Fino al prossimo 16 luglio, Galleria Sinopia, a Via dei Banchi Nuovi ospita la collettiva “Lente, paesaggi domestici”, una mostra voluta e realizzata da Cloe Berni e Livia Ducoli, architette e fondatrici di SinopiaLandscape, che si occupa di architetture del paesaggio.
Un percorso espositivo che rappresenta il dialogo perfetto fra landscape design, interior design e arte nella nota galleria romana, sviluppato sul tema dell’integrazione fra i diversi linguaggi, svelando una visione inedita del concetto di paesaggio.
Come la stessa Cloe Berni dichiara: “Quest’anno con Lente inauguriamo un progetto che è il frutto di oltre dieci anni di ricerca sull’integrazione di natura e architettura, è il primo capitolo di un percorso che sonda le tante possibilità di vivificare e dare energia agli interni grazie alla presenza della natura”.
Il percorso espositivo si sviluppa nelle tre sale, attraverso 30 opere che hanno come comune denominatore l’utilizzo della materia prima naturale, della terra, da quella plasmata delle sculture e dei vasi a quella cruda e applicata come intonaco per le pareti, dalla terra carica di memoria del suolo di Roma a quella viva, che continua a germogliare anche quando è diventata manufatto domestico.
Da Cronos: grande betulla di Maria Grazia Tata, a Pulse e Bocciolo di Sabine Pagliarulo, da Grafemi e Ritmiti di Angela Palmarelli, a NumberFourteen di Martina Taranto, dall’installazione in terra cruda di Isabella Breda, a Face+Vase di Giorgia Rojas Monaco, accompagnate dalle opere di Angelo Aligia.
Lente è anche due collezioni specifiche, disegnate e realizzate da Cloe Berni e Livia Ducoli. Un vaso in pietra e una lente d’ingrandimento in bronzo, realizzati in collaborazione con la Jewelry Designer Patrizia Corvaglia, che diventano oggetti indossabili, che rappresentano l’idea di conoscenza profonda della natura e dell’osservazione come atto meditativo.
Una full immersion in uno spazio di design che sprizza forza dalla materia grezza, che vuole mettere l'accento sulla natura che prende possesso degli interni, in maniera estremamente artistica e di indubbia spettacolarità.
Abbiamo voluto fare qualche domanda a Livia Ducoli, fondatrice con Cloe Berni di SinopiaLandscape.
Come nasce il progetto Lente, ce ne spiega il significato?
Abbiamo voluto chiamare la mostra Lente, come l’avverbio latino che significa lentamente, con l’obiettivo di invitare le persone a prendersi un momento e rallentare e ad osservare veramente quello che ci circonda.
Questo periodo, in effetti, ci ha insegnato un pochino che rallentare può avere i suoi aspetti positivi ed è in qualche modo una necessità, l’unico lato positivo della pandemia che abbiamo vissuto.
Noi da paesaggiste abbiamo pensato che un modo per fare tutto questo è proprio attraverso la natura e il paesaggio, quindi fermarsi ad osservare quanti paesaggi ci sono intorno a noi, e non mi riferisco solo al panorama.
Esistono anche micro-paesaggi, anche all’interno dei singoli materiali c’è un paesaggio e c’è la possibilità di immergersi in qualcosa. Abbiamo disegnato questa lente di ingrandimento, che doveva essere data al pubblico della mostra per meglio mettere a fuoco i minimi particolari ma che, a causa dell’emergenza sanitaria, non è stato possibile fare. Un oggetto che ci ricorda di guardarci intorno, di osservare i particolari perché in ogni elemento è racchiuso un paesaggio. Osservare attraverso un cambiamento di scala visiva è molto interessante, usando uno strumento che possa essere utilizzato per ritagliarsi dei piccoli spazi, dei momenti, ovunque si voglia, passeggiando e anche stando nelle proprie case.
Noi nasciamo come architetti paesaggisti, è la natura il linguaggio che utilizziamo, abbiamo quindi fatto una selezione di artisti tutti legati al concetto secondo il quale è giusto ridare alla natura il proprio spazio.
Vederli come oggetti che emanano un’energia benefica, introducendoli nelle nostre case. Per rinsaldare quel legame che noi abbiamo con la natura e che, a volte, ci dimentichiamo, presi dalla vita frenetica di tutti i giorni. Lente è un riallacciare questo filo diretto che ci lega alla natura, dal quale non possiamo prescindere e che possa essere considerato un vero e proprio strumento che ci faccia stare “meglio”, e ci possa far sentire connessi all’universo che ci contiene e ci protegge.
Questo vaso, per esempio, è ispirato, nelle forme, alla risonanza di Schumann, che è una frequenza emessa dalla terra che viene graficamente rappresentata con questi tre cerchi, la cui intensità è strettamente legata al nostro benessere psicofisico.
Negli ultimi anni questa frequenza è aumentata e gli studi dicono che i nostri ritmi accelerati sono dovuti proprio a questa frequenza di Schumann. Sono delle teorie, non voglio darle per certe, ma è interessante vedere come siamo connessi anche energeticamente con tutto questo.
Abbiamo selezionato solo artisti che utilizzano tutti materiali naturali e che, sia a livello cromatico, che a livello materico, sono strettamente collegati con la natura.
Quali sono stati i materiali maggiormente utilizzati dagli artisti?
C’è una prevalenza di ceramica, ma soprattutto il materiale simbolo e principe è la terra. All’interno della galleria è stato creato un “nucleo”, con delle pareti ricoperte di terra, sedimenti, con delle foglie, è lo strato finale di un muro che all’interno racchiude le sembianze di un terreno, questa è l’estremizzazione di tutto questo concetto, ci si sente quasi "avvolti" in un paesaggio vero e proprio.
Un’opera veramente molto interessante, che possiamo considerare il nucleo di tutta la mostra è la colonna dorica realizzato con delle terre e materiali naturali di Martina Taranto al cui interno sono stati inseriti dei semi che piano piano hanno germogliato e, addirittura, l’opera ad un certo punto è letteralmente esplosa. Non era previsto ma l’abbiamo lasciata così, perché la natura ha preso il sopravvento. L’assurdo è che l’opera si chiama NumberFourteen e dopo 14 giorni esatti è esplosa veramente.
Mi sono fatta mandare un’altra opera da Martina Taranto ma abbiamo deciso poi di lasciare anche questa esplosa, che ha una forza espressiva non indifferente.”
Una mostra che merita assolutamente di essere vista ed è visitabile fino al prossimo 16 luglio, dalle 10.30 alle 19.30, ingresso contingentato.
Articolo di Stefania Vaghi
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