Dal 7 luglio è disponibile all’ascolto il nuovo singolo di Gilberto dal titolo: “Non è un paese per Jovanotti”.
Si tratta dell’ottavo singolo del cantautore e tastierista Gilberto Ongaro e farà parte dell’album: “Con tutto il dispetto”.
Questo brano miscela al suo interno note pop, punk con la predominanza di chitarre che infondono all’atmosfera del brano uno stile techno.
Come si può facilmente intendere dal titolo “Non è un paese per Jovanotti” rappresenta un’allegoria disillusa di quella che è una caratteristica tipica del nostro paese e di come spesso vengano etichettate preventivamente le persone che non si attengono a quelli che possiamo definire “codici socialmente accettati di comportamento”, che poi non sempre, se seguiti, portano a risultati apprezzabili, finendo talvolta per scadere nella passività, che è un altro tema toccato in modo piuttosto evidente in questo brano. Tra ironia e apparente leggerezza infatti non manca una nota di amarezza che vuole portare alla luce una lettura per certi versi dissacrante di alcuni atteggiamenti che si sono impadroniti delle nostre abitudini e che hanno portato in molti casi alla solitudine ed alla diffidenza verso gli altri che spesso sfocia in proteste rabbiose ma prive di costrutto.
Anche il videoclip gioca sul dualismo di atteggiamento della protagonista, la performer Chiara Cardini, che interpreta il duplice ruolo di ragazza ambigua e inquietante che si trasforma da ingenua e manipolata a crudele manipolatrice attraverso sottili giochi psicologici, lasciando poi a ciascuno la possibilità di scegliere se seguire gli atteggiamenti positivi o negativi.
Spiegando il progetto Gilberto pone l’accento sullo spirito del testo e sottolinea che la canzone non è un trattato di politica: anzi, gioca sul filo del rasoio, solleticando le riflessioni di coloro che criticano Jovanotti per lo spirito inclusivo e multiculturale che la sua produzione artistica ha sempre incarnato. Attraverso ironia e atmosfere apparentemente scanzonate si usano titoli leggeri per distinguere tra coloro che capiscono il significato ultimo della canzone e la fanno ascoltare ai cani rabbiosi: l'umorismo si fa arma di selezione, “fa emergere chi è veramente malpensante, egoista e calcolatore, e chi invece è seriamente preoccupato per la deriva violenta dei nostri cervelli incatramati”
Federico Ceste
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