Addio A Vincenzo D'Amico: Eroe, Capitano E Leader Della Lazio Del '74

Addio A Vincenzo D'Amico: Eroe, Capitano E Leader Della Lazio Del '74

E' morto oggi a Roma Vincenzo D'Amico: aveva 68 anni, protagonista della Lazio di Maestrelli si è spento a Roma dopo anni di malattia

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Se n'è andato oggi a Roma dopo due anni di malattia, di lotta contro il tumore, Vincenzo D'Amico, 68 anni,  capitano e bandiera della Lazio. "Mi dicono che i malati oncologici tirano fuori forze inaspettate !Io ci sto provando!". Aveva scritto il sette maggio, mentre lottava contro un avversario troppo più forte di lui, che oggi l'ha battuto. 

Con lui se ne va un pezzo importante di Lazio e di calcio: protagonista del primo scudetto biancoceleste della "Banda Maestrelli", con Chinaglia aveva fatto innamorare e divertire i laziali e tutti quelli che amano il calcio. Nato a Latina, approdato giovanissimo alla Lazio, fa il suo esordio in A contro la Sampdoria e alla sua prima stagione in biancoceleste contribuisce alla conquista del titolo di Campioni d'Italia nel 1974. "Far fare un gol a Chinagia equivale a segnare", aveva dichiarato in un'intervista a sottolineare l'importanza che aveva per D'Amico la squadra prima ancora che il singolo, prima di lui. E in biancoceleste resta fino al 1980, diventa capitano sotto la guida di Bob Lovati, ma al termine della stagione i problemi finanziari lo costringono al trasferimento al Torino: avrebbe preferito seguire la squadra in B piuttosto che lasciare i capitoli e infatti dopo una stagione torna ad indossare la maglia biancoceleste.  Diventa protagonista: la Lazio è in Serie B, gli anni sono difficili, ma D'Amico sale in cattedra. Sua la tripletta nella penultima giornata di Serie B al Varese, un passo importante verso la salvezza. Poi il ritorno in Serie A, i gol nel derby contro la Roma e il ritorno in B. Una vita in biancoceleste, fino al 1986: 338 presenze tra campionato e coppe, 40 gol in totale per poi chiudere la carriera alla Ternana, ma con la Lazio sempre nel cuore e lui sempre nel cuore dei laziali. 


Enrica Di Carlo

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