Se nel lavoro di David Pompili ha un ruolo importante la celebrazione iconica di alcuni personaggi significativi del mondo dell'arte, della musica e del cinema, non poteva mancare all'attenzione dell’artista spoletino il poeta, lo scrittore, il regista, lo sceneggiatore, l’attore, il paroliere, il drammaturgo e giornalista italiano, Pier Paolo Pasolini.
Ancora una volta facce note di un recente passato che emergono dagli strappi dei manifesti e dalle sagome dei cartoni per venire in soccorso e rinnovare il loro contributo culturale e sociale.
Nasce, dunque, la mostra “Il comune senso del pudore” in programma dal 10 al 30 giugno alla Galleria Tornabuoni in Borgo San Jacopo, 53 a Firenze in cui David Pompili iconizza Salò e Pasolini, li sublima, e, ben lungi dall'idealizzarli e dal santificarli, li rende emblema, allegoria, e li impone allo spettatore quale riflesso ineluttabile di se stesso, attraverso un allestimento fagocitante, opprimente, saturo, fisicamente e psicologicamente inevitabile.
Come si evince anche dal catalogo della mostra "David Pompilii. Il comune senso del pudore " a cura di Stefano Masi, “ Una sorta di imbuto, che divora il visitatore sin dai suoi primi passi all'interno dell'esposizione, diviene una sorta di apparato digerente foderato di immagini - accattivanti come variopinte pubblicità commerciali eppure così perturbanti - a cui non può e non deve sottrarsi.
Così anche Pasolini, considerato tra i maggiori artisti e intellettuali del XX secolo, entra a far parte dell’opera “infiammabile” di David Pompili non perché realizzata da materiali quali carta e cartone, ma perché totalmente pregna di combustibile sociale.
Rosario Schibeci
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