Fabrizio Angelini Il Grande Regista Del Musical

Fabrizio Angelini Il Grande Regista Del Musical

Ottimo successo al Tetro de' Servi di "Nunsense...le amiche di Maria" con la Compagnia dell'Alba

stampa articolo Galleria multimediale Scarica pdf

Se al Tatro de' Servi di Roma si è accolti da un piccolo esercito di suore e frati nessuna meraviglia perchè in scena c'è "Nunsense...le amiche di Maria" il musical di Dan Goggin tradotto e adattato da Fabrizio Angelini e Gianfranco Vergoni. Uno spettacolo dove la parola d'ordine può essere coinvolgimento grazie al ritmo frenetico che le attrici della Compagnia dell'Alba sanno rivelare con bravura e ironia ma anche tanta sensibilità.

La storia è quella di alcune suore che organizzano un'improbabile raccolta fondi per seppellire quattro consorelle improvvisandosi cantanti, attrici, ballerine  fino alla tentata vendita di un manuale di cucina che poi si rivelerà un disastro per le ricette presentate.

Quello che le attrici hanno saputo ben rivelare è la capacità di non cedere all'effimero. Infatti ognuna di loro seppur soggiogata dai riflettori resterà comunque con i piedi per terra continuando la sua missione. E alla fine il pubblico rimane estasiato dalle belle voci, dalla simpatia e dalla disinvoltura con cui ci si muove sul palco e non può che regalare continui fragorosi applausi.

Ottima prova del regista che ha saputo rendere soprattutto la spontaneità delle protagoniste tanto che ci si può chiedere se effettivamente siano attrici o delle suore vere. In effetti Fabrizio Angelini è un artista completo, con una  carriera veramente invidiabile che lo ha visto studiare recitazione, canto e danza. E poi l'impegno in tanti spettacoli di successo a cui ha partecipato sia come attore che come coreografo, aiuto regista e regista egli stesso. 

Abbiamo avuto il piacere di incontrarlo all'inizio dello spettacolo avendo la possibilità di conoscere un grande personaggio ostinato nel portare avanti la sua passione per lo spettacolo di qualità.   

Allora Fabrizio, adattare un musical campione di permanenza a Broadway come “Nunsense”  che nel corso del tempo ha avuto tanti premi e riconoscimenti, per un regista può comportare dei timori…

Per noi è stata soprattuttutto incoscienza. Quando l'ho visto per la prima volta a New York nel 1992 me ne innamorai subito e con Gianfranco pensammo di metterci all'opera per ottenerne i diritti e farne una versione italiana. Oggi riadattarlo con la Compagnia dell’Alba mi consente di portarlo in scena con grinta e entusiasmo capaci di rinnovarsi ogni volta. 

Ma conformando lo spettacolo alla nostra lingua e alla nostra realtà non si rischia un po’ di snaturarlo…

Non si snatura uno spettacolo quando se ne conserva tutto lo spirito. Ed è proprio questo che abbiamo sempre mirato a fare con tutti i testi con cui abbiamo lavorato perché credo che la gente che vada a vedere un musical deve capire e divertirsi compreso quelli che non masticano l’inglese. L’importante è fare una buona traduzione che sia comprensibile al pubblico non solo nelle parole ma anche nei fatti e nei modi di dire che sicuramente in America sono diversi rispetto a quelli italiani. Pertanto il nostro è un lavoro anche in itinere che adegua il testo alla contemporaneità rendendo così  le suore  protagoniste perfettamente calate nella realtà di oggi. Non a caso nelle ultimssime rappresentazioni una delle attrici imita anche Papa Francesco che ribadisce che non è stato lui ad invitare Ignazio Marino durante il suo ultimo viaggio Oltreoceano.

Qual'è l’impegno più grande che di solito chiede alle compagnie protagoniste dei suoi spettacoli…

Prima di tutto la precisione perché più si è precisi più si è naturali e più si sembra veri. E poi ci vuole sempre la passione. Devo dire nel caso di questo ultimo spettacolo ho a che fare con delle vere professioniste con cui è bello lavorare. 

Per i suoi studi e per la sua esperienza si può definire un’ artista completo. Ma proprio questa ricca formazione non comporta poi che nei confronti dei suoi attori lei possa diventare troppo esigente?

Assolutamente si ma poi mi ringraziano. E poi il fatto che sia esigente nel grado di preparazione degli attori non toglie che io metta sempre in primo piano la persona. Quindi chi lavora con me avverte l’importanza che per me riveste l’elemento umano e questo devo dire mi comporta sempre la stima di tutti 

E’ facile oggi scoprire e reclutare artisti che possano interpretare i grandi musical, in questo possono essere di aiuto i tanti talent e reality che oggi vengono proposti in televisione?  

Credo molto nella gavetta per cui ammetto che molto spesso mi urtano quelli dei talent che giungono alla notorietà solo per un’apparizione fatta sul piccolo schermo. Però allo stesso tempo non mi piace generalizzare per cui posso dire che se si considera l’apparizione nel telent come l’inizio per una lavoro di impegno e di preparazione allora si possono avere dei validi artisti come è successo per esempio per Valeria Monetti, Giulia Ottonelli e Flavio Montrucchio che spesso lavorano anche con noi. Fortunatamente devo dire che il livello italiano è molto cresciuto e ci sono  tante scuole da cui è possibile attingere degli ottimi talenti soprattutto per recitazione e canto, forse un pò meno per la danza. 

E' vero che il pubblico viene attratto più dal nome e che il musical è destinato sempre a scontrarsi con il teatro di prosa? 

Io sono contro quelli che hanno un grande nome e poi rendono poco, preferisco sempre puntare sulla qualità. Ammetto che non è facile portare le persone a teatro quando non puoi contare su di un titolo altisonante e degli interpreti famosi, ma i riscontri che ci regala il pubblico ci inducono ad andare avanti con coraggio ed entusiasmo. Infondo la qualità creata attraverso i giusti interpreti e un bel testo, ripaga sempre come è successo con "Nunsense" che presenta degli interpreti davvero formidabili. 

Meglio lavorare in Italia o all’estero?

Con grande rammarico  ammetto che soprattutto per il mio genere di spettacolo l’estero ti regala più possibilità. Infatti io consiglio sempre ai miei artisti di tentare la carta anche se da noi il livello si è molto alzato. Ci sono molte più scuole e organizzazione per cui  per imparare il mestiere non bisogna più andare a New York come abbiamo dovuto fare noi.  

C’è un musical che costituisce per lei un sogno nel cassetto e uno invece che ha in programma di fare nell’immediato futuro…

Mi piacerebbe mettere in scena i Miserabili ma è davvero molto complicato. Invece probabilmete insieme sempre a Vergoni riproporremo lo spettacolo “E non finisce mica il cielo” con colonna sonora le canzoni più belle della rimpianta Mia Martini 

Se dovesse fare un musical con le vicende che hanno riguardato il sindaco di Roma dimissionario come lo ambienterebbe…

Sul palco sarebbe presente una grande panda rossa e poi ci sarebbe da mettere dentro  davvero tanta roba a cominciare da ex galeotti fino a scontrini e biglietti di aereo…Il finale sarebbe su un auspicato rinnovamento 

E come sarebbe il titolo di un musical che può rappresentare la rinascita della Capitale...

Onesta e pulizia

                                                                                   Rosario Schibeci 

© Riproduzione riservata

Multimedia