E' iniziato col botto, con una cessione pesante, il calciomercato della Lazio: Sergej Milinkovic Savic saluta Roma e va in Arabia. All'offerta dell'Al Hilal non ha saputo dire di no, soprattutto è andata bene al presidente biancoceleste Lotito: 40 milioni al club, 20 milioni per 3 anni al centrocampista serbo in scadenza contrattuale. Un'operazione economicamente perfetta: il rischio era di perderlo a zero tra un anno, o rafforzare una concorrente italiana, Juventus su tutte, incassando meno.
Milinkovic saluta la Lazio dopo 8 anni in cui è cresciuto come uomo e come calciatore. Era c'è già della Fiorentina, ma aveva scelto la Lazio e da laziale si è comportato dal primo all'ultimo giorno in cui ha indossato la maglia biancoceleste. Mai una parola fuori posto, mai un capriccio, mai una protesta. Soprattutto, però, è sul campo che il Sergente ha sempre dato le risposte migliori: in 8 anni ha collezionato 341 presenze mettendo a segno 69 gol, diventando così il calciatore straniero più prolifico ad indossare la maglia biancoceleste.
Con la Lazio ha vinto due Supercoppe e una Coppa Italia, suo il gol del vantaggio nella finale vinta nel 2019 battendo per 2 a 0 l'Atalanta. Il primo gol in un derby lo sigla il primo marzo del 2017 nella semifinale di Coppa Italia, battuta la Roma per 2 a 0 quella volta e contro la Roma è spesso stato protagonista.
Nell'ultima stagione con la maglia della Lazio ha vissuto giornate difficili: prima distratto dal mondiale, poi da una forma fisica smarrita, nel finale di stagione è tornato ad essere protagonista, trascinando così la Lazio verso il secondo posto e una qualificazione in Champions meritata, per la squadra e per il giocatore.
Ora è ai saluti e mentre la squadra si prepara al ritiro ad Auronzo di Cadore, il giocatore si accinge a salutare. Così è vero che la Lazio perde uno dei centrocampisti più forti della Serie A, se non il più forte, ma guadagna cifre importanti da poter spendere sul mercato, esaudendo i desideri di Sarri. Mai come questa volta la Lazio è sul banco di prova.
Enrica Di Carlo
© Riproduzione riservata