento trasognante, ma combattivo e molto ben caratterizzato nella cadenza romagnola.
Tra i bravi protagonisti ci sono poi Matilda de Angelis (Gabriella); Tom Wlaschiha (W.R. Neumann); Francois Cluzet (Jean Baptiste Toma, Presidente del Consiglio D’Europa); Luca Zingaretti (irriconoscibile nei panni del Presidente del Consiglio Giovanni Leone); un super Fabrizio Bentivolgio nei panni del Ministro Franco Restivo; Violetta Zironi (Franca).
Da sottolineare la perfetta ricostruzione di quel periodo attraverso i costumi e l’uso di un numero sorprendente di auto d’epoca.
A fare da sottofondo all’intero film è una colonna sonora bellissima che ricorda i più grandi successi di quegli anni, ricreando un genere e un’epoca e senza sovrastare l’intreccio narrativo.
Curiosità.
Pare non ci siano prove che Giorgio Rosa siano arrivati fino al Consiglio d’Europa, eppure nei titoli di coda si legge che il Consiglio d’Europa dichiarò di non potersi esprimere in merito alla contesa tra Stato italiano e la libera Repubblica delle Rose perché l’Isola risultava al diffusori delle acque europee, riconoscendola, implicitamente, come stato indipendente.
L’importanza e l’eco internazionale che la vicenda ebbe furono talmente vasti che, dopo quella vicenda, per evitare che accadesse di nuovo, l’Onu spostò il confine delle acque territoriali da 6 a 12 miglia in tutto il mondo.
Per ricreare la piattaforma lo scenografo Tonino Zera ha usato gli studi acquatici di Malta, dove esiste un’enorme piscina creata apposta per dare la sensazione di essere in mare aperto.
Flaminio Boni
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