Il vinile è lo strumento che oggi, forse più di altri, ci restituisce un passato che, a volte, ricordiamo con nostalgia. Gli anni in cui la vita scorreva più lenta, dove il disco girava veloce sullo stereo e la puntina tornava sempre sul pezzo della canzone che preferivamo.
È ormai lontano il tempo in cui dovevamo aspettare che il nostro artista preferito pubblicasse l'ultimo album; poi ci aspettava l'attesa di poterlo acquistare perché, un tempo, la musica non era certo accessibile a tutti.
Prima dell'avvento dei cd, negli anni '80, in linea di massima, il prezzo di un 33 giri andava dalle dodicimila lire fino alle quindicimila. Il prezzo dei Qdisc, che aveva lo stesso formato, si aggirava invece attorno alle 4500 lire.
Oggi la musica è diventata più liquida, abbiamo a disposizione tutti i brani del momento, quelli degli anni passati e li possiamo ascoltare in qualsiasi luogo e momento, grazie ai supporti digitali.
Ma, allo stesso tempo, questo cambiamento ci ha tolto l'esperienza della musica attesa, aspettata, agognata. Non c'è più il piacere del rituale legato alla musica, di dover mettere il disco sul piatto, sistemare la puntina e godere di un’esperienza che la musica digitale non può dare. Oggi il vinile è tornato a far parlare di sé, con quel fascino che sta contagiando anche i più giovani, tipico della musica "imperfetta". A quelle origini, ha scelto di tornare anche Adolfo Durante, artista salernitano conosciuto per la voce particolarmente incisiva, che ha scelto di proporre il suo ultimo lavoro anche con un'edizione limitata in Qdisc. L'album alterna sonorità potenti accompagnate dalla forza vocale dell'artista, a momenti più intimi dove spicca il suo talento interpretativo, capace di rendere fluido il passaggio tra tonalità maschili e femminili. Il singolo che da il titolo all'album, "Giorni Sospesi”, è firmato da Alessandro Hellmann, autore di libri e di canzoni per i brani di Rosario Di Bella, Yuri Camisasca, Yo Yo Mundi, Simone Cristicchi e molti altri. Il brano è un fermoimmagine sullo stato di incertezza che ha causato la pandemia ma lasciando comunque aperta la porta della speranza. Il secondo brano, firmato da Di Bella e Hellmann, caratterizza il disco per sonorità rock ed è un'interpretazione e una decodifica degli stati d'animo del tempo attuale, in un mondo dove le persone sembrano aver perso il vero senso della parola. “L’Alieno”, scritta da Gabriele Morini che duetta per l'occasione nel brano, racconta di come il tema dell’immigrazione divida ancora le persone e di come lo stereotipo dello straniero sia ancora molto radicato nella gente. “Non vorrei incontrarti”, è l'ultima canzone del Qdisc, una ballata che parla dell’incapacità di elaborare la fine di una storia d’amore. Racconta come il tempo diventa medicina in grado di curare le ferite che la fine di un amore a volte infligge alle persone. La produzione e gli arrangiamenti sono di Alberto Lombardi.
In questa altalena di sensazioni e sentimenti, ecco quindi che il Qdisc ci restituisce nuove sensazioni, legate a un passato mai trascorso perché non può esserci domani senza ieri.
Benedetta Zibordi
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