Lazio 4 - 0 Milan 24.01.2023

Il trionfo del sarrismo sul piolismo decadente

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Dietro al vuoto creato dal super-Napoli di Spalletti, nonostante tutto, c'è ancora il Milan. Un Milan in crisi, che non vince in campionato dal 4 gennaio, quando s'impose per 2 a 1 sulla Salernitana, ma che può approfittare della penalizzazione della Juventus e della battuta d'arresto casalinga dell'Inter per scavare un piccolo solco alle proprie spalle.

"Squadra che perde non si cambia" dev'essere il motto di Pioli, che conferma il 4-2-3-1 con Messias avanzato destra e Dest a sinistra, più arretrato, al posto di Theo hernandez. Sarri è costretto a rinunciare a Immobile, infortunato e si affida ancora una volta a Pedro, con Zaccagni e Felipe Anderson al suo fianco e Luis Alberto che guadagna un posto a centrocampo dal primo minuto.

Servono meno di cinque minuti alla Lazio, compatta e ben messa in campo, per avere ragione della difesa di un Milan lunghissimo e svagato: Messias buca, Zaccagni lo passa e crossa teso al centro dell'area dove proprio Luis Alberto sceglie intelligentemente di fare velo e lasciar scorrere il pallone per Milinkovic Savic, che a tu per tu con Tatarusanu non sbaglia. Piove sul bagnato, per i rossoneri, che perdono Tomori per un problema muscolare e si affidano a Kjaer per sostituirlo. Cambia poco perché, nonostante la buona volontà di Leao sulla sinistra, a creare pericoli è sempre la squadra biancoceleste, che a dieci minuti dal duplice fischio raddoppia con Zaccagni, lesto ad operare il tap-in dopo il palo colpito da Marusic, col portiere rossonero fermo a guardare.

Nel recupero, i padroni di casa vanno vicini alla terza rete, ad evitare la quale è fondamentale il salvataggio proprio di Kjaer, ma nonostante una prima frazione deficitaria, dopo l'intervallo in campo vanno gli stessi undici scesi negli spogliatoi poco prima. Una scelta poco ponderata, arrogante e incomprensibile, a cui si aggiunge quella di operare tre cambi "uomo per uomo", allo scattare dell'ora di gioco, anziché provare a cambiare qualcosa per contenere lo strapotere dei biancocelesti, messi in campo da Sarri come un'implacabile armata fatta di tecnica e tattica.

Non è un caso, quindi, che prima del triplice fischio arrivino altre due reti dei padroni di casa. La prima é di Luis Alberto, freddo nel trasformare un rigore procurato da Pedro, che poco prima era stato coraggioso nell'infilarsi a velocità tripla in messo alla svagata retroguardia avversaria, prendendosi un calcione da Kalulu. Il quattro a zero è firmato Felipe Anderson, che batte Tatarusanu dopo una bella combinazione con lo stesso Luis Alberto: due giocatori di grande qualità che si trovano a memoria negli schemi del proprio allenatore.

Con questa vittoria, la Lazio si porta ad un solo punto proprio dai rossoneri, che restano secondi soltanto per il vantaggio accumulato nella prima parte di stagione. Con un Napoli che pare lanciatissimo verso uno scudetto che appare ormai scontato, la lotta per le coppe europee si fa sempre più equilibrata ed entusiasmante, anche per demerito delle due milanesi.

FORMAZIONI UFFICIALI:

LAZIO (4-3-3): Provedel; Hysaj, Casale, Romagnoli, Marusic (78' Lazzari); Milinkovic-Savic, Cataldi (87' Marcos Antonio), Luis Alberto; Pedro (78' Romero), Felipe Anderson, Zaccagni. All. Sarri

MILAN (4-2-3-1): Tatarusanu, Calabria, Kalulu, Tomori (24' Kjaer), Dest; Tonali, Bennacer; Messias (58' Saelemaekers), Diaz (59' De Ketelaere), Leao (79' Rebic), Giroud (59' Origi). All Pioli

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