Sbarca A Washington L'arte Di Giuseppe De Nittis

Sbarca A Washington L'arte Di Giuseppe De Nittis

L'evento internazionale che partendo da Barletta regala al mondo una storia pugliese che parla di cultura e bellezza.

stampa articolo Scarica pdf



Una grande presentazione, quella tenutasi nell'Associazione della Stampa Estera a Roma, per una grande mostra "An Italian Impressionist in Paris: Giuseppe de Nittis", considerata uno dei più importanti eventi d'arte a Washington. Presenti in sala un parterre di tutto rispetto, con il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, il sindaco di Barletta Cosimo Cannito, la Sopraintendente all'Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Province Barletta-Andria Trani e Foggia l'arch. Anita Guarnieri, il curatore internazionale Renato Miracco e in collegamento dall'America Dorothy Kosinski direttrice della The Phillips Collection di Washington.

Tutto ha inizio a Barletta, sia nel 1846, sia 4 anni fa. La prima data si riferisce alla nascita del pittore Giuseppe de Nittis, la seconda all'inizio di una stretta collaborazione tra Ministero della cultura, della Soprintendenza, delle agenzie del turismo, di curatori, storici e direttori di musei. Un contributo, una cooperazione tra privati e istituzioni pubblici, un grande lavoro, di promozione internazionale del territorio, di valorizzazione dei beni immateriali e materiali, di talenti e creatività pugliesi.

Lo stimolo per la mostra americana nasce dal riallestimento della Pinacoteca nel Palazzo della Marra di Barletta, un immenso patrimonio di opere di De Nittis donate alla città, dalla moglie Leontine Gruvelle. La volontà è quella di rieleggere l'artista, sconosciuto al grande pubblico, rettificandone l'omissione storica che lo ha emarginato dalla scena impressionista di cui era parte attiva. Il luogo per questa importante e imponente esposizione è The Phillips Collection, primo museo americano ad interessarsi all'arte moderna, che ne dedicherà tutto il terzo piano. De Nittis ritornerà accanto a pittori del calibro di Manet, Degas, Cezanne, ricoprendo quel ruolo nella corrente artistica francese, negatogli per troppo tempo.

Questo evento internazionale congiunge, con un metaforico ponte artistico, la Puglia e l'America, rappresentando una straordinaria promozione internazionale del territorio e un momento di confronto tra le istituzioni, impegnate nell'ambito della diffusione del patrimonio pugliese rivendicando Barletta come luogo di cultura. Il luogo natale del pittore diventa strumento di diplomazia artistica, sottolineando come la cultura possa collegare e fortificare legami diplomatici, ambientali e storici.

L'esperienza museale porterà in visione 32 opere dell'artista, e sarà unica per i pezzi in mostra, e per la redazione del primo catalogo in lingua inglese curato da Renato Miracco, basata su recenti ricerche. Sarà un viaggio a ritroso dell'artista e porterà in America opere di immensa bellezza: dalle vedute urbane alla vita parigina, agli scorci sul Vesuvio fino alla campagna francese. Riporterà De Nittis nella cerchia artistica degli impressionisti, con cui, grazie ai carteggi rinvenuti, ne era amico e ne condivideva sperimentazioni e messaggi.

La corrente impressionista, formatisi con Edouard Manet e con gruppo di coraggiosi, giovani, scapestrati artisti, in modo rivoluzionario, rifiutavano la cultura e le impostazioni accademiche dell'epoca. Con entusiasmo dipingevano all'aperto, cavalletto vicino a cavalletto, condividendo una realtà veloce fatta di luce e immediatezza. In questo gruppo vi era anche Giuseppe de Nittis, probabilmente la sua morte improvvisa non lo portò alla ribalta come i suoi più noti amici, e per tanto, forse per troppo, il suo grande talento rimase relegato tra una cerchia ristretta di amanti dell'arte.

Ora De Nittis esce allo scoperto con tutta la sua potenza e talento, il suo retaggio macchiaiolo e la sua sperimentazione impressionista, con la luce tipica della Puglia e le atmosfere rarefatte parigine, sbarca in America e sarà veicolo della bellezza e unicità della sua patria natia.

Chiara Sticca

© Riproduzione riservata