Troppo Tardi, Ursula.

Troppo Tardi, Ursula.

Le scuse della presidente della Commissione europea, che ha ammesso come molti Paesi fossero assenti nel momento del bisogno, sono tardive ed irritanti.

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“Troppe persone non erano presenti quando l'Italia ha avuto bisogno di aiuto all'inizio di questa pandemia. Ed è vero, l'Unione europea ora deve presentare le proprie scuse sentite all'Italia e lo fa. Ma le scuse valgono solo se si cambia comportamento. E c'è voluto parecchio tempo perché tutti capissero che dobbiamo proteggerci a vicenda. La verità è questa: ora l'Unione europea è diventata il cuore pulsante della solidarietà europea. La vera UE è in piedi, è presente per aiutare i più bisognosi. Ed è l'Europa in cui i medici da tutta Ue "hanno salvato le vite in Italia", ha dichiarato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che ha formalmente chiesto scusa all'Italia nel suo intervento al Parlamento europeo.

Ma oggi, queste parole, recitate con un falsissimo sorriso, suonano come una ulteriore presa in giro per il nostro Paese da parte di un Europa sempre più inconsistente e distante. I motivi di questo gesto formale, al quale ci auspichiamo facciano seguito gesti di reale solidarietà, li possiamo facilmente comprendere. L’Europa sta dimostrando la propria impalpabile natura, schiava del potere assoluto della Germania che usa i suoi killer per esercitarlo nei confronti dei Paese vassalli del sud che osano ribellarsi.

C’è sempre un sud e noi, in Europa, siamo i terroni, quelli disonesti, quelli mafiosi, i furbetti che rubacchiano, quelli che non vogliono lavorare. Per loro siamo quelli che hanno solo la fortuna di avere ricchezze storico artistiche e naturali e paesaggistiche ed enogastronomiche. Quelli da depredare con trucchetti di finanza esercitati davanti agli occhi dei nostri “grandi esperti”, quelli che ci hanno fatto credere di far sedere ai posti di comando dell’Europa, quelli da deridere per la nostra dabbenaggine, quelli che si possono manovrare, ricattandoli con la leva dello spread e affidandoli alle mani “esperte” dei nostri governanti addomesticati. Quelli che, se provano a ribellarsi, si possono massacrare, minacciando di non acquistarne i titoli di stato. Quelli ai quali proporre accordi capestro con lo stesso falso sorriso della signora Ursula, che fa il paio con quello altrettanto giudaico della signora Lagarde, altra protagonista di scuse bagnate di lacrime di coccodrillo, che non hanno mai compensato il crollo economico causato dalle sue sciagurate ma sentite, crudeli parole.

La Von der Leyen, eletta solo grazie allo sciagurato voto degli europarlamentari grillini, ha citato due tra i più grandi visionari italiani ed europei: Ernesto Rossi e Altiero Spinelli, quest'ultimo uno dei padri fondatori dell’Europa. I due, dalla prigionia di un'isola, nel pieno della guerra, quando la speranza di un'Europa unita sembrava perduta, lasciarono parole di speranza: “Oggi è il momento in cui bisogna saper gettare via vecchi fardelli divenuti ingombranti, tenersi pronti al nuovo che sopraggiunge così diverso da tutto quello che si era immaginato”. "Quel momento è arrivato - ha affermato la signora Von der Leyen - il momento di lasciarci alle spalle vecchie divisioni, dispute e recriminazioni, di uscire dalle nostre trincee, il momento di prepararci per questo mondo nuovo. Di usare tutto il potere del nostro spirito comune e la forza del nostro obiettivo condiviso".

Parole che, oggi, disturbano. Parole che avremmo voluto ascoltare quando l’Europa ha ucciso la Grecia per permetterle di pagare i debiti con le banche tedesche. Parole che avremmo gradito all’inizio della crisi o quando le richieste di un governo italiano debole e incapace di rappresentare le istanze del Popolo, ha chiesto la legittima emissione di titoli europei per gestire l’emergenza. Parole che vorremmo ascoltare dall’eurogruppo il 23 aprile quando si confermerà, purtroppo, che il MES è l’unico strumento europeo per attingere a fondi comunitari per gestire la crisi sanitaria.

Un recente sondaggio attribuisce la maggioranza assoluta al partito anti-europeo in Italia. Il sentimento di distanza da questa istituzione è evidente nel nostro Popolo alla luce dei fatti e dei comportamenti dei governanti europei che tendono, legittimamente, a privilegiare il singolo interesse nazionale piuttosto che quello europeo, impalpabile ed evanescente.

All’orizzonte si prospetta un governo commissariato da una task force di “espertoni” che ci costeranno non solo in termini di parcelle per indesiderate consulenze ma, soprattutto, in termini di resa definitiva all’Europa.

Basti ascoltare le parole di Vittorio Colao sulla gestione della crisi greca da parte dell’Europa. Ecco, l’idea che Merkel & co. Vogliano mangiarsi l’Italia come fecero con la Grecia è concreta e plausibile. E questo sorriso, e queste scuse, servono solo per tranquillizzare la preda prima del colpo di grazia.

Quindi, signora Ursula, le sue scuse non ci servono. Siamo Italiani. Viviamo nella Terra che è la culla della civiltà, della cultura, dell’arte, della storia e della religione. Avevamo tribunali, poeti e banche quando voi vi arrampicavate ancora sugli alberi. I nostri avi hanno conquistato tutte le vostre terre. Nel mondo si leggono le opere dei nostri scrittori, si ammirano i capolavori dei nostri artisti, si cantano le romanze dei nostri musicisti, si studia la nostra storia, si gustano i capolavori della nostra cucina, si indossano i capi del nostro made in Italy. Voi, invece, siete solo Francesi, Tedeschi, Belgi, Olandesi, Lussemburghesi qualunque. Siamo diversi. Troppo diversi. E, soprattutto, noi, non siamo europei!

di Massimiliano Piccinno 

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