Fonte immagine Emanuele Gambino
Siamo alle solite, quando crediamo di aver visto tutto ecco che la Roma cambia le carte in tavola e se in campionato la voglia sembra ai minimi storici, gli stessi protagonisti scesi in campo questa sera hanno dimostrato un coraggio ed una voglia di riscatto che supera qualsiasi riflessione .
Di Francesco ritrova finalmente Kluivert, ad inizio stagione le sue dichiarazioni non piacquero a nessuno, una bella promessa del calcio che approdando a Roma, dichiarò di avere il Barcellona come sogno nel cassetto; apprezzabile la sincerità, un po' meno il fair play, l'esigenza di ridimensionare il carattere un po' troppo spocchioso, costrinse il Mister a privarsi delle sue performance o quantomeno a centellinarle, così da farlo esplodere poi sul campo piuttosto che davanti ad un microfono.
Mosca è sembrata l'occasione giusta per testare le sue vere qualità, questa Champions il trampolino per spiccare il volo, taglia il campo e serve assist, duetta con Dzeko e Florenzi, sentendosi però un po' incompreso, le ossa vanno comunque fortificate, il carattere anche, il nome...beh, quello deve guadagnarselo comunque.
La lettura del match lascia perplessi, pronti, partenza e … goal, quasi un dejavù che richiama alla mente ricordi indelebili, un approccio diverso, forse una considerazione della competizione totalmente opposta, forse giusta ma pericolosa; lo stesso Napoli di Sarri ebbe un bruttissimo risveglio, ma mentre in quel caso specifico le intenzioni furono abbastanza esplicite, ad oggi Di Francesco ancora non sembra aver scoperto del tutto le carte .
Strana la Roma, qualche mese fa' ribaltò pronostici e favorite, il destino, l'astuzia, l'intelligenza, l'impegno, non c'è mai un dato certo che possa dimostrare la validità di una squadra rispetto ad un'altra ed i giallorossi sono andati in Russia per spazzare via musi e polemiche e per imprimere un sigillo importante sul passaggio agli ottavi.
Il bosniaco è diventato una pedina irrinunciabile nel gioco di Di Francesco, tanto da vedersi costruire intorno la formazione, nello stesso tempo però il sacrificio nel mettersi a disposizione dei compagni, è diventato un boomerang, da un lato continua ad essere un combattente instancabile, uno che si immola per la causa, dall'altro il fisico comincia a chiedere il conto e spesso è costretto ad abbassare i ritmi, la concentrazione scende e la precisione...beh, quella se proprio dobbiamo trovare una pecca ha sempre un po' discusso con lui.
Si rivede Florenzi davanti, speculare a Kluivert a sinistra, un miracolo di questi tempi, dietro, al “suo” posto Santon . Il terzino legge bene il match, copre la parte difensiva e si permette di muoversi in avanti per dare più mobilità alla giocata, fatica nel contenimento ma non si arrende e per smuovere una partita forse troppo serena, decide di concederci un po' di sofferenza sul finale -nulla di anomalo per i tifosi romanisti- l'ingenuità sul gol di Sigurdsson è tutta sua, ma rispetto alle giocate in nerazzurro è tutta un'altra storia.
La Roma amministra la partita, al 4' è proprio Manolas: l'Europa lo esalta, il sangue ellenico e la stretta parentela con Achille riemergono in tutto il loro fulgore e anche stasera insacca di testa un bel corner servito egregiamente da un maestoso Pellegrini.
0-1.
Onnipresente, una garanzia, uno dei leader di questa squadra .
I giallorossi spingono, si compattano e creano gioco, a guidare le manovre Lorenzo Pellegrini che registra una delle migliori prestazioni di sempre, decide tempi e reazioni, segna il gol del decisivo vantaggio che scaccia i fantasmi di un ennesimo pareggio sterile e apatico, poco importa ai fini del risultato se frutto di un fuorigioco abbastanza evidente, prendiamolo come una sorta di risarcimento per il rigore inesistente, subito a Firenze e ignorato da quella Var che dovrebbe essere una garanzia di onestà.
La Roma si sta concentrando sui giovani, sul loro adattamento e sulle loro idee, lo stesso Zaniolo, subentrato sul finale, conquista consensi partita dopo partita.
La squadra italiana, gestisce la partita, mostrando però ancora delle falle, dovute più ad una mancanza di comunicazione che ad un deficit tecnico, dopo il gol del vantaggio la Roma abbassa troppo il baricentro scoprendo gli spazi, il Cska prova ad infilarsi, ma le poche reazioni verso la porta non sembrano davvero convinte.
Si torna a casa vincenti ma piuttosto che respirare e godere di questo risultato, ci si interroga sull'impegno di ragazzi che, partita dopo partita hanno provato a reggere la pressione.
Fazio, Florenzi e Kolarov , il serbo semina grinta, impegno e tigna, la testata a Mario Fernandes, per uno scontro di gioco, mette il brasiliano naturalizzato russo K.O.
L'opinione pubblica lo sta facendo a brandelli, senza tener conto della tenuta fisica e psichica del giocatore, e se un “puro” come Perotti ne sta pagando le conseguenze, il numero 11 giallorosso allunga la falcata provata però da troppe critiche.
Un infortunio serio che ha deciso di ignorare, combattente in Champios e vendicativo con la Lazio, spinge la squadra e regola la catena di sinistra subendo l'alternanza di partner il più delle volte non proprio in palla, personalmente qualsiasi critica mossa sembra più gratuita che ragionata, tanto per sparare a zero su chi il sudore lo strizza via dalla maglia tutte le volte che torna negli spogliatoi.
Goncharenko deve rinunciare a Dzagoev, ma decide di sfruttare sul pressing a tutto campo grazie anche alle giocate di Vlasic.
Akinfeev si trova a dover rispondere alle chiamate prima di Florenzi, poi di Kolarov e Dzeko, solo al 40' la corazzata russa si fa pericolosa, Oblyakov entra in area ma l'assist per Shennikov non è così preciso ed il giocatore spedisce alto sopra la traversa.
Nel secondo tempo è Kluivert a farla da padrone , manda sottoporta Dzeko in due occasioni preziosissime purtroppo specate dal bosniaco ed è sempre lui a costringere al secondo giallo Magnusson, involandosi come una libellula verso la porta avversaria.
La Roma passa e tra le quattro italiane impegnate in questa Champions questa settimana, è l'unica ad aver vinto, vincere non vuol dire convincere anche se le basta un solo punto per conquistare la qualificazione o addirittura nessuno, il CSKA dovrebbe farne sei nelle ultime due gare per scalzare la Roma o, provare a vincere il girone...
La palla, gira, gira e non si sa mai che direzione riesca a prendere.
Di Francesco avrà di che ragionare.
Migliore in Campo: Lorenzo Pellegrini
Peggiore in Campo: Magnusson
Laura Tarani
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