Vittorio De Scalzi scopre l' amore per la musica molto presto quando, a quattro anni, grazie alla mamma pianista, inizia a suonare il pianoforte. Figlio della scuola cantautorale genovese, nella sua carriera Vittorio De Scalzi emerge sia come cantante e musicista, che come autore per molti altri artisti quali Mina, Ornella Vanoni e Anna Oxa. Sempre impegnato nella ricerca sulla musica tradizionale genovese, ricordiamo le sue collaborazioni con Fabrizio de André e la sua partecipazione nel documentario La nuova scuola genovese di Claudio Carbona.
Insieme a Pino Scarpettini, fondò nel 1965, il gruppo della prima formazione dei Trolls e oggi, proprio il suo compagno artistico ci regala il suo personale ricordo nell'intervista che abbiamo realizzato per voi.
La mia storia artistica con Vittorio nasce a metà degli anni ’60 quando ci incontrammo a Genova, culla di tanti artisti e complessi della musica leggera italiana, Ci siamo avvicinati molto, abbiamo costruito le basi su cui si sono appoggiati tanti altri complessi degli anni ‘60 e ’70. La perdita di Vittorio è stata un fulmine a ciel sereno; sono veramente molto addolorato.
Com’è nata la vostra amicizia?
Ci siamo conosciuti che io avevo 17 anni e lui ne aveva 15 nel periodo in cui emergevano i primi gruppi musicali italiani. Ci siamo incontrati come musicisti nei primi tempi dei grandi gruppi italiani e siamo diventati amici nella musica da ragazzi. Con lui ho avuto l’onore di aver costruito qualcosa di importante perché i Trolls hanno contribuito a scrivere la storia della musica italiana.
Dietro al successo di Vittorio che persona c'era?
Lui aveva una personalità molto importante, era un accentratore e un buon musicista.
Può raccontarci il vostro ultimo incontro?
Venne a Livorno in occasione del mio settantesimo compleanno e in locale facemmo un revival insieme agli altri Trolls. È stato un momento molto emozionante per me e un ricordo indelebile.
C’è un aneddoto particolare con cui lei lo ricorda?
Nella nostra storia artistica ce ne sono stati tanti. Il primo che mi viene in mente, in questo momento, è stata la partecipazione al concorso “Rapallo Davoli” che ci ha portato poi al successo di quegli anni.
Quest’anno “Spazio d’autore”, l’evento nato da una sua idea e considerato un importante riconoscimento alla carriera dei protagonisti della canzone d’autore, compie 40 anni. Che compleanno sarà e che messaggio vuole dare alle nuove generazioni di musicisti e alle nuove generazioni di chi ascolta musica?
A questo compleanno mancherà Vittorio, che avrebbe dovuto essere presente, ma ugualmente troveremo il modo di omaggiarlo. Alle nuove generazioni voglio dire che devono assolutamente appropriarsi della musica perché nella vita è importantissima; lo è perché nei momenti più tristi, più particolari ma anche più allegri, la musica attraversa l’anima e fa bene anche a chi non è musicista.
Di lui resterà sempre il tocco musicale delicato e quasi malinconico che ha saputo tradurre con la più affettuosa delle carezze.
Benedetta Zibordi
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