Nicholas Musicco

Il supereroe non è altro che un’ “amplificazione”, una mano divina che ti dà quella spinta in più.

stampa articolo Galleria multimediale Scarica pdf

Il musical è un genere approdato in Italia solo recentemente. La commedia musicale è stata la “nonna” di uno stile che apparteneva al mondo angolofono, in particolar modo all’America. Qui avevamo la commedia musicale, quella di Garinei e Giovannini per capirci; in seguito, negli anni ’70 e ’80, Tony Cucchiara scrisse una notevole quantità di musical, seguito a ruota negli anni ’90 da Tato Russo.

Ma fu Notre Dame de Paris, nel 1998, a segnare un vero sparti-acque tra ciò che c’era prima e ciò che è venuto dopo, trasportando le atmosfere musicali, che fino a quel momento erano state influenzate dai sapori e dai temi nostrani, ad una internazionalità che è tipica di questo genere.

In realtà poco prima, nel 1997 per la precisione, la Compagnia della Rancia aveva tradotto e adattato Grease, il grande successo musicale-cinematografico, riscuotendo un enorme successo.Insomma, i musical d’oltre oceano sono lentamente approdati qui da noi, poco alla volta.

Perlomeno, quelli più importanti. C’è infatti un immenso nucleo di musical d’oltre oceano che in pochi conoscono e che pochi di noi hanno avuto il privilegio di vedere; sto parlando dell’immenso bacino dell’ “off Broadway” (o off-London), termine usato per indicare un fenomeno nel mondo del teatro statunitense che, tra la fine degli anni '40 e l'inizio degli anni '50, si pose come un'alternativa, finanziaria e culturale, alle grandi produzioni di Broadway, e comprendeva una serie di spettacoli che venivano rappresentati e coinvolgevano l'insieme dei grandi teatri situati nell'omonima strada di New York.

Molti di questi musical noi italiani non li conosciamo neppure per nome. Recentemente, compagnie di giovani più o meno famose hanno deciso di portarne da noi alcuni. E, così come il cinema degli ultimi anni si sta aprendo al cine-comic (da Lo Chiamavano Jeeg Robot al Diabolik dei fratelli Manetti), così il musical arriva a toccare anche le tematiche dei super-eroi.

Oggi vogliamo parlare di uno di questi musical “nascosti”, dal titolo : The Toxic Avenger. La trama fa riferimento al film cult di Lloyd Kaufman del 1984 ed è un’affascinante storia d’amore tra Sarah, una ragazza non vedente, e Melvin, un ragazzo un po’ “nerd” che farebbe di tutto per salvare la sua città dall’inquinamento e dalla corruzione dilagante. Come da “copione” (Hulk docet), il ragazzo ha un incidente che lo porta in contatto con una sostanza chimica velenosa che però, anziché ucciderlo, gli dona dei superpoteri. Attenzione, però, questi poteri non lo rendono più muscoloso, avvenente o sexy, tutt’altro: liberano (letteralmente!) il mostro verde che è in lui.

Abbiamo intervistato per voi Nicholas Musicco, regista e produttore dell’allestimento italiano di Toxic Avenger, che ha visto il suo debutto lo scorso 13 gennaio proprio in un teatro off di Roma, il Teatro Lo Spazio.

Nicholas, perché proprio Toxic Avenger? Da dove nasce l’idea?

Nasce nel 2018, anno in cui mi trovavo al festival di Edimburgo; ad un certo punto ho visto questo locandina che mi hai spirato molto, così sono andato a vedere lo spettacolo e sono rimasto piacevolmente colpito sia per le musiche che per le tematiche, tanto che uscendo dal teatro mi sono fatto questa promessa: avrei portato questo spettacolo in Italia, prima o poi!

Il mito del supereroe è in ascesa in Italia: da Jeeg Robot a Diabolik, ci stiamo aprendo a supereroi più “nostrani” ed anche a nuovi villains. In questo contesto, come si pone il tuo spettacolo?

Il supereroe serve perché dove non può arrivare l’umano possono arrivare dei poteri speciali; spesso e volentieri, però, questi poteri speciali si acquisiscono in determinate condizioni e in momenti molto specifici e magari sono proprio le persone che hanno già un potere speciale dentro di sé a diventare super-eroi.

Quindi, a mio avviso, il supereroe non è altro che un’ “amplificazione”, una mano divina che ti dà quella spinta in più.Dico questo per sottolineare che molti di noi sono supereroi, ma magari non lo sanno, e per questo serve qualcuno o qualcosa che possa portare fuori proprie le qualità… Insomma, The Toxic Avenger è il tipo di spettacolo che ruota intorno a un supereroe, perché il pubblico lo vuole, si vuole immedesimare in lui o più semplicemente lo vuole supportare, perché oggi c’è un’esigenza di queste figure.

Oltre al tema del super-eroe, molte sono le tematiche toccate da The Toxic Avenger: emergenza ambientale, emergenza bellica, controllo della popolazione attraverso vaccinazioni e mascherine. Insomma, questo musical è anche una critica sociale?

Più che altro vorrebbe stimolare una riflessione costruttiva su certe tematiche.Nello specifico, vogliamo concentrarci sull’inquinamento e sul riscaldamento globale, ma ciò non toglie che l’inquinamento può essere anche un “inquinamento di valori”, un “inquinamento di personalità” che – purtroppo- cercano di fare solo i propri interessi personali e perseguono il “Dio denaro” a discapito di tutti gli altri.

Dopo un ottimo successo di pubblico presso Lo Spazio di Roma, la Corepix Italia tornerà in scena con The Toxic Avenger il prossimo 8 aprile presso il Teatro Garbatella. Vi consigliamo di andare a vederlo… con la mascherina, ovviamente.

Chiara Alivernini

The Toxic Avenger 

Direttore musicale: Fulvio Epifani

Vocal Coach: Rosy Messina

Aiuto regia e coreografie: Serena Mastrosimone 

Produzione:

Silvio Aquilanti, Valerio Ciuffini 

Scenografie: Silvio Aquilanti 

Social Media: 

Filippo Francucci e Valeria Bucco 

Marketing:   Madison 

Costumi: Adelaide Stazi 

Make up: Michele Aquilanti Caterina Gizzi

© Riproduzione riservata

Multimedia