Se un qualsiasi tifoso della Lazio avesse saputo che al 23^ del primo tempo si trovava al Friuli, con gli uomini contati (assenti Immobile, Lazzari, Luis Alberto, Leiva ed Acerbi), sotto di un gol e con Pedro che chiedeva il cambio vedendo entrare al suo posto Cabral, avrebbe immaginato l’ennesima imbarcata di gol post Europa. Invece la Lazio si conferma in un momento molto positivo della stagione, archivia la disattenzione che l’ha portata subito sotto di un gol, rialza la testa e chiude il primo tempo sul risultato di 1 a 1.
Non che l’Udinese sia una squadra irresistibile, ma le premesse non erano delle migliori. Lazio obbligata a vincere per continuare la rincorsa europea, per dare un segnale di maturità dopo l’impegno europeo, perché i risultati delle dirette concorrenti hanno reso la classifica appetitosa. Insomma, una serie di spunti molto interessanti. Il gol di Deulofeu dopo 5 minuti sembrava l’ennesima ghigliottina sui sogni da grande dei biancocelesti che però non sono più quelli di mesi fa.
Allora su la testa, fiducia a Cabral e la Lazio non delude. Soprattutto, a guadagnarsi la copertina e la fiducia due tra i giocatori più discussi dell’ultimo periodo, anche se per motivi diversi. Il primo è Felipe Anderson: suo il gol del pareggio, di testa, su assist di Mattia Zaccagni. Un gol che mancava da novembre, quando piegò all’Olimpico l’Inter. Da lì una parabola discendente, fino ad oggi. Senza Immobile, lui il falso nueve, si è scrollato le paure e la timidezza da dosso e si è trasformato in protagonista contro l’Udinese. Insieme a lui, molto positiva la prova di Jovane Cabral. E’ entrato a freddo, in una partita molto difficile, esordendo in campionato dopo i minuti finali di Porto-Lazio dimostrando di poter dare qualcosa all’undici biancoceleste. Si fa vedere, dà vivacità all’azione e va vicino al gol.
La Lazio c’è ed è in piena corsa per il quarto posto: il punto questa volta, al netto della settimana e delle assenze, è un ottimo guadagno per la classifica. Anzi, avrebbe meritato anche qualcosa di più e se non si fosse affacciata la stanchezza negli ultimi minuti, avrebbe rischiato meno nel finale.
Enrica Di Carlo Foto Emanuele Gambino
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