“Il Cinema non è mai stato così vero. La Moda non è mai stata così vicina”, così ha commentato Adriano Franchi, Direttore Generale di Altaroma, l’edizione della Roma Fashion Week che si è appena conclusa negli studi di Cinecittà. Un’edizione completamente digitale, trasmessa in live streaming e compressa in tre giorni, che ha registrato per la prima volta l’assenza totale del pubblico in presenza, ma un’affluenza online superiore all’edizione settembrina, che aveva lanciato il primo esperimento in digitale.
Ormai non si parla più di fashion week capitolina perché il tutto è stato concentrato in soli tre giorni, nei quali giovani talenti, più o meno noti, del mondo del fashion italiano ed internazionale hanno presentato le loro collezioni F/W 21-22 in modalità totalmente digitale, sull’apposita piattaforma: https://digitalrunway.altaroma.it/it/.
Un programma concentrato con dodici sfilate, tre talk - uno per ogni giornata - nonché la settima attesa edizione di Showcase con ben con 77 designer, impegnati in una vetrina virtuale aperta sul mondo, con oltre il 60% di marchi sostenibili.
La mia sarà una carrellata su quanto ho potuto vedere online, non ne me vogliano i fashion brand e i designer non citati.
Ho iniziato giovedì 18 con Federico Cina e il suo fashion show “A Emilia”, una sfilata dedicata all’omonima via che taglia la sua Romagna, uno stile urban che ha nei capi spalla, nelle camicie bianche e nell’utilizzo della maglieria i suoi punti di forza, colori primari che vengono arricchiti da bordeaux, pantaloni rosa e arancioni, per uno stile contemporaneo, all’avanguardia, portabilissimo ed ecosostenibile.
A seguire la passerella ci regala i colori e le fantasie uniche di Roi Du Lac e del suo “L’Atene del Nord”, dedicata alla sua Edimburgo – forse per quello l’onnipresente galoscia ai piedi - che inizia con una moderna papessa, tra icone sacre, stampe floreali, trasparenze e uno straordinario tocco animalier, in un gioco di colori che spaziano dal grigio, al blu, all’arancio e al mattone.
L’Accademia Maiani ha il primo fashion film della giornata “Applausi” dedicato a tutto il mondo del teatro, fermo da tempo immemore causa pandemia. Sul palco accompagnate da pianoforte e violino ballerine e modelle ci presentano una donna decisa, futurista, che strizza l’occhio alle dame degli scorsi secoli con corsetti e bustini.
A seguire My Fashion Dream lo short movie di International Couture, la storia della fashion addicted Alyssa (che indossa creazioni Abiddikkia), che sogna il mondo della Haute Couture e, alla fine, riuscirà ad indossare una creazione rossa di Luigi Borbone, ballando insieme a Raimondo Todaro sulle note di Bach suonate con la viola da Susanna Zanella Cavallero. Nel fashion film le creazioni di diversi stilisti come Franco Ciambella, Victoria Torlonia, Blue Valentine, Gaia Proietti Colonna, Regjina, e i gioielli realizzati dai creativi di Officine di Talenti Preziosi e da BaroQco Couture Jelwelry.
Il catwalk di Gretel Z. “The new 20s” è un inno alla ritrovata e rinnovata sensualità femminile di quegli anni, tra abiti morbidi ed avvolgenti e completi garconne sartoriali, una profusione di frange, piume e cristalli swarovski, che sembrano quasi voler reclamare un ballo a ritmo di charleston in passerella.
La seconda giornata inizia con Optimist la collezione F/W 21-22 di Dalpaos, un urban ricercato, unisex, un vero e proprio percorso che parte dal caos cittadino e dai suoi colori freddi per arrivare al relax campestre e ai suoi colori caldi, in un mix di capi spalla, pantaloni, inframezzati da maglieria artigianale ed accessori creati con preziosi materiali di recupero, impreziositi da stampe e ricami vari di funghi e piante velenose.
E’ un vero e proprio show AMA di Casa Preti che, complice una colonna sonora italiana vintage e di grande effetto, ci fa rivivere le mille sfaccettature dell’amore, tra capi spalla scultorei, volumi volutamente a cuore, orli asimmetrici, tra bianco nero e oro, che nel finale si trasformano in colori più rock, regalandoci nel finale un coreograficissimo abito per due.
“Il fiore che non ho mail colto” e il leitmotiv del fashion show di Maison Luigi Borbone, dedicato alla S/S 2021, che in un crescendo assoluto ci presenta la sua (ma)donna tra austeri completi e poco celate nudità, tra piogge di cristalli e bagliori dorati, per rendere la donna unico fiore di un giardino incantato.
Applauso vero per lo short movie dello IED, che tra ritmi serrati, atmosfere pop, immagini di repertorio e backstage, ci presenta la vera essenza del mondo fashion.
Il fashion show “La signora di mezzanotte” di Edoardo Gallorini presenta una donna sensuale che osa abiti cortissimi, spacchi vertiginosi e bustini in pelle che occhieggiano da abiti dalla linea scivolata in fantasie floreali.
Applauso anche ai capi spalla e alle giacche della nuova collezione di Francesca Marchisio, portabilissime e molto accattivanti, che fanno dell’upcycling e della reversibilità il loro punto di forza!
Sabato, ultimo giorno di Altaroma inizia con il catwalk di Alexandre Blanc e le sue donne dal fascino parigino, charmante, che mescolano femminilità assoluta e rigore, nei colori basic e negli abiti stretti da cinture molto anni ’40 o resi contemporanei da cluissard a mega pois bianchi e neri.
Passiamo poi a Gall, una vera e propria esperienza a 360° il suo catwalk Nydia, che inizia con un’esperienza uditiva in 3D, per la prima volta utilizzata in un fashion show, cuffiette obbligatorie, occhi chiusi e si viene immersi, da una profonda voce narrante, in un universo di frustrazione e dolore, ma anche di speranza, bambini che piangono, cani che abbaiano, in un messaggio di speranza universale, che lo show abbia inizio: si parte con dei total look bianchi, dove solo le cerniere lampo sono nere per poi cambiare nuance e colori, dai grigi, al verde muschio al nero, sovrapposizioni di capi scomponibili piumini, parka, trench, blazer, imbottiti, dai volumi regolabili, tessuti tecnici, per l’uomo di Justin Gall, un uomo post atomico o post pandemia che torna a Nydia la sua casa, il suo luogo sicuro.
A seguire la seconda edizione del Creative District Fashon Film ideato da Antonio Falanga e Grazia Marino, prodotto da Spazio Margutta, nel “green screen” le proposte moda di Tecna Italia (prodotti cosmetici di alta qualità per il mercato Professionale del Parrucchiere e per il Retail di Lusso), Flavia Lecci le sue creazioni Alta Moda sono ispirate alla sua Sicilia, Andrea Sbarrini ed il suo “emporio dei tessuti” e Gaia Caramazza conclamata jewerly designer, con la sua nuova linea Gea, dedicata a nostra madre terra. Al fashion film hanno collaborato il Beauty Designer Raffaele Squillace e l’HairStylist Lello Sebastiani.
Passo poi alla sfilata dell’Accademia Koefia “Asimmetrie del tempo”, che amo particolarmente, colori, ricerca, innovazione sono le parole chiave di un fashion show che è una continua esasperazione di forme, volumi in un continuo gioco di sovrapposizioni e tessuti, che incanta lo spettatore.
La mia Altaroma termina con Francesca Cottone e la sua collezione L'anima: Istinto e Ragione, che inizia con un countdown di assoluto impatto visivo, beige e nero per capi spalla e cappotti sartoriali, giacconi e cappotti in pelliccia ecologica, spalloni e rifiniture in ecopelle nera o bianca su completi, gilet doppiopetto e colori dal carta da zucchero all’ocra, illuminato da accessori arancioni, per terminare con il bordeaux e le giacche spinate.
E’ difficile entusiasmarsi con dei fashion show digitali e vedendo dei fashion movie, per me la moda va vissuta e vista dal vivo, non necessariamente in front row, bisogna toccare con mano, capire i tessuti, i tagli, la filosofia del brand, la fatica del designer… Lo so, non si può fare al momento, ma la moda, il fashion, sono una vera e propria forma d’arte, sono cultura, il Made in Italy è una delle nostre eccellenze riconosciute a livello mondiale, e il mondo digitale non riesce a rendergli giustizia!
Articolo di Stefania Vaghi
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