Scacco Al Re – Mimmo Paoloni

Scacco Al Re – Mimmo Paoloni

Porta con sé qualcosa che è avvenuto nella vita dell’artista. Attraverso la tela, l’artista, riesce ad approdare anche in modo inconsapevole, in quei luoghi arcaici dell’anima.

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Scacco al Re – Mimmo Paoloni

L’arte di Paoloni è un flusso continuo d’incontri, viaggi di andata e ritorno, delusioni, paure, angosce, emozioni, sguardi sul passato, presente e futuro, prospettive che rivelano predilezioni, declinazioni personali, spinte legate alla memoria e all’esperienza.

Dal ‘65 Mimmo Paoloni scopre la sua inclinazione artistica ed inizia a studiare e sperimentare le varie tecniche del colore con i maestri Antonio e Fabio Fabbri in Villa San Giovanni in Tuscia (VT) nel suo paese d’origine, poi nel 1970 frequenta dei corsi di pittura presso l’Accademia di Roma. Negli anni ’90 aderisce all’Associazione pittori “La Cerqua” di Bracciano ed è un’occasione per osservare, riflettere e dialogare con la gente del posto.

In un primo momento, vede nelle teorie del movimento surrealista la possibilità di far emergere la sua dirompente immaginazione e si avvicina a Max Ernest, Magritte, e Dalì dai quali attinge inspirazione e vitalità. In seguito, la famiglia e il lavoro, lo conducono ad allontanarsi dalla pittura – tuttavia, appena può, fissa sulla tela le sue emozioni mostrandole agli amici di via Margutta. Negli anni successivi la tragica e prematura morte dei fratelli Fabbri, rafforza il suo legame con la pittura. Da questo momento in poi, la sua produzione si arricchisce e l’artista inizia ad esporre le sue opere in mostre personali e collettive a Roma e in altre città d’Italia, ricevendo numerosi consensi dalla critica. Tra il 2005 e il 2014 la sua produzione si evolve, subendo il fascino del mondo innovativo e rivoluzionario della Pop Art, riscontrabile nelle sue opere per forme e colori. Inoltre, negli ultimi anni guarda con attenzione temi, soggetti e metafore tipiche dell’espressionismo contemporaneo.

Tra gli elementi iconografici più ricorrenti nelle opere in mostra, e generalmente in tutto il corpus dell’artista, sono: gli scacchi che possiamo vedere, per esempio, in primo piano nelle Tentazioni di Sant’Antonio in cui la fortuna e il destino giocano a scacchi con la vita dell’artista; perché per Mimmo Paoloni «la vita è come una grande partita di scacchi»; e le mongolfiere che solcano i cieli con i lori colori accesi, trasportate casualmente dai venti mutevoli del destino, fluttuando verso paesaggi onirici, impossibili da raggiungere con la ragione (Volando verso l’Isola che non c’è). Per oltre 15 anni una delle metafore più ricorrenti nei lavori, di Paoloni, è quella del naufragio «E’ un naufragio esistenziale che il destino ha posto sul mio cammino. Non ho potuto evitarlo e comunque l’ho sempre accettato», come vediamo in Naufragio - opera in mostra così commentata dall’artista «L’agave in primo piano, con le sue spine durissime e il suo saper resistere alle avversità sento che mi rappresenta benissimo».

Mimmo Paoloni, in ogni opera, lascia una sua indelebile traccia raccontando sé stesso e il proprio mondo spirituale. Per l’artista la vita è come una tela e su ognuna dei suoi lavori scarica le sue emozioni, i suoi pensieri e le esperienze che hanno segnato profondamente la sua vita, fatta a volte di sregolatezze e di eccessi, intridendo i pennelli nel colore e sciacquandoli, mediante la memoria, con il gesto. Riesce a creare un sistema di rappresentazione, comunicazione e interpretazione. L’arte è la testimonianza di storie, di momenti di vita e di esperienze personali. Ogni dipinto, di Paoloni, porta con sé qualcosa che è avvenuto nella vita dell’artista. Attraverso la tela, l’artista, riesce ad approdare anche in modo inconsapevole, in quei luoghi arcaici dell’anima, che fino a quel momento non avevano trovato via di espressione (Verso l’Isola che non c’è). Quando osserviamo un dipinto di Mimmo Paoloni, non facciamo altro che cercare di captare il turbinio di emozioni che pervadono l’artista nel momento in cui dipinge e che, attraverso l’osservazione, si trasferiscono su di noi, rendendoci partecipi dei suoi stati d’animo.

Testo critico di Mimmo Paoloni

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