I Riders Incrociano Le Braccia, Circa 30000 Lavoratori In Sciopero.

I Riders Incrociano Le Braccia, Circa 30000 Lavoratori In Sciopero.

Il 26 Marzo scorso è stato il No Delivery Day.

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“Non siamo schiavi, siamo lavoratori!”, “Non per noi ma per tutti!”, “Mai più consegne senza diritti!”, “Non si muore per un panino!”, “Vogliamo i nostri diritti, vogliamo un vero contratto”. Sono circa 30000 i riders ad aver aderito allo sciopero indetto per il 26 Marzo. I ciclofattorini non hanno esitato all’adesione e ad incrociare le braccia per chiedere un vero e proprio contratto che possa stabilire delle vere e proprie garanzie per il futuro, una retribuzione adeguata e considerazione dei principi fondamentali come equità e rispetto del loro lavoro. La richiesta è quella di un contratto nazionale. Per la giornata del 26 Marzo in accordo anche con le sigle sindacali è stato chiesto agli utenti di non effettuare ordini, come forma di rispetto per quei lavoratori che durante il lockdown nazionale e nei periodi di chiusure dei locali hanno attraversano vie, piazze , quartieri e città. Sole o pioggia per loro non cambia, sempre devono lavorare per guadagnare 3 euro a cottimo. Se un fattorino non è in salute per il turno? La malattia non esiste, e purtroppo si viene declassati per non aver preso in carico degli ordini. A Roma e nelle più grandi città italiane ci sono state delle manifestazioni di categoria.

La Cgil del Lazio ha ricordato che in Europa, i ciclofattorini hanno un regolare contratto che garantisce diritti, uno stipendio garantito e sicurezza. La CGIL ci tiene a sottolineare che i riders in questo modo sono dipendenti e non lavoratori a cottimo e non vengono sfruttati. Il contratto richiesto dai sindacati, deve superare il controverso accordo siglato dalla sola Ugl. Un contratto, quest'ultimo, "truffa" per la rete RiderXiDiritti, "che mantiene lo status quo, continua a considerarci lavoratori autonomi senza tutele e diritti". La rete chiede, "come ha detto la maxi-inchiesta di Milano, di avere tutele: non siamo schiavi".

“Noi riders, così ci hanno ribattezzato le aziende per le quali lavoriamo, siamo i fattorini del food delivery, consegniamo generalmente cibo e a volte altri beni di consumo (quali farmaci, sigarette, piante, grocery) a casa vostra, praticamente ad ogni ora del giorno, sette giorni su sette, per trecentosessantacinque giorni l’anno.”

Il lavoro delle consegne a domicilio tramite app e piattaforma si è radicato in Italia, principalmente nelle grandi aree urbane, a partire dalla fine del 2015. Se il ciclofattorino si fa attendere, bisogna mantenere la calma, si può sempre arrivare in ritardo agli appuntamenti e quando gli apriamo la porta, soprattutto in questo periodo, con la mascherina ridiamo con gli occhi e ringraziamolo, perché ordinando un cibo che ci da allegria, quel rider ha lavorato senza sicurezze per portarci la cena!

Federica Isopo

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