Dall’effimero All’essenziale: La Riconversione Dei Brand Moda

Dall’effimero All’essenziale: La Riconversione Dei Brand Moda

Lisa Tibaldi Terra Mia dagli accessori moda ecosostenibili alla produzione di mascherine per la collettività

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L’industria della moda, del fashion, del superfluo per eccellenza, in questa fase di pandemia globale, ha utilizzato l’indubbia dote della sua versatilità per mettersi al servizio della collettività.

Dal ludico al sociale, il passo è breve!

Anche Lisa Tibaldi Terra Mia, start up del basso Lazio, ha convertito la sua produzione, aderendo al progetto nazionale Filiera Moda per l’Italia- Emergenza Covid-19.

Il Progetto nasce dalla volontà di CNA Federmoda, supportata da altri partner quali Unindustria, Sportello Amianto, UNI, Bureau Veritas e SMI – Sistema Moda Italia di creare una rete di imprese per la produzione di materiale sanitario, dai dispositivi medici, al materiale ad uso della collettività.

Un’iniziativa a supporto delle aziende manifatturiere, con l'importante compito di organizzare e coordinare le piccole e medie realtà produttive italiane, in grado di soddisfare le richieste di produzione e messa a disposizione di mascherine, camici e altri dispositivi di protezione utili per l'emergenza COVID-19.

Lisa Tibaldi Terra Mia,   noto brand di accessori moda donna ecosostenibili, rivisitando in chiave “haute couture” la tradizione della lavorazione della “stramma” (fibra vegetale tipica del territorio),  destinati ad un mercato di eccellenza, ha iniziato la produzione delle mascherine filtranti tipo chirurgico, di cui all'articolo 16 comma 2 del decreto "Cura Italia".

L’azienda aderente al CNA Federmoda Latina, ha convertito il suo ciclo produttivo destinandolo esclusivamente alla produzione di mascherine ad uso della collettività, realizzate con materiali sanitizzabili, seguendo il Protocollo nazionale indicato dal Politecnico di Milano. Le mascherine, realizzate con materiali rigorosamente Made in Italy, vengono fornite imbustate singolarmente con etichettatura riportante l’intestazione aziendale, i riferimenti normativi, la tipologia, le istruzioni di smaltimento, il lotto e la data di riferimento di produzione.

Sono di estrema attualità, in questi giorni, le notizie che luxury brand che rappresentano il Made in Italy in tutto il mondo (Armani, Scervino, Gucci, Prada, etc.) abbiano convertito i loro stabilimenti di produzione per il bene del Paese. Ma anche le altre realtà “moda” più piccole, magari attraverso associazioni di categoria, locali e/o nazionali, che non possono contare su un così grande clamore a livello mediatico, hanno deciso di optare per la stessa scelta produttiva.

In un momento storico come questo, dove l'emergenza Covid-19 ha destabilizzato il nostro Paese in maniera violenta, ecco che la moda, simbolo dell’effimero per antonomasia, diventa produzione di strumenti di primaria necessità, con la capacità di cambiare, di adattarsi in tempi brevissimi, alle esigenze, alle urgenze vitali della nazione, mettendo a disposizione della comunità il proprio know how.

Come la stessa Lisa Tibaldi Grassi (founder della Lisa Tibaldi Terra Mia) afferma: “Se ognuno di noi farà la sua parte in questa guerra contro un nemico invisibile, riusciremo a vincere, consapevoli di essere stati protagonisti e testimoni di una pagina di storia che non ha precedenti. Con l'orgoglio di esserci riusciti, perché #IOSONOMADEINITALY”.

Articolo di Stefania Vaghi

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