Ha ancora in mano i fiori che la platea gli ha donato quando incontriamo nel camerino Gianni De Feo dopo la sua magnifica interpretazione di “BAMBOLA – La strada di Nicola” dove l’attore incarna con la stessa passione l’espressione del maschile e del femminile per una professionalità che dimostra anni di studio con validi maestri e, soprattutto, un’attitudine spontanea che lo rende quella maschera naturale di chi veramente sa come impreziosire il teatro. Sul palco De Feo non si risparmia anche stimolato da quei continui applausi che vengono anche quando dovrebbe continuare il silenzio del pathos ma il pubblico è sovrano e può esprimersi come e quando più lo desidera. Nonostante sia ancora provato, risponde con serenità a qualche nostra domanda rivelando, ancora una volta, le sue doti di personaggio vero.
Sul finale dello spettacolo al pubblico del Teatro Lo spazio che ti applaudiva in piedi e ti lanciava fiori hai dichiarato di sentirti ripagato dalla fatica. Quale è lo sforzo maggiore che si fa per potere stare su un palco?
Oggi, purtroppo, l’approccio con il teatro non è assolutamente semplice. Soprattutto in una grande città come Roma dove ci sono tante proposte, gli spettacoli durano in cartellone solo pochi giorni e un artista è costretto a mettersi sempre in gioco senza avere la possibilità di esibirsi in quel certo numero di repliche che garantiscono una stabilità che porta a fare sempre meglio. “Bambola” può dirsi, comunque, uno spettacolo fortunato perché già ha avuto una programmazione di successo all’Off Off Theatre e ai Giardini della Filarmonica e per questo non possiamo che ringraziare il pubblico che lo accoglie sempre con entusiasmo. Speriamo che, prima o poi, portare uno spettacolo in giro diventi più facile e che non sia tutto ancorato a una questione di potere e denaro.
Interpreti con la stessa intensa passione sia il ruolo di “Bambola che quello di “Nicola”. Ma in quale dei due personaggi ti senti più identificato?
Mi diverte sdoppiarmi allo stesso modo in Nicola e in Bambola perché sono l’uno il riflesso dell’altra. Nicola scava nella sua parte più intima, nella sua coscienza e scopre questa doppia identità che lo porta a vivere il tutto. Quando nel finale si rivela la condizione vegetativa dovuta al coma, si può intendere anche quello stato onirico dove convive sia l’uomo che la donna. Credo che l’uomo nella sua evoluzione stia andando proprio verso questa unificazione sia maschile che femminile e il volere ostinarsi al dualismo può portare solo a un disagio rispetto alla vita.
Quando reciti si può intravedere tutta la professionalità della commedia dell’arte. Quanto è importante per il tuo lavoro di attore il legame con il passato?
Direi che è fondamentale. Nella mia arte c’è quello che ho appreso a Parigi studiando le tecniche del movimento e del mimo con Jacques Lecoq, c’è il lato barocco appreso con il maestro Roberto De Simone, l’intonazione di Carmelo Bene. E ancora Mario Scaccia, Lindsay Kemp, Tato Russo, Maurizio Scaparro, insomma porto sul palco tutto il mio percorso e tutto il mio mondo di conoscenza. In fondo c’è una maschera teatrale che vive in tutti i tempi e sicuramente veniamo da più lontano da dove siamo portando sempre dentro la memoria di qualcosa.
Quando durante lo spettacolo canti i maggiori successi di Patty Pravo riesci a non renderli un vacuo intermezzo musicale. Cosa hanno rappresentato per te quelle canzoni?
In effetti si cerca di andare al di là della semplice bellezza della canzone. Quello che l’autore Paolo Vanacore ha voluto mettere in evidenza e il messaggio sia di testi come Il paradiso, Ragazzo triste, Nel giardino dell’amore, Se perdo te. ma soprattutto quello che ha rappresentato il personaggio che li canta. Nicoletta Strambelli è la donna anticonformista che va al di là delle identità e che da sempre è stato simbolo di emancipazione.
Meglio stare sul palco da soli come in uno spettacolo come “Bambola” o preferisci condividere la scena con altri attori?
Diciamo che mi trovo bene a recitare da solo ma non ho alcun problema a condividere il palco a condizione che con gli altri attori si crei una grande sintonia.
Rosario Schibeci
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