Silvia Sabatini

Silvia Sabatini

Passione danza!

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Nata a Roma nel 1975, da sempre appassionata di fotografia ne fa una professione a partire dal 2009 dapprima nel mondo del fotogiornalismo pubblicando sui maggiori quotidiani nazionali per arrivare ad occuparsi solo di lavori commerciali. Dal 2012 fonda col suo compagno di vita e di lavoro, Eugenio Catalano, il RedSevenStudio, www.redsevenstudio.it

Come ci si scopre fotografi di professione?

Nel mio caso non si tratta di una scoperta... per moltissimi anni è stata solo una passione senza competenza.. scatti dettati semplicemente dall'istinto, dal mio gusto compositivo. Poi, per un caso, mi sono avvicinata alla fotografia! Ero insegnante di scuola primaria, facevo anche le ripetizioni ai bambini dopo la scuola ma avevo un'esigenza economica che mi ha portata a cercare un terzo lavoro e così per caso sono entrata nel mondo dei “cerinari”... coloro che ai matrimoni scattano foto agli invitati, fuori dalla chiesa o nel ristorante, le stampano e le consegnano nel giro di poche ore. Un lavoro molto duro ma anche ben pagato, per lo meno quando lo facevo io. Così ad un certo punto ho pensato che forse potevo dare una svolta alla mia vita. L'insegnamento mi piaceva molto ma è un lavoro di enorme sacrificio, che ti sfinisce e io desideravo vivere una vita più spensierata, più avventurosa.. pur nell'incertezza su cui la professione di fotografo si basa! Così ho deciso di lasciare l'insegnamento ed ho investito tempo e soldi per studiare fotografia, per costruire un percorso fatto di corsi, workshop, esperienze, gavetta... perarrivare ad essere capace di fotografare qualsiasi situazione mi ritrovi davanti, sia a livello tecnico che a livello emozionale, ma anche ad essere capace di rinunciare ad una regola compositiva o un senso artistico per compiacere un cliente, sia che si tratti di un giornale sia che si tratti di un utente privato. Questo percorso mi ha portata a lavorare dapprima nel fotogiornalismo e a scegliere poi di lavorare nel settore commerciale.

Che ricordi hai della tua prima macchina fotografica?

Per il mio diciottesimo compleanno chiesiai miei genitori di ricevere come regalo una macchina fotografica di alto livello. Ricevetti una Pentax analogica, la P30t, con lente Pentax 28-80 mm e flash Pentax AF260SaUna immensa emozione! Un fotografo amico di famiglia mi insegnò le coppie tempo-diaframma da usare e così inziai ad esplorare il mondo che mi circondava guardandolo da un mirino! Mi ricordo la concentrazione che ogni scatto mi richiedeva e l'ansia dell'attesa per lo sviluppo del rullino. Mi ricordo tante serate di giugno passate a fotografare le rondini che danzavano al tramonto.

Come si rende arte un movimento?

Nel caso di un movimento di danza, di cui io mi occupo spesso, il processo creativo è senz'altro facilitato visto che il movimento in questione è già di per sé arte. Come fotografa intervengo cercando di cogliere il movimento all'apice della sua espressione; la danza non si scatta a caso, bisogna conoscerla bene, saper anticipare cosa accadrà perchè se non cogli l'attimo giusto distruggi l'armonia estetica. La personalizzazione sta nel trovare una prospettiva insolita, un taglio che rende l'immagine meno accademica ma più accattivante; nel valorizzare un gioco di luci anche con una successiva post-produzione, di cui mi occupo personalmente.

Quando scatti una foto, cosa vuoi cogliere?

Nasco come fotografa di cronaca, per me è fondamentale la contestualizzazione. La mia foto deve raccontare.. una situazione o un'emozione.

Che legame esiste tra silvia e la danza?

La danza è stata la mia vita per 12 anni. La fotografia mi permette di raccontare quel mondo che ho amato tanto e in qualche modo di continuare a farne parte.

Quando prediligi il bianco e nero rispetto al colore?

Spesso è una scelta tecnica, ragionata, per nascondere un difetto di temperatura colore come accade quando nei teatri vengono usate luci con temperature estreme, a volte si sfiora gli infrarossi! Altre volte scelgo il b/w per dare un impatto più emotivo allo scatto, secondo me il b/w aiuta ad indirizzare lo sguardo e l'interesse verso il soggetto fotografato senza perdersi in un disordine cromatico che a volte ci si trova davanti.

Cosa preferisci fotografare e perchè?

Senz'altro le persone.. perchè trovo affascinante ogni essere umano... mi piace osservarle, trovare le loro peculiarità e renderle visibili in una fotografia. Non parlo solo di caratteristiche estetiche, mi piacciono gli atteggiamenti, i comportamenti, la modalità di relazionarsi.

Può un'istantanea dare l'idea di movimento?

Senz'altro. Un panning rende benissimo l'idea del movimento. Ma anche uno scatto statico può renderlo, i dettagli e il contesto aiutano a dare l'idea del movimento.

Una volta finita la giornata lavorativa, la mente da fotografa si spegne?

Hai detto bene, “la mente da fotografa”... la fotografia prima di essere un mestiere è un modo di essere. Io faccio continuamente foto con gli occhi, quando non ho la mia reflex o un cellulare portentoso a portata di mano. Continuamente penso a chi voglio fotografare, come, dove. E poi la fotografia è ovunque! In un film, in un cartellone pubblicitario, su una scatola di corn flakes. Ma soprattutto ho un compagno di vita che è un fotografo come me... quindi direi che non ho proprio scampo!

Gioie e dolori del tuo lavoro...

Mi occupo di lavori commerciali, quindi ti parlo di matrimoni, cerimonie, eventi aziendali, eventi sportivi, feste, book... e in una società in crisi economica è facile che i committenti si rivolgano alla moltitudine di appassionati di fotografia che offrono il proprio lavoro anche gratis pur di sentirsi “fotografi”. Ogni lavoro richiede un'adeguata professionalità, il mio richiede una giusta preparazione tecnica, un investimento non indifferente nelle attrezzature di scatto e nell'aggiornamento delle tecniche di post-produzione. Non si può regalare tutto ciò. Eppure è una lotta continua a difendere questo mestiere.Ciò che mi appaga sono l'universalità e l'immediatezza del linguaggio fotografico, la potenzialità di relazionarmi e di comunicare con facilità con chiunque attraverso le immagini. Mi appaga la mancanza di routine! In fase di scatto perchè ogni evento e ogni persona da fotografare sono unici! Ogni volta sono in gioco tanti fattori diversi e le variabili sono così numerose che mi obbligano perennemente ad essere attenta e creativa allo stesso tempo. E soprattutto non c'è routine nelle mie giornate, questo mi appaga enormemente!

Grazie mille della bella intervista!

Laura Castriota Scanderbeg 

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