Daniele la fascia di età della tua clientela? Cosa ti chiedono di disegnare maggiormente?
Come è giusto che sia non c'è un'età per tatuarsi, ma comunque tocca essere maggiorenni. Sicuramente l'aver tatuato un signore di 72 anni per ben tre volte nel giro di due mesi è stata un'esperienza molto interessante e carica di emozioni: mentre lavoro mi piace parlare con il cliente, si crea un rapporto speciale, e naturalmente una persona anziana ha molto da raccontare e da insegnare e tutto diventa più coinvolgente malgrado la difficoltà nel tatuare una pelle non giovanissima, ma fa parte del gioco. I clienti mi chiedono di tatuargli i soggetti più svariati a volte sono particolari, come disegni fatti da loro, mentre altre volte propongono la prima “cosa” trovata su internet. Ad ogni modo cerco sempre di portare il cliente a un discorso più completo sul tatuaggio, tentando di fargli capire che non tutto può essere riportato sulla pelle, gli propongo sempre una rielaborazione della loro idea, senza snaturarla. A volte invece devo attenermi strettamente alla richiesta del cliente.
Ti capita mai di risistemare tatuaggi malfatti?
Mi succede spesso di sistemare tatuaggi mal riusciti oppure non più graditi dal cliente, a volte è semplice perché il disegno non è così male oppure è talmente svanito che mi permette di creare qualcosa ex-novo. altre cliente e quello che realmente è possibile fare. Per me è una sfida e un piacere vedere la felicità in una persona per aver tolto finalmente dalla sua pelle un'immagine che non voleva più.
Quanta passione ci metti nella composizione della tua opera?
Nel disegno in generale metto tutto me stesso perché è stato, sin da quando ero piccolo, il modo più personale per esprimere me stesso e naturalmente questa passione la metto anche nel tatuaggio. L'unica differenza, ma fondamentale, è la distinzione tra pelle e carta: il tatuaggio è un lavoro artigianale e la possibilità di sbagliare è sempre dietro l'angolo.
Si preferisce completare un tatuaggio subito oppure in varie sedute?
Se possibile, io preferisco terminare tutto in una volta e con pochissime pause: non voglio perdere l'attenzione e per il cliente riprendere una seduta è sempre motivo di stress. A volte data la grandezza del lavoro o la bassa sopportazione al dolore del cliente varie sedute sono necessarie, tendenzialmente sopra le 3 ore tendo sempre a smettere e riprendere il lavoro dopo una ventina di giorni.
La tua preparazione come grafico quanto ti aiuta nello svolgere il tuo compito?
Ci sono delle regole all'interno dell'impaginazione della grafica del fumetto, che non possono essere tralasciate. Tutto si poggia su degli equilibri che devono essere rispettati. La tanto famosa sezione aurea principio, quindi come potrebbe un semplice giornale o libro non prescindere da ne è un esempio: tutta la natura, tutto l'universo si regola su questo tali schemi? Non voglio dire che un grafico stia continuamente con squadre e dell'occhio, questo viene spontaneo ed è una cosa che poi ti porti per sempre. calcolatrice nella ricerca dell'equilibrio, molte volte, dato l'allenamento Sicuramente alla scuola di fumetto ho appreso la sinterizzazione del tratto e il bilanciamento e la realizzazione del disegno.
Quanto tempo hai impiegato a farti una clientela stabile come il quartiere ha accolto "La tutuaggeria"?
La Tatuaggeria, malgrado l'apertura inaugurale in estate ha avuto subito un ottimo riscontro nel quartiere. Sicuramente il fatto che sia partita meno gente per le vacanze ci ha aiutato! Abbiamo puntato molto sull'accoglienza e la scelta voluta per staccarci un po' dallo stereotipo del classico studio di tatuaggi. Volevamo un nome italiano facile da ricordare e da pronunciare anche per accogliere tutti, abbiamo voluto dare un aspetto retrò che ricordasse le vecchie botteghe italiane-francesi degli anni 50 e non poteva mancare nel nostro studio il cavalluccio dove i barbieri mettevano seduti i bambini. Mio nonno aveva la sua bottega da barbiere a via del Babbuino, forse inconsciamente ho voluto riproporre quel posto dove ho passato la mia infanzia. Devo essere sincero la gente torna con piacere da noi anche per scambiare due chiacchiere o prendersi un caffè.
Ti hanno mai chiesto di disegnare qualcosa di "amorale"
Fortunatamente no e ho scelto di non fare tatuaggi politici mentre per i tatuaggi religiosi non ho problemi, anzi, anche non essendo credente, mi piacciono molto da eseguire soprattutto quelli cristiani, in quanto credo che le iconografie cristiane siano ottimi soggetti da disegnare per la loro potenza compositiva.
Ti piace partecipare a "Convention del settore"? cosa ti appassiona maggiormente?
Non ho mai partecipato a una convention in maniera attiva, ci sono andato soltanto da spettatore. Sinceramente non so se mi piacerebbe lavorare in pubblico poiché la mia “riservatezza” in parte mi bloccherebbe sebbene non posso negare che sia un'ottima vetrina per farsi conoscere a livello nazionale e internazionale. Inoltre credo che vedere da vicino il loro modo di lavorare sia l'unico modo per confrontarsi.
Tatuatore tutta la vita? Questo lavoro ti rende libero? lo lasceresti per quale occupazione ?
Non lo so. Come dicevo in una domanda precedente io amo disegnare, qualsiasi sia il supporto dal cartone alla pelle bianca di uno svedese. Non posso dire che questo sia il lavoro che mi darà da vivere per sempre, ma di sicuro in questo momento è la cosa che mi più mi soddisfa e mi piace fare. Sarebbe limitante dire che farò il tatuatore per sempre, sarebbe un po' arginare il proprio divenire ma non bisogna mai dimenticare che finché si fa qualcosa occorre sempre farla al massimo e cercare sempre il modo di migliorarsi.
Stai ascoltando -Smells Like Teen Spirit dei Nirvana, cosa tatueresti sul corpo di una ragazza ? E su quale parte ?
Generalmente non scelgo mai delle canzoni in base al tatuaggio ma a volte invece sento l'esigenza di una musica che mi aiuti a concentrarmi meglio. I Nirvana hanno cambiato la mia vita, da quella cassetta fatta da un mio compagno di classe io non avevo incredibilmente mai ascoltato musica a parte quella che usciva dall'autoradio di mio padre. Con loro scoprii che esisteva un mondo differente dove potevo ritrovare e magari cancellare gli strascichi dell'adolescenza appena finita. Aspettai "In Utero" per farmi il primo tatuaggio e mi feci accompagnare da un mio amico a Ladispoli dove all'interno di una sagra c'era uno stand di tatuaggi. Lì mi feci tatuare sul polso la donna alata incinta, raffigurata sulla copertina del cd, in un centimetro e mezzo di spazio....morale: sembrava una mosca. Qualche anno dopo lo feci coprire con un nuovo tatuaggio. Ora non lo farei più, sarei fiero del mio primo tatuaggio, ricordo di tante scoperte. Tornando alla canzone dei Nirvana...alla ragazza tatuerei un albero su un braccio. La ragione? E' la cosa che più mi ricorda Kurt Cobain: Aberdeen era la sua città d'origine e non Seattle. Ogni volta che leggevo qualcosa su di lui veniva sempre descritta questa città immersa tra i pini, dove i boscaioli indossavano camicette a quadroni di flanella e bermuda anche a gennaio!
Daniele che dire gentilissimo grazie per averci accolto e raccontato la tua storia.
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