Benevolent è Il Nuovo Disco Di Generic Animal

Benevolent è Il Nuovo Disco Di Generic Animal

Uscito il 18 marzo per La Tempesta Dischi in vinile ed in digitale.

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Un album pop-rock con testi introspettivi ed a tratti ironici, così si potrebbe descrivere “Benevolent”, quarto disco di Generic Animal (pseudonimo di Luca Galizia), scritto e composto a cavallo fra 2019 e 2020. La copertina, raffigurante un mostro, sta ad indicare un’ambivalenza: da un lato il personaggio cattivo, dall’altro un semplice pupazzo per bambini, un mero travestimento per difendersi, qualcosa che vuole sembrare malvagio ma che alla fine non lo è; il titolo indica, invece, lo stato d’animo che si dovrebbe avere contro l’invidia e l’arroganza, uno stato di benevolenza appunto.

La prima delle 10 tracce contenute nel disco si chiama “Piccolo”, la voce si fonde con la chitarra e la batteria dai toni soft, il protagonista ci accompagna in una piccola crisi d’identità nella quale si pone alcune domande esistenziali, egli stesso sostiene che “il brano, ispirato a Paul Simon, è stato scritto pensando ai peggiori giorni di terapia”, molti sono infatti i rimandi nella canzone ad un percorso psicologico intrapreso dal suo autore. Secondo brano è “Incubo”, questa volta dal tono più pop e orecchiabile, c’è subito il ritornello seguito poi dalla strofa più tranquilla, la batteria, che si fa sentire in tutto il pezzo, sia nella parte cantata che nella chiusura finale solo strumentale, è l’elemento più preponderante, come si evince dal titolo gli incubi sono i protagonisti, infatti ci si chiede se questi siano meglio rispetto alla vita vera. In “Lifevest”la chitarra dà origine ad un brano pop malinconico che parla ancora una volta di paura, quella di volare forse, che ne cela una molto più grande, quella di guardare in faccia una storia che già si è consapevoli sia finita. Abbiamo poi “Clermont”, l’apertura è lasciata ad una chitarra acustica molto intima aiutata dalle due voci (quella di GA e quella di Jacopo Lietti) che insieme formano un buon connubio, si percepisce un certo dolore sia nella musica che nella strumentale, d’altronde l’argomento principale del pezzo sono le bugie. Il quinto brano, che funge da intermezzo, si intitola “Aspetta”, la prima parte strumentale è formata da una chitarra strimpellata, tonalità cupe e distorsioni, nella seconda parte subentrano le voci di Alvin Mojetta e Manuele Popi Povolo che collaborano in questa traccia, ripetendo un’unica frase per tutta la breve durata del pezzo. Segue “Bastone”, più allegro e con una chitarra dai toni leggermente country, il testo ironico parla del peso da sopportare quando ci si tiene tutto dentro e dell’ansia che questo procura, il protagonista, poi, dice scherzosamente nel ritornello che “ci vuole un bastone”, probabilmente la canzone più piacevole. Segue “Riverchild”, interamente strumentale dove il suono di chitarra acustica con qualche tono sinistro di fondo si unisce al basso pizzicato e ossessivo; brano considerato dallo stesso autore l’essenza del disco, possiamo capire il perché, visto che la prima idea che si ha ascoltandolo e proprio di qualcosa di tetro e misterioso, che va a richiamare il concetto del mostro in copertina. Molto orecchiabile “So”, parla dell’invidia e della competizione, l’impostazione quasi indie dona un’atmosfera leggermente retrò forse anche per il riverbero della chitarra e per le varie distorsioni. Penultimo pezzo è “Paura di”, dal testo simpatico che ricalca le paure semplici che si aveva da bambini per poi ritrovarsi a fronteggiare quelle da adulto, ritmi placidi e semplici. Ultima traccia è “Recinto”, il bisogno di un confine sicuro, donatoci dalla persona amata, che ci protegga ed accolga è il tema centrale, il featuring con ClausCalmo aiuta a rendere l’idea di un brano delicato e dolce.

Articolo di Asia Seca.

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