Due volti della Lazio, uno che non t’aspetti, fuori in contemporanea Milinkovic, Luis Alberto e Immobile e nel primo tempo non l’ha fatta mai vedere alla Sampdoria, doppietta di Caicedo e dominio assoluto del campo, l’altro con una sofferenza immane fino al fischio finale di Maresca con occasioni da tutte e due le parti, partita in bilico e palle gol non trasformate dalle due squadre, il tutto con la superiorità per l’espulsione di Ramirez alla fine del primo tempo. L’unica verità è che forse la Lazio senza quei tre, due perché Immobile è entrato nel secondo tempo, vale la Sampdoria, due squadre simili e quindi equivalenti dove il risultato può andare da una o dall’altra grazie agli episodi. Con i due dentro ovviamente la storia è molto diversa, ma con i se e i ma non si va da nessuna parte. Restano tre punti fondamentali per restare agganciata al treno Champions, aspettando i risultati degli altri, Torino, Milan e Atalanta.
La partita.
Inzaghi decide di non toccare il modulo anche con le assenze di Milinkovic e Luis Alberto per squalifica, sceglie Bastos, Acerbi e Wallace in difesa davanti a Strakosha, Romulo e Lulic sulle fasce, Leiva in regia con accanto Parolo e Cataldi, Correa a supporto di Caicedo con Immobile che usufruisce di un turno di riposo. Samp con Ramirez a supporto di Quagliarella e Defrel con Gabbiadini in panchina.
Maresca fischia l’inizio e Lazio subito in vantaggio, Caicedo prima ruba palla a Colley sulla tre quarti, poi s’invola da solo verso la porta come se fosse la playstation e trafigge Audero con un tocco morbido, un gol da attaccante vero. Pochi minuti e Correa semina il panico in area doriana, ma Audero para. 19’ e raddoppio Lazio, Caicedo di testa batte il portiere della Samp con una torsione degna di un attaccante anni 70/80, azione che parte da Correa per Romulo sulla destra e cross perfetto per l’equadoregno. Partita in cassaforte per la Lazio, che continua ad attaccare e al 29’ ancora Caicedo ha la palla per la tripletta, non riuscendo però a trovare la porta. Al 45’ il fatto che cambia la partita, Ramirez espulso per doppio giallo da Maresca e Sampdoria in 10 per tutto il secondo tempo.
Giampaolo toglie Linetty e inserisce Jankto e ridisegna la Samp per provare a rimontare il risultato. La Lazio si limita al possesso palla aspettando troppo gli avversari che col passare dei minuti cominciano a crederci. Al 54’ Romulo ha la palla del k.o. su contropiede ma il tiro si stampa sul palo esterno di Audero. 57’ la Samp accorcia le distanze, lancio verso Quagliarella, Acerbi di testa prova a intercettare, ma la palla finisce di nuovo a Quagliarella, tutto solo davanti a Strakosha, facile per il napoletano realizzare il gol, il numero 15 in Serie A. 61’ Murru su gran tiro dal limite prende il palo e poi il rimpallo su Strakosha finisce in calcio d’angolo, veramente fortunato il portiere laziale. Dentro Immobile e poco dopo Ciro su punizione prende la traversa bassa, palla che entra solo per metà e gioia del gol ancora rimandata per il bomber napoletano. 76’ Defrel da buona posizione cicca la palla praticamente a porta vuota, emozioni a non finire per una partita che sembrava chiusa nel primo tempo. Al 93’ Correa tutto solo davanti ad Audero non riesce a concludere in gol. 4 minuti di recupero di Maresca e gioia laziale al fischio finale.
Una Sampdoria mai doma, un allenatore che non si scoraggia mai, questo è quello che rimane della squadra di casa, per la Lazio invece è un risultato importante, se sarà decisivo lo si saprà a fine campionato. Una Lazio con quelle assenze poteva avere dei problemi, Inzaghi ha saputo dare carica e importanza ai sostituti e alla fine ha meritato la vittoria. Non era facile, Marassi non lo è mai per nessuno, la Lazio è abituata alle grandi imprese per poi perdersi in casa con il Chievo già retrocesso come settimana scorsa, Inzaghi sta facendo esperienza cosi come i suoi giovani ragazzi, ma le basi ci sono e non saranno le critiche che a volte sono molto feroci nell’ambiente romano a limitare questa crescita che anno dopo anno porta soddisfazione ai propri tifosi, aspettando il 15 maggio.
GIUSEPPE CALVANO
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