Fino al 6 marzo al Teatro Lo Spazio di via Locri a Roma la possibilità di scoprire il lato diverso di un dittatore che ha stravolto il mondo grazie allo spettacolo “Adolf prima di Hitler” che il drammaturgo Antonio Mocciola ha liberamente tratto dalla biografia scritta da August Kubizek "Il giovane Hitler che conobbi" ricordando i quattro intensissimi anni vissuti accanto a lui. Per lo spettatore la chiave di lettura può essere quella di considerare i personaggi nell’arco temporale della rappresentazione tralasciando momentaneamente quello che poi gli eventi hanno riservato. Ecco che allora, viene fuori una storia d’amore fra due adolescenti che può sembrare a senso unico ma che in realtà interessa entrambi i protagonisti seppure in maniera diversa.
L’attore Vincenzo Coppola è bravissimo nel portare in scena un giovane Adolf di grandi ambizioni e poco talento restituendogli un lato umano che però già mostra precisi segni di cedimento. Con lui l’altro valido protagonista Francesco Barra, ovvero il Kubizek animato da un amore che riesce a diventare ossessione per il fatto di non essere corrisposto. Ma alla fine si può veramente dire che il futuro Fürer non fosse innamorato di lui? Infondo, al loro rapporto di interdipendenza nel lungo periodo di convivenza è mancato solo l’atto sessuale non così facile da accettare nel periodo considerato. Ma quello che non si può accettare non si deve combattere per cui la cattiva gestione della propria sessualità non può essere odio per tutti gli omosessuali fino alla loro persecuzione.
Una regia attenta quella di Diego Sommaripa con i pochi elementi della scena che sembrano proprio lasciare tutto lo spazio alla potenza del dialogo fitto di contraddizioni, quasi a tratti violento, emozionante ma anche generatore di ansie riflettendo su quello che si è disposti a fare quando si diventa succubi di qualcuno. Ad arricchire lo spettacolo anche l’ambigua padrona di casa, la signora Zakreys (Chiara Cavalieri) che all’inizio sembra una voce fuori campo ma poi diventa parte integrante rivelando i pericoli di quello che si sta vivendo sotto il suo tetto. Ritroveremo la donna invecchiata a fine spettacolo con il rimorso di avere ospitato il mostro di uomo che tutti conosciamo. Come dichiarato dallo stesso Mocciola, portare “Adolf prima di Hitler” al Teatro Lo Spazio è stata una grande opportunità considerato che il direttore Manuel Paruccini ne ha fatto un luogo di grande libertà dove ogni forma d’arte avviene sempre con la massima spontaneità. E se viene naturale interrogarsi sui diversi risvolti che potevano prendere gli eventi nel caso Hitler avesse ceduto all’amore, non si può non pensare che la rappresentazione cade proprio in un periodo dove un altro dittatore sta cercando di imporre la sua forza e le cui battaglie contro gli omosessuali sono ben note.
Rosario Schibeci
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