Oggi ho avuto il piacere di incontrare Elena, pittrice appassionata che ci ha dato l'opportunità di avvicinarci alla pittura classica e di scoprire qualcosa di più di questo mondo, fatto di duro lavoro, sensazioni, talento e purtroppo anche di barriere imposte da una società e da politiche che non lasciano spazio a menti illuminate e talentuose. Elena smentisce ogni pregiudizio sociale.
Come hai scoperto la passione per la pittura? Quanti anni avevi?
Credo che la passione per il disegno sia nata insieme a me. Nei miei primi ricordi sono già presenti fogli e matite colorate. Io che disegno sdraiata sul pavimento della mia camera, io che a casa di mia nonna disegno le protagoniste delle telenovelas che mi obbligava a guardare insieme, io che scarabocchio i muri di casa incolpando mia sorella ancora in fasce.Ho sempre disegnato, dalla scuola materna dove avevo il compito delle scritte decorate sui cartelloni!
Racconta il tuo percorso di studi.
Sono rimasta una autodidatta fino al giorno in cui, dovendo scegliere una facoltà universitaria, mi sono iscritta all'Accademia delle Belle Arti di Roma.
Non ho frequentato un istituto d'arte tantomeno il liceo artistico. I miei genitori avevano un’idea abbastanza conservativa in merito, per loro etrano più qualificanti il Liceo Classico o Scientifico. Ho scelto lo scientifico perchè mi intimoriva lo studio del greco. In Accademia dove ho realizzato che la mia preparazione, durante le lezioni di Storia dell'arte, era adeguata .Per esempio in Estetica, dove il piano filosofico va di pari passo con il concetto di immagine. Tornando indietro mi iscriverei al Classico!
All’Accademia ho sceltu pittura, nonostante non avessi mai usato in pennello prima di allora, ho sempre preferito le matite per via del controllo che si esercita nel disegno.
L'ambiente dell'Accademia si è rivelato molto stimolante: nei laboratori si confrontano le proprie opere con quelle degli altri studenti, si osserva come questi dipingono, le tecniche, i colori che usano e come li usano. I miei veri insegnanti di Pittura nell'Accademia sono stati i miei occhi. I professori sono importanti punti di riferimento e sono necessari per dare direttive, suggerire o dare un consiglio in fieri, ma è grazie ai miei occhi che mi accorgo instintivamente se qualcosa è valido o meno, se "funziona". Poi grazie alla pratica quotidiana che ho acquisito abilità, la "mano".
Hai mai esposto i tuoi lavori? Ti piacerebbe farlo?
Purtroppo non ho mai esposto nulla! La competizione all'interno della Accademia è molta, essendoci tantissimi studenti. Certo che mi piacerebbe esporre!! Forse, però, ho ancora poco materiale per poterlo fare. C’è chi crede che con un’ora al giorno sia sufficiente per dipingere e progredire ma non è affatto vero! In un'ora si ha a malapena il tempo di sistemare la propria postazione e preparare i colori da utilizzare. Servono come minimo due tre ore continuative da dedicare completamente al dipinto, serve concentrazione che raramente trovo! Dipingere è bello, soddisfacente, rilassante ma è un lavoro a volte faticoso! A volte il dipinto ti assorbe così tanto che 4 ore "volano"!
Cosa vuoi esprimere attraverso i tuoi lavori ?
I miei lavori sono a carattere figurativo e realistico: non si tratta di immagini di fantasia, ma di istanti della nostra realtà quotidiana. Questo perchè a me è sempre capitato di essere colpita dalla bellezza di una via, di un fiore, di un frutto, dalla luce che illumina le cose, anche modeste, e le ammanta di una nuova bellezza. Mi capita di realizzare ritratti o di assemblare immagini tra loro ricreando una unica realtà, o "copiare" i grandi artisti del passato come Caravaggio, Klimt, Tiziano. Il mio metodo preferito è l’utilizzazione della macchina fotografica per cogliere gli istanti e le sensazioni che mi incantano, per poi riprodurle il più fedelmente possibile sulla mia tela.
Questo non vuol dire andare alla ricerca di una pittura iperrealista, ma di trasporre sulla tela la sensazione che ho provato nel guardare con occhi diversi dal solito la realtà che mi circonda. Ad esempio, attualmente sto lavorando ad un quadro raffigurante una tazza di the.
La fotografia aiuta a capire come "funziona" la luce quando colpisce una superficie, le ombre che crea, come le crea, perchè le crea. Osservo molto le foto che scatto per poter dipingere in maniera convincente il soggetto che ho scelto.
Che lavoro fai per mantenerti? Ti piacerebbe vivere grazie alla pittura? Hai provato? Che tipo di difficoltà hai incontrato?
Il mio lavoro non ha nulla a che vedere con gli studi intrapresi. Attualmente lavoro come operatrice di ristorazione veloce presso la catena Burger King. Prima di questa occupazione ho lavorato come Welcome Staff (biglietteria, controllo accessi, distribuzione audioguide) per Pierreci codess presso le aree archeologiche del Colosseo, del Foro Romano, del Palatino e presso il Museo Nazionale Romano-Terme di Diocleziano.
Ho avuto accesso ad un tirocinio formativo gratuito presso la prestigiosa Biblioteca Angelica grazie all'Ente del Comune di Roma Col Tirocinii,
Durante il tirocinio mi sono occupata della distribuzione del materiale librario, anche antico, dell'accoglienza agli utenti della biblioteca e del servizio di centralino. Sono esperienze eterogenee, ognuna è stata preziosa, alcune ho dovuto lasciarle con rimpianto.
Purtroppo stiamo vivendo una situazione molto delicata In Italia, io per prima mi accontento di ciò che riesco a trovare pur di mantenermi e guadagnare qualcosa, nella speranza di trovare prima o poi qualcosa di abbastanza renumerativo da permettermi di lasciare il nido. Non ho mai provato a fare della mia passione un lavoro vero e proprio, ma devo dire che ho ricevuto qualche commissione e sono stata pagata per il lavoro svolto e da questo ho ricevuto grandissima soddisfazione personale.
Cosa pensi dell'eliminazione della storia dell'arte dalle scuole?
Questa è una nota davvero dolente. E vergognoso. L' Italia è un paese famoso in tutto il mondo, oltre che per la sua cucina, per l'Arte. Siamo circondati dalla storia dell'Arte, i giovani devono sapere e conoscere ciò su cui posano i propri occhi ogni giorno quando escono a fare una passeggiata, magari di shopping in Via del Corso. Noi per primi dobbiamo valorizzare il nostro patrimonio culturale,la scuola ha il dovere di non lasciarcelo dimenticare. Purtroppo, come dicevo prima raccontando delle mie scelte scolastiche e el pensiero dei miei genitori, l'arte è considerata qualcosa di poco valore, che non serve, che si può trascurare. Non aiutano i professori stessi di queste materie: la mia esperienza con i prof di artistica e storia dell'arte alle medie e superiori ne è l’esempio. Professori troppo "morbidi" con i voti durante le interrogazioni, a volte inesistenti, caratteri un pò sopra le righe. Toglierla del tutto significa disconoscere la sua importanza. Grazie alla splendida professoressa di Storia dell'Arte della Accademia, io ho capito come riconoscere la cultura di un popolo attraverso le immagini da lui stesso riprodotte, del perchè delle pitture rupestri, del perchè i mesopotamici avevano quelle piramidi enormi e fatte interamente di pietra in un posto in cui la pietra scarseggiava, del perchè Michelangelo dipingeva uomini e donne così muscolosi da sembrare a volte, degli aspiranti culturisti! Sì, bisogna riconoscere e apprezzare la peculiarità di ciascun grande artista del passato,inseriti nel loro tempo. Le loro opere erano fenomeni. La Storia dell'Arte e la storia sono complementari. Secondo me sarebbe interessante un approccio comprensivo di qualche visita in più nei musei. Premetto che, in linea generale, non apprezzo le audioguide e se trovo delle scolaresche nel museo che vado a visitare tento di evitarle perchè confusionarie, ma non nego l’importanza didattica. Personalmente amo leggere le presentazioni/spiegazioni che sono presenti in ogni mostra all'entrata di ciascuna stanza. Sono veloci, sono interessanti, sono abbastanza esaustive. Questo perchè il museo, per me, è e deve essere un piacere e non una penitenza. Non mi interessa ascoltare una audio guida che mi fa restare 10 minuti davanti un quadro per me brutto, o noioso. A mio avviso entrare in un museo è una passeggiata di piacere. Vedo tutto, ma mi soffermo solo se qualcosa colpisce veramente la mia attenzione. Il tempo ferma ad osservare è variabile, anche 20 minuti buoni!! A volte, a fine percorso torno indietro per rivedere quello che mi è piaciuto di più. Vedo sempre bambini che smaniano nei musei: è bene portarli, ma se si annoiano falli uscire fuori, altrimenti odieranno i musei! I musei, poi, possono donare grandi sorprese: fortunatamente, io ho viaggiato abbastanza e ho potuto vedere quadri che sono conservati all'estero. Non mi sarei aspettata che il Bacco ed Arianna di Tiziano fosse così fulgido, così ammaliante, dalle foto non era niente di esaltante; dipinto bene. Lo stesso è accaduto per Nightowks di Hopper, o per alcuni quadri di Magritte, non gli avrei dato il giusto peso se avessi osservato solamente le foto sui libri. Invece, la famigerata Gioconda, è stata una noia mortale, vicina alle riproduzioni. Il corridoio italiano invece! A pochi passi dalla Gioconda, non proprio lunghissimo, sembrava infinito perchè ad ogni passo fatto era doveroso sostare almeno 10 minuti, era la bellezza dei quadri che lo imponeva! Ecco, a poterlo fare, sarebbe bello che per ogni artista studiato a scuola, si facesse una gita per andarlo a vedere dal vivo, se è presente nella propria città. Sarebbe una iniziativa formativa e divertente.
L'opera d'arte che più ami a Roma.
Domanda difficilie! Roma nasconde diverse meraviglie, più che parlare di una singola opera d'arte parlerò di un luogo: la Centrale Montemartini.
Quando lavoravo nel Welcome Staff del Colosseo/Foro Romano/Palatino, spesso i turisti con la Romapass mi chiedevano consigli su cosa andare a visitare usufruendo degli sconti e delleentrate gratuite acquisite. Io li spedivo tutti alla Centrale Montemartini! Si tratta di una succursale del Museo D'Arte Moderna ed è un sito un pò fuori mano rispetto agli altri musei più noti. Bisogna infatti prendere la metro B e scendere alla fermata Garbatella. La locazione è giustificata dal fatto che questo museo era, in origine, una fabbrica idroelettrica! E' stata una idea geniale convertire questa fabbrica in disuso in un museo di arte Classica. Un esempio di architettura molto ben riuscito, al contrario dell'involucro pensato per l'Ara Pacis. Il visitatore rimane stupito ed affascinato da questo ambiente Steampunk, la commistione fra arte classica e colossali macchinari di fabbrica, lasciati ad perpetuam memoria, carica il luogo di una meraviglia sospesa in un tempo indefinito, sorprende grazie allo stupore derivante dal riconoscere la capacità dell'uomo di creare figure marmoree delicatissime e macchinari giganteschi atti alla produzione di energia. Gli stessi macchinari si ammantano di un fascino in parte dato dalla loro maestosa mole in disuso ed in parte acquisito, di riflesso, dall' arte romana che li circonda, rendendoli anch'essi arte.
Un piacere particolare è stato riconoscere il volto di Antinoo, il giovanissimo amante dell'imperatore Adriano, nelle fattezze di alcune delle statue conservate,Marguerite Yourcenaire docet.Di grande pregio anche un mosaico con scene di caccia.
Questo luogo è a me caro perchè si tratta, a mio avviso, di un museo "multiemozionale".Qualcosa di unico nel suo genere.
Quale artista del passato senti più vicino?
Preferisco parlare di un gruppo di artisti: gli Impressionisti. Questo perchè, proprio come nella mia poetica, essi concentravano la loro attenzione sull'istante. Loro dipingevano volentieri en plain air, catturando la mutevolezza della luce nell'attimo di uno sguardo. Io dipingo in studio, e come supporto tecnico utilizzo la macchina fotografica, "occhio" che cattura la mutevolezza della realtà in una immagine unica ed irripetibile. Trovo che le pennellate ben visibili donino freschezza all'opera d'arte e la collochino in una dimensione per la quale l'arte è a se stante. Non più l' unico mezzo per ottenere la copia esatta di un qualcosa, come accadeva prima della scoperta della fotografia o concorrente a gara con la fotografia nella riproduzione del contingente. La direzione di una pennellata può creare una superficie tonda, un riflesso, una piega: lo studio costante delle opere d'arte del passato è un ottimo mezzo per migliorare la propria pittura e capire il funzionamento di luci, ombre e colori. Per questo sento affinità con questo movimento artistico.
Le mie considerazioni, ovviamente, sono valide tanto per gli Impressionisti quanto per Vermeer, Caravaggio, Klimt. Si tende a ricordare l'aspetto decorativo della pittura di Klimt ma egli ha creato dei notevoli paesaggi e opere con figure femminili che di decorativo hanno, per fortuna poco. Tiziano e tutti gli altri Grandi. In realtà sento vicini tutti i grandi artisti del passato perchè dallo studio di ognuno di loro nasce, cresce, si differenzia o viene accomunata la mia personale esperienza artistica.
Quale artista contemporaneo?
Non sono una grande conoscitrice di arte contemporanea. Trovo che punti più sul sensazionalismo che ad altro; oppure che ponga il concetto come punto di arrivo e non di partenza per l'opera d'arte, a discapito della bellezza. Per me i tagli nelle tele di Fontana non sono arte, l'esposizione di animali morti di Jan Fabre non è arte, i concetti che espone Wolfang Laib con le sue Milkstones o con i quadrati di polline sono meravigliosi ma che noia a vederli esposti! Ogni tanto vado a vedere mostre al Macro o al MAXXI, ma senza aspettative. Mi capita di trovare qualcosa di bello od interessante, ma sono aghi nei pagliai. Detto questo, ci sono artisti, colleghi di Accademia ai tempi dei miei studi, che ammiro molto e con i quali ho avuto interazione diretta: Michele D'Aloisio, Verdiana Patacchini, Giovanni Gasparro, sono alcuni dei nomi che ricordo con maggiore enfasi.
Il tuo sogno più grande?
Il mio sogno più grande è, al momento, riuscire a vivere con le mie sole risorse: uscire dal nido e crearne uno tutto mio. Ottenerlo grazie alla mia Arte mi sembra utopico. Mi piacerebbe un lavoro stabile e pagato il giusto, e mi piacerebbe non dover pensare di doverlo cercare all'estero per avere qualche possibilità di ottenerlo.
Grazie Elena, spero vivamente che con l'impegno e con la tua evidente preparazione tu possa uscire dal tuo nido e vivere della tua passione. In bocca al lupo dalla redazione di Unfolding Roma.
Sharon Belli
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