Lazio-Palermo

Termine adatto per raccontare una giornata dove tutto si è cercato tranne la volontà di osare. Controlli a tappeto per la questione sicurezza prima dell'ingresso allo stadio, paura nello giocare, paura di fare un passo in avanti, paura di ammettere i propri limiti in una stagione fallimentare.

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PAURA.

Termine adatto per raccontare una giornata dove tutto si è cercato tranne la volontà di osare. Controlli a tappeto per la questione sicurezza prima dell'ingresso allo stadio, paura nello giocare, paura di fare un passo in avanti, paura di ammettere i propri limiti in una stagione fallimentare, almeno da parte di qualcuno. La paura fa 90 e tra la Lazio e Palermo meglio non complicare il tutto con due presidenti vulcanici anche nelle stanze segrete della Lega. Nulla di fatto, ci può stare. Nel limbo senza vincitori e vinti. Una sorta di non farsi male a vicenda in una giornata fredda e con un gioco prettamente rivolto al difendersi. Le statistiche parlano abbastanza chiaro: nel primo tempo, su due tiri effettuati nella porta di Marchetti, uno è andato a segno. Se la paura ha giocato un ruolo importante anche la scarsità dei mezzi ha ricoperto una buona fetta di gara. C'è stata una doppia partita: prima dell'ingresso di Candreva e dopo l'ingresso di Candreva. Prima del rigore e dopo il rigore ma in sostanza, alla fine, il risultato è stato equo, frutto della paura.L'inizio di tempo ha messo in mostra, i limiti di una difesa al quale manca il punto fermo che porta il nome di De Vrij. La paura nello sbagliare ha fatto si che qualche disimpegno venisse sbagliato da ambo le parti. Paura. Era la giornata del ritorno di Davide Ballardini, non troppo amato dalle parti del Tevere. Ha imbavagliato tre- quarti di gara con un gioco semplice ma fortemente cinico. In tre circostanze i ragazzi di Zamparini sono andati vicini alla rete ma la macchinosità del pacchetto avanzato rosanero ha evitato una possibile disfatta laziale. Pioli ha parlato, in conferenza stampa, di stagione fallimentare sino ad ora. Migliore analisi non poteva esserci anche in prospettiva futura. Solamente che il futuro va costruito giornata dopo giornata ed è fondamentale lottare sempre per l'Europa.. Ad oggi, guardando la classifica, la Lazio dista tante posizioni dalla zona che conta. Alcuni blasoni stanno recuperando terreno come la Juventus, altri si assestanto nei posti che contano. La Lazio è lontana anni luce, una sorta di freddo artico che oltre la classifica si propaga in tutti i settori della società nel rapporto con la gente. Stadio con pochissime presenze, tanti addetti ai lavori e la solita contestazione che dura ad oltranza, condita e appesantita da una paura, a volte infondata, di possibile rappresaglie violente. Al pubblico va data fiducia, il meccanismo di base è da modificare. Il campo riporta il primo pareggio stagionale in campionato. Dopo il tracollo contro il Milan che ha riportato sulla terra anche l'”Olimpico”, arriva tra i fischi un punto che serve più al Palermo per il morale che alla Lazio. 

La strada è lunga, cambiare qualcosa è d'obbligo ma c'è qualcosa che non si allinea nel verso giusto. Domenica l'Empoli, una squadra che ha fatto punti contro la più quotata Fiorentina. Servirà una prova maiuscola, nessuna paura e tanto coraggio. La stagione anonima è un dato di fatto. Aspettando un difensore centrale, nel frattempo, la paura d'obbligo è cacciare via i fantasmi di qualcuno.
                                                                                                                          Mirko Cervelli

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