PETRALANA

Fernet è il titolo del nuovo album dei Petralana. Federico Grazzini ci racconta la storia del gruppo e il contenuto dei testi dell’album. Intervista di Michela Di Mattia

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Ciao vuoi parlarci un po’ del tuo gruppo, quando è nato, il perché di questo nome e i lavori fatti finora?

I Petralana sono nati tra i banchi di scuola al Liceo Machiavelli di Firenze alla fine degli anni '90. All'inizio suonavamo cover di cantautorato italiano, soprattutto De Andrè. Abbiamo deciso quindi di tributarlo con questa parola presa da una sua canzone "I monti di Mola". Significa muschio in sardo.

Fernet è il nostro terzo album originale. La formazione del gruppo rispetto all'inizio è un po' cambiata con l'arrivo di Guido Melis come bassista. 

Nei nostri album, abbiamo sempre collaborato e ospitato molti musicisti. 

Abbiamo iniziato a suonare in giro principalmente nell'area fiorentina e ora ci stiamo espandendo.

L’album ha il titolo di “Fernet”, puoi farci una descrizione dei brani che sono in esso contenuti e del loro tema principale? In questo modo riusciamo ad entrare nel cuore dei testi.

“Fernet”, uscito lo scorso febbraio per l'etichetta Suburban Sky, è un concept album che racconta la fuga dalla guerra e dall'Italia di un contadino delle Langhe. Ci siamo ispirati soprattutto a Pavese e Fenoglio, per immaginare una storia del passato che trattasse temi attuali: Pietro è un contadino che vive “tra la stalla e il fiume” (1. Fernet). Pietro è innamorato di Mira, una contadina che lo lascia per fidanzarsi con il figlio del padrone (2. Acqua tra le mani, 3. Mira). Senza più nulla da perdere e raggiunta l’età per partire, Pietro si arruola, con entusiasmo, nell’esercito (4.Soldati). Prima ancora di arrivare al fronte, il convoglio su cui viaggia viene bombardato (5. La strada ferrata). Durante l'attacco Pietro sviene ed uno strano sogno lo porta a decidere di disertare (6. Ho sognato di essere cavallo). A Livorno conosce un contrabbandiere che lo accompagna al porto di Genova (7. Sguardo di tuono). Qui Pietro inizierà il suo viaggio su un transatlantico per raggiungere l’America (8. Transatlantica). Le sonorità sono molto varie. Abbiamo voluto tenere gli arrangiamenti essenziali e cercare una semplicità folk a volte ruvida a volte più nostalgica. Un altro riferimento importante è sicuramente il mondo folk americano a tratti quello western. Proprio per raccontare il viaggio da questa dimensione contadina italiana verso l'America. “Fernet” ha preso vita ed è diventato anche un concerto spettacolo che fonde diversi linguaggi espressivi, musica, teatro e video e vede anche la preziosa collaborazione dell’attore Pietro Traldi.

Ne “Il faro” estratto da Fernet:  «Siamo a New York 1945, Pietro è un italiano che dopo aver disertato è immigrato clandestinamente in America. È disperato perché povero e solo in mezzo ai grattacieli della metropoli. Fa il musicista e cantante di strada per sopravvivere, ma si sente disprezzato dalla maggioranza delle persone. Una notte ubriaco, si arrampica sul faro e osserva lo scintillio delle luci del porto, ripensa alla sua terra e a quel mare che li separa. In questo spazio buio che divide diversi popoli si nascondono le tragedie di chi è costretto a lasciare la propria casa per necessità, cosa che come sappiamo avviene purtroppo ancora oggi». Il videoclip di questo brano è stato diretto da Linda Kelvink, è un disco caratterizzato da un sound cantautorale minimale e raffinato. Grazie all’apporto di Tommaso Orbi, documentarista, Linda Kelvink, animatrice stop motion e rotoscope, e alla produzione della Monkey Dive Production di Richard Cocciarelli,

Liberazione: Radio Londra annuncia che la guerra è finita. Il contrabbasso canta una sorta di inno, trionfalesco ma non epico, contrapposto ad una batteria marziale e un po' lugubre. L'idea è quella di un momento celebrativo che si tinge subito di incertezza ed inquietudine. Verso la sementeria: Pietro dall'America, ripensa al fratello rimasto a casa, come ad una figura epica, immaginando di rivedere gli stessi gesti nella campagna, l'osteria con i suoi avventori e il rientro a casa nella nebbia notturna. Vendemmia: Il sogno nostalgico di un momento libero e spensierato come la vendemmia, è tutto ciò che rimane a Pietro dopo essersi misurato con la fredda realtà newyorkese. Le vigne, i suoni, le voci delle donne, le piccole cose semplici e familiari accompagnano Pietro e l'ascoltatore in un luogo di pace e di armonia.

Giorni fa c’è stata la giornata mondiale sulla sicurezza nel lavoro. Ma continuano ad esserci morti sul luogo di lavoro. Qual è il tuo punto di vista a proposito di questo argomento?

Non festeggio particolarmente il primo Maggio. Sento molto più vicina la festa di Liberazione del 25 Aprile, soprattutto di questi tempi. Il tema dei morti sul lavoro a livello internazionale è una tragedia ed è importante parlarne. E' assurdo che in nome del profitto si trascuri la sicurezza dei lavoratori.

È stato ucciso un pensionato di 66 anni a Manduria, dopo essere stato malmenato da una banda di bulli. I vicini di casa sapevano perché non era il primo episodio. Cosa sta succedendo nella nostra società?

La nostra società si sta brutalizzando. Questo è il risultato di decenni di inaridimento culturale e credo sia solo l'inizio. 

A noi il dovere e l'obbligo morale e civile di sovvertire questa situazione. La cultura, l'istruzione ha un ruolo fondamentale perché non siano l'omertà e l'indifferenza a trionfare ma il senso civico e la solidarietà.

Stiamo assistendo ad una rivolta sociale in Venezuela per la cacciata dal potere di Maduro. Che opinione hai in relazione a questi episodi ?

Credo che ribellarsi ad una dittatura che spara sui manifestanti come quella di Maduro sia legittimo e giusto. 

Dovremmo anche noi in Italia imparare a ribellarci quando serve.  

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